venerdì 24 settembre 2010

La polveriera Fincantieri di Castellammare di Stabia

La vertenza Fincantieri è orma i diventata un’ordigno che può esplodere in qualsiasi momento!
Sono circa 7500 i metalmeccanici, tra dipendenti diretti e indotto, che rischiano di perdere definitivamente il posto di lavoro. E rischiano la chiusura due siti storici della cantieristica navale italiana: Castellammare di Stabia (Napoli) e Riva Trigoso (Genova).
A Castellammare sono circa 2000 i posti di lavoro in bilico!
La giunta regionale campana e il governo sembrano non considerare affatto la richiesta dei lavoratori di convocare un tavolo e discutere il piano industriale con i sindacati.
Anzi, quanto del piano industriale dell’azienda è emerso sabato nelle pagine di “la Repubblica” ipotizza un futuro tutt’altro che roseo, la chiusura definitiva dello stabilimento.
Ormai, si è giunti così al terzo giorno di sit-in all’esterno dei cancelli dello stabilimento, dopo il blocco della statale sorrentina organizzato ieri dai sindacati; alcuni operai sono saliti su una gru e sembrano non intenzionati a scendere.

Cari commercianti, cittadini e studenti, - hanno scritto gli operai in una lettera aperta alla città - il nostro cantiere purtroppo, come riportato in un articolo pubblicato su “La Repubblica” sabato scorso riguardante il piano di ristrutturazione Fincantieri 2010-2014 redatto dal nostro amministratore delegato Giuseppe Bono, è destinato a chiudere. Da questa notizia emersa, lo stesso amministratore fino ad oggi non ha dato alcuna smentita, continuando però a ribadire che senza il bacino di carenaggio il cantiere non ha futuro. Questa notizia è sconvolgente per noi ma soprattutto per tutta la città, anche perché si tratta dell’unica realtà industriale che occupa circa 2mila persone tra dipendenti Fincantieri e dipendenti dell’indotto. Per questo vi chiediamo di partecipare venerdì 24 settembre ad una manifestazione che partirà da piazza Amendola. Inoltre il giorno 1 ottobre in massa parteciperemo ad uno sciopero che si svolgerà a Roma proprio per la cantieristica navale, e in quella stessa giornata vi chiediamo di serrare almeno per un’ora le vostre attività commerciali in segno di solidarietà nei nostri confronti. Sappiamo che chiediamo uno sforzo enorme, ma solo così riusciremo a smuovere questa situazione, da soli non riusciremo a vincere e abbiamo bisogno del vostro aiuto per far si che questa città torni ad una normale situazione economica dove tutti noi avremmo la possibilità di spendere i nostri guadagni presso le vostre attività”.

Quello che è certo, affermano ancora gli operai, è che «la protesta andrà avanti giorno dopo giorno secondo l'evoluzione della trattativa che si dovrà aprire».
A tutt’oggi,comunque, il principale bersaglio della loro protesta è duplice: da una parte il Governo, orfano di una pur banale programmazione di politica industriale, dall’altra la Regione, che sembra assecondare la volontà a trazione settentrionale di Tremonti.
«Diciamo alla politica, scrivono i lavoratori, che la smettano di infierire sul Mezzogiorno. Fincantieri di Castellammare vivrà se si fa il bacino di costruzione. Era stato promesso ed erano stati avviati studi di fattibilità», ma finora, nonostante il cambio di amministrazione, non se n’è fatto nulla.

Questo è un gioco al massacro, purtroppo…
Ancora una volta vince il modello Marchionne, anche quando si passa dal privato al pubblico.

2 commenti:

  1. non capisco tutta< questa politica.fincantieri puo'risollevarsi,puo' uscire da tutto questo.bastano fatti concreti.il governo e le istituzioni possono fare tanto per rissollevare le sorti di questa grende industria navale come e fincantieri.ne vade il futuro di tante persone.aiutiamo fincantieri

    RispondiElimina
  2. considero la chiusura della fincantieri di Castellammare un atto di guerra di questo governo leghista contro quel sud che si cerca di provocare per portarlo alla secessione volontaria. Rubare al sud per portare al nord
    sempre così dal 1860

    RispondiElimina