(da La Repubblica Napoli 28 settembre 2010)
La Fincantieri di Castellammare non chiuderà. La notizia arriva nel pomeriggio di ieri, dopo l'incontro a Roma tra sindacati Fiom, Fim e Uilm e l'amministratore delegato Giuseppe Bono a Roma. Scongiurata la chiusura dei due cantieri di Castellammare e di Riva Trigoso in Liguria, fatti salvi i posti di lavoro. Gli operai di Stabia tirano un sospiro di sollievo. Ma la tensione resta alta, perché oltre alla rassicurazione sulla chiusura, dalle alte sfere non arrivato nessun programma per il cantiere. Tutto è rimandato alla metà di ottobre, data del prossimo incontro tra la direzione di Fincantieri e i sindacati, dove si discuterà delle mosse da intraprendere.
L'accordo è scritto nero su bianco nel verbale redatto alla fine della riunione. "L'azienda, sottolineando che la crisi è ancora molto pesante - si legge nel documento - riconferma la validità degli accordi sottoscritti circa il mantenimento dei siti produttivi e dei relativi livelli occupazionali, utilizzando per sopperire agli scarichi gli strumenti congiunturali previsti dall'attuale normativa".
La direzione di Fincantieri fa marcia indietro, dunque. Mette le lancette indietro di nove mesi e riconferma l'accordo datato 18 dicembre 2009 firmato con l'allora ministro del Lavoro Claudio Scajola. In quel documento il governo, dietro l'impegno di commesse pubbliche e nuovi investimenti da fornire all'azienda, aveva ottenuto la salvaguardia degli otto cantieri e dei posti di lavoro, Castellammare inclusa. Nessuna delle promesse è stata mantenuta e l'azienda ha redatto un piano durissimo fatto di tagli e ridimensionamenti, anticipato da "Repubblica", a cui sono seguite le proteste dei lavoratori e dei sindacati. Proprio il clima degli ultimi giorni ha imposto una presa di posizione netta dell'azienda. Confermando l'esistenza del documento preparato a luglio per l'azionista ma spiegando che in realtà non era diretto al pubblico, l'ad Bono ha assicurato comunque che quel piano non verrà applicato.
Si riparte dal passato, dunque. Un passo avanti verso la trattativa. Che però resta incerta. L'ad Bono durante l'incontro ha annunciato un aumento progressivo della cassa integrazione che dalle 750 unità passerà a 3200.
I sindacati plaudono all'accordo ma confermano comunque lo sciopero del 1 ottobre. Un segnale che svela ancora una prospettiva incerta. "La Fim di Napoli apprezza le dichiarazioni dell'ad Bono - afferma il segretario generale della Fim Cisl Napoli, Giuseppe Terracciano - il verbale sottoscritto è sicuramente un buon inizio per delineare le prospettive industriali ed occupazionali del cantiere di Castellammare ma esse devono essere accompagnate da una missione produttiva per la prospettiva". Richiama l'intervento del governo e della Regione, Anna Rea, segretario generale Uil Campania: "È una prima positiva risposta la conferma degli impegni di Fincantieri, adesso la parola passa al governo nazionale e alle istituzioni locali. Adesso tocca al governo mantenere gli impegni presi nel 2009, mentre sono sicura che il presidente Stefano Caldoro avvierà da subito ciò che è necessario per rendere concreta la costruzione del bacino di carenaggio".
Chiede l'attenzione del governo anche la senatrice del Pd Teresa Armato: "Prendiamo atto positivamente dell'impegno assunto da Fincantieri ma ora il governo non può più stare a guardare". Intanto, tra gli operai, nonostante la soddisfazione per la buona notizia, regna l'incertezza. "Volevamo che Bono ritirasse il piano industriale - dice l'rsu Peppe Giovedì - siamo contenti che sia tornato sui suoi passi. Ma siamo senza prospettive. Come andremo avanti senza commesse?"
martedì 28 settembre 2010
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