venerdì 24 dicembre 2010

Non i soliti auguri di Natale, ma auguri scomodi...

...sono auguri di Natale scritti da don Tonino Bello, auguri che faccio miei perchè in essi trovo, indipendentemente dal sentimento di fede cristiana che li ispira, valori che trova fondamentali per il vero cambiamento...
Auguri a tutti!

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.
Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.

Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.

Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!

Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.

Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.

I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora,vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.
E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

Auguri alla mia citta: che sia una SAN GIORGIO NUOVA e non una nuova San Giorgio

A San Giorgio del Sannio serve un taglio netto col passato non la solita minestra riscaldata servita nel servizio da tavola di porcellana inglese!!!

Ho casualmente letto su Facebook che un giovane architetto sangiorgese sta lavorando al progetto di una torre-museo a Manhattan.
Ho visitato il suo sito ed ho potuto verificare che si tratta un progetto davvero interessante sia dal punto di vista architettonico che artistico perché vuole creare all’interno della baia di New York una struttura che si erge dalle acque verso l’alto e che, attraverso schermi a led distribuiti in maniera alternata su tutta la superficie tronco conica della struttura, diffonde immagini non stop relative alla seconda immigrazione americana degli anni 60 dalla quale è partita la crescita economica, sociale e politica americana.
Insomma, una sorta di icona tecnologica della città di N. Y e della sua capacità di integrazione che la ha resa, nel tempo, la città che è oggi.

Chi suggeriva la lettura di questa notizia, a corollario, commentava (anche se adesso i commenti sono stati cancellati e si non potrà più apprezzare l’alto livello di dibattito che ne è scaturito ed in più io sono stata segnalata come ospite indesiderata e non posso più accedere a quel profilo!): Se abbiamo giovani professionisti che immaginano nuove idee per New York perché non sperare di avere nuove idee anche per San Giorgio?
Beh, la domanda è assolutamente legittima ma non credo sia difficile trovare una risposta, o, almeno, io ho fatto una mia valutazione dei fatti e ho dato questa risposta:

Chi si chiede perché non sperare di avere nuove idee anche per San Giorgio forse dimentica che l'America, con tutte le sue contraddizioni, è la terra della libertà e delle libertà...qui a San Giorgio, il nostro microcosmo, e in Italia, il nostro macrocosmo, siamo tutti prigionieri...prigionieri di un pensiero criminale che ci attanaglia e dal quale, volente o nolente continuiamo a farci attanagliare: l'illegalità, la corruzione, la mafia dei colletti bianchi...
Come faremo mai a San Giorgio a debellare il cancro della favoropoli ultracinquantennale e delle piccole e grandi corruzioni legalizzate che caratterizzano i rapporti tra politica, amministrazione cittadina e popolazione?
E come faremo, a debellare questo cancro che ormai è in metastasi in un corpo civico che, soprattutto adesso, in tempo di crisi economica, ma non solo economica, sembra ancora più fragile rispetto a valori come etica, giustizia e legalità?

Secondo il mio modestissimo parere, non servono nuove idee e non serve una nuova San Giorgio ma idee NUOVE e una SAN GIORGIO NUOVA, non un vestito nuovo per idee vecchie, ma un approccio NUOVO, una novità che recide il vecchio come il taglio netto recide la tela di Fontana!!!

Non servono nuove facce, nuove idee nel senso di altre facce ed altre idee, servono facce DIVERSE da quelle di prima, idee DIVERSE da quelle di prima, e la diversità, signori miei, di questi tempi non è altro che concretizzare la normalità delle leggi e del diritto!

Oggi la novità vera è la normalità, non programmi e idee galattiche...un solo punto all'ordine del giorno: rispetto dei doveri e rivendicazioni dei diritti dell'uomo, dell'ambiente e degli animali...tutto il resto è ricaduta di questa unica e semplice norma!
Tuttavia, la tensione verso questa normalità, ora come ora, secondo me, a San Giorgio, anche se c'è chi si fregia dell'aggettivo "nuovo", non c'è ancora...la normalità è una sfida troppo grande e richiede un coraggio che gran parte di chi fa politica a San Giorgio non ha.

Anche si fregia dell’aggettivo “nuovo”, infatti, secondo me, ha perso una grossa occasione per mostrare a tutti di essere veramente un elemento di discontinuità, quello che io definisco come il grande taglio col passato, incisivo come la tela squarciata di Fontana, e questa occasione l’ha persa anche grazie a due errori notevoli: il nome che si è data questa nuova realtà civica e politica e i coordinatori del cosiddetto laboratorio civico.
E adesso vado a spiegare cosa intendo.

Partiamo dal nome, un nome, Nuova San Giorgio, che già da sé fa pensare ad una nuova realtà sì ma non ad una realtà nuova, ad un nuovo progetto sì ma non ad un progetto nuovo…se solo l’aggettivo “nuova” fosse stato posposto (ed è la stessa grammatica italiana, non io, che lo afferma, dal momento che l'aggettivo si pospone al nome quando il nome ha molta importanza e deve essere notato da chi legge, mentre si antepone quando l'attenzione deve essere posta più sul nome che sull'aggettivo… quindi, l’aggettivo si antepone ogni volta che esso ha senso generico oppure quando esprime una qualità essenziale del nome mentre,si pospone per dare un valore più intenso all'aggettivo)si sarebbe data, anche dal punto di vista della comunicazione, una percezione di novità vera per una volontà progettuale che, e questo mi sia consentito, per il momento resta solo presunta……
Siamo, infatti, secondo il mio modestissimo ed umilissimo parere, di fronte alla solita minestra riscaldata servita nel servizio di piatti buono di porcellana inglese!!!

E questo mio pensiero è chiarito attraverso l’anali del secondo punto di cui sopra:i coordinatori del Laboratorio civico, presentati in pompa magna qualche settimana fa.
Su tre coordinatori, due hanno una storia personale e lavorativa che li radica profondamente nel mondo cattolico locale e diocesano, cosa che, senza voler essere né maliziosi né malpensanti, fa immediatamente pensare alla necessità di avere all’interno del laboratorio civico una componente forte, anche e soprattutto in termini di bacino di voti potenziali, legata alla Chiesa e a quel mondo politico di centro che a San Giorgio è stato da sempre e in grandissima parte Democristiano prima, Margheritino poi e attualmente del Partito Democratico. Facce mai viste sui manifesti elettorali, sì è vero, ma facce che vogliono essere solo una calamita volta ad intercettare quel voto cattolico che si contrappone all’attuale dominio del centro sinistra.

Che altro dire, quindi?

Ancora una volta, come è stato finora per il centro sinistra, siamo di fronte ad una spasmodica ricerca, da parte del centro destra stavolta, solo ed esclusivamente dei voti e non di fronte alla volontà di creare partecipazione democratica alla vita politica ed amministrativa del paese e, conseguentemente, consenso.

Creare consenso è troppo laborioso e lungo, qui, invece, si tratta di vincere le elezioni amministrative di primavera!!!

Verrebbe quasi da dire che “tutto cambia perché nulla cambi” e mutuare per San Giorgio quanto accadeva nella Sicilia del Gattopardo: come in Sicilia l’avvento del Regno d’Italia appare al Principe di Salina come un mutamento senza contenuti perché quello che non muta è il carattere dei siciliani stessi, così per San Giorgio, dominata per oltre cinquant’anni da un concetto di politica feudale piuttosto che partecipata, l’avvento improvviso di una realtà politica, almeno apparentemente diversa da quella che finora ha dominato, non è determinante perché c’è alla base della comunità l’incapacità di cambiare un modo d’essere ormai radicato.

E’ dunque qui che si deve intervenire, su questa maledetta incapacità della gente di modificare se stessi e il proprio approccio alla politica che, seppur ormai non più condiviso, si è consolidato nel tempo ed è duro a scalfire.
E certo non si può pretendere di ottenere risultati eclatanti in soli cinque mesi di laboratorio, che poi è il tempo che ci separa dalle amministrative di primavera.

Tuttavia, non voglio essere totalmente pessimista: mi auguro, anche in previsione del Natale e del nuovo anno che è alle porte, che qualche risultato in termini di cambiamento dell’attuale stato dormiente del pensiero e dell’azione civica, si possa ottenere, il che significa, per me, che anche un solo cittadino sangiorgese esca dal chiuso della sua casa, del suo esercizio commerciale, del suo ufficio e decida di mettersi in gioco come cittadino che partecipa alla vita del suo paese per il bene della comunità mettendoci la faccia ed esponendosi in prima persona.
Del resto, e lo diceva Gandhi, non una emerita sconosciuta quale io sono: «Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo».

giovedì 16 dicembre 2010

Una mattinata di ordinaria follia all’ASL di Via XXIV Maggio

Stamattina mi sono recata alla struttura ASL di via XXIV Maggio a Benevento per un una visita specialistica ed ho potuto verificare sul campo la gran quantità di disservizi che gli utenti sono costretti a subire quotidianamente.

Voglio rendervene partecipi e soprattutto voglio invitare tutti quanti leggeranno questa mia breve nota a non fermarsi alla mera considerazione che “qua le cose vanno tutte storte” bensì a denunciare gli episodi negativi e a sollecitare le autorità competenti per la loro correzione.

In realtà, il disservizio inizia già prima di arrivare a via XXIV Maggio, dal momento che, all’atto della prenotazione telefonica mi era stato detto di recarmi alla struttura ASL di Via Avellino perché lì era sito l’ambulatorio di cui avevo bisogno.
Così ho fatto, dopo una strenua ricerca di un posto dove parcheggiare l’auto, ma alla mia richiesta di informazioni su dove fosse sito l’ambulatorio mi viene detto che il medico che stavo cercando ormai da due anni non prestava più servizio alla struttura di Via Avellino bensì a quella di via XXIV Maggio.

Prima incazzatura con smadonnamenti vari.

Mi reco, allora, alla sede ASL di Via XXIV Maggio e mi accorgo che non c’è più la cassa per il pagamento del ticket bensì un’unica cassa automatica, il cui utilizzo non è il massimo della semplicità, in particolare per gli utenti anziani, che poi sono una parte considerevole dell’utenza totale delle prestazioni ASL.
La fila alla cassa automatica, infatti, è notevole sia perché diverse nonnine non sono capaci di farla funzionare sia perché ogni tanto non dà il resto, causando le ire furibonde delle utenti non solo contro la cassa ma anche contro l’aumento indiscriminato dei ticket sanitari!
Arriva il mio turno e, meraviglia delle meraviglie non si riesce a capire quale sia l’importo che devo digitare sul display della cassa…l’unico aiuto viene da un foglietto attaccato al muro con lo scotch sul quale sono indicati sì gli importi per le diverse prestazioni sanitarie ma per numerose di esse sono presenti anche diverse correzioni fatte a penna, cosa che impedisce di capire innanzitutto quale sia l’informazione giusta (quella scritta a penna o l’altra) e soprattutto se l’informazione offerta sia attendibile oppure no dal momento che non si sa chi abbia fatto quelle correzioni (non ci sono timbri dell’ASL, non ci sono firme degli impiegati competenti, nessun indizio insomma).
Senza che ci sia nessuno nelle vicinanze che mi possa aiutare e nonostante tutti cerchino un fantomatico giovanotto che presta servizio civile e che sembra essere addetto proprio a dare le spiegazioni che mi servono, giovanotto che non si trova da nessuna parte, decido di andare a naso e digito: euro 18.90.
La macchinetta mi dà il resto e anche la ricevuta, meno male!

Salgo al piano di sopra e, questa volta seguendo delle efficaci indicazioni, trovo subito l’ambulatorio che cerco…tra un via vai di signore col camice che si affannano tra il bagno ed il distributore del caffè, consegno la mia impegnativa ed aspetto il mio turno.
Dopo qualche minuto, una signora col camice, che non so chi fosse, medico, infermiere, inserviente, amministrativo, o chissà chi, mi dice che il ticket che ho pagato è inesatto e che devo fare una integrazione di 10 euro…scopro, quindi, e sulla mia pelle, che le correzioni a penna sul tariffario erano legittime!

Scendo al piano terra e vado verso la cassa ma, meraviglia delle meraviglie, vedo una fila enorme e le guardie giurate che stanno ritirando i soldi dalla cassa…
M’imbestialisco!

Ma com’è possibile che in un momento di grande affluenza degli utenti le guardie giurate tengano fuori uso (l’operazione durerà in tutto una ventina di minuti) l’unica cassa disponibile?

Non siamo forse di fronte ad una interruzione di pubblico servizio, dal momento che le prestazioni non vengono erogate se prima non si dimostra di aver pagato il ticket?

Chiedo alle guardie di riaprire immediatamente la cassa ma quelli mi rispondono: “signò, e mica noi facciamo di capa nostra? A noi ci hanno comandato!”.., e pure loro hanno ragione, fanno solo il loro lavoro, probabilmente è chi sta sopra di loro che non si pone proprio il problema del disservizio che può creare una situazione del genere!!!

Comunque, dopo mezz’ora circa, riesco a pagare la mia integrazione, vado a fare la mia visita e scopro, fortunatamente, che non sto poi così tanto male come credevo…meno male…finché c’è la salute!

lunedì 6 dicembre 2010

Un impegno per Natale, un impegno per tutti giorni: consumi contenuti, niente sprechi, niente plastica, regali semplici e con materiali di riciclo...

Oggi sono uscita a fare la spesa e all'ipermercato, girando nei reparti tra gli addetti che aprivano imballaggi di ogni tipo per rimpinguiare gli scaffali, mi sono fermata a riflettere sul ruolo del packaging nel commercio e sulle conseguenze che l'eccessivo uso di plastica determina nel ciclo dei rifiuti.

Sembra una cosa normale comperare una cassetta di 6 bottiglie di acqua minerale o un mega flacone da 4 litri di ammorbidente o ancora regali impacchettati con doppi strati di cellophane...
Non pensiamo, sul momento, a quanta plastica ridurremo in rifiuti e al danno che, ahimè, anche noi, come persone singole o come famiglie, stiamo facendo all'eco sistema...
La plastica è ormai un materiale d'uso comune, quotidiano, rinunciarci sembra difficile, e quando, anche solo per un attimo, ci passa per la testa il pensiero che potremmo evitare di comperare quello o quell'altro oggetto in plastica, subito questo pensiero è scacciato dalla riflessione su cosa vuoi che sia il contributo di una sola persona rispetto all'inquinamento globale...
E intanto, questo stesso pensiero fatto da centinaia di migliaia, milioni di persone in tutto il mondo determina, in determinate aree del pianeta, situazioni tragiche quale quella di Napoli, ad esempio...
Eppure lo sappiamo tutti che la plastica è il maggiore fattore di inquinamento del nostro pianeta!
Innanzitutto a causa della sua origine, che risiede principalmente nel petrolio, comporta un primo livello di inquinamento dovuto alla sua estrazione, trasporto e stoccaggio degli idrocarburi; segue il processo di lavorazione del petrolio e della trasformazione in plastica, che comporta la produzione di emissioni nocive per la salute e per l 'ambiente; a questi si aggiungono i residui della produzione, di stoccaggio e smaltimento. Ma tutto questo continua anche quando ha esaurito il suo ciclo al servizio dell'uomo perchè la maggior parte delle plastiche non è biodegradabile, quindi se viene abbandonata nell'ambiente vi rimane per parecchi anni.

Nonostante tutto questo, comunque, noi continuiamo ad utilizzarla!

Non voglio essere retorica, non voglio essere ecologista a tutti i costi, non voglio essere più rompipalle del solito, ma credo che l'impegno di utilizzare quanta meno plastica è possibile ce lo possiamo prendere, per Natale ma anche per tutt o l'anno a venire e per i successivi!!!
Niente più shoppers di plastica nei supermercati (se non ci sarà la proroga da parte del ministro Prestigiacomo, dovrebbero essere eliminate dal prossimo 1 gennaio 2011) ma comode e capienti borse di cotone, detersivi alla spina, cibi e vini sfusi, maggiore uso di imballaggi e borse in carta, cui necessita aggiungere anche un modo di fare la spesa più responsabile, con un occhio particolare ad evitare gli sprechi....

Ce la possiamo fare?

domenica 21 novembre 2010

C'è una canzone che mi suona in testa....

C'è una canzone che mi suona in testa stamattina...la cantava, dopo averla anche scritta, un personaggio che ha anticipato la storia di oltre vent'anni, un personaggio senza peli sulla lingua, che nei suoi testi non aveva paura di citare fatti e persone e che, per questo motivo, fu censurato, ma che, per lo stesso motivo, fu amato tantissimo dal pubblico, un personaggio le cui canzoni, all'epoca, negli anni 80, non furono totalmente comprese ed apprezzate, sono oggi diventate icone dell'impegno giovanile, della volontà di cambiare, di portare avanti le proprie idee senza aver paura di nulla: Rino Gaetano.

La canzone che mi suona in testa è: "Ed io ci sto" del 1981.

"Mi alzo al mattino con una nuova
Illusione,prendo il 109 per la Rivoluzione,
e sono soddisfatto Un poco saggio un poco matto
Penso che fra vent'anni finiranno I miei affanni
Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po'
e mi accorgo che son solo,
in fondo è bella però è la mia età e io ci sto
Si dice che in America tutto è Ricco tutto è nuovo,
puoi salire In teleferica
su un grattacielo e farti un uovo,
io cerco il rock'n'Roll al bar e nei metrò,
cerco una bandiera diversa senza sangue sempre tersa
Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po'
e mi accorgo che son solo,
In fondo è bello però , è il mio Paese e io ci sto
Mi dicono alla radio statti calmo statti buono
non esser scalmanato stai tranquillo e fatti uomo
ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti,
e costi quel che costi la vincerò non ci son santi
Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po'
e mi accorgo che son solo,
ma in fondo è bella però è la mia guerra e io ci sto
cerco una donna che sia la meglio
che mi sorrida al mio risveglio
e che sia bella come il sole d'agosto
intelligente si sa
ma in fondo è bella però è la mia donna e io ci sto"

sabato 20 novembre 2010

Concerto di Elton John con i fondi UE...sarà vero?

...Diciamo che la provocazione di Borghezio, perchè l'indagine conoscitiva parte proprio dalla provocazione di Borghezio, è andata a buon fine: continuare a buttare fango in faccia alla Campania per esaltare, per contrasto, le virtù amministrative della Lega Nord...
In realtà, può darsi anche, e con una notevole probabilità, che parte dei soldi usati per Elton John siano stati presi dal gruzzoletto fornito dall'U.E. per ben altri scopi, ma questa è un'altra storia...
La Campania, come tutte le regioni del Sud, non è proprio capace di utilizzare le risorse che ha, e intendo non solo risorse economiche ma anche umane, paesaggistiche, imprenditoriali, culturali, per trasformarle in ricchezza per la comunità campana...questo è il nociolo della questione...ha ragione Philippe Daverio quando, ad Anno Zero, dice che a Pompei ci vorrebbero i Caschi Blu dell'Onu...io dico di più: vorrei un' amministrazione controllata dell'ONU per Napoli e Provincia nonchè il controllo ONU sull'amministrazione regionale!!!

giovedì 18 novembre 2010

Il pene e le mani che Berlusconi ha fatto riattaccare a due statue del 175 d. C. fanno ridere il mondo!!!

Media europei scatenatissimi: l’argomento odierno è, naturalmente, il celebre gruppo marmoreo, con i ritratti romani di Marco Aurelio e della moglie Faustina innestati sui corpi “greci” di Marte e Venere che, per volere di Silvio Berlusconi, è stato sottoposto a un intervento di chirurgia estetica che rischia di avere pesanti riflessi negativi sulla scultura del 175 dopo Cristo.
The Guardian scrive che
Silvio Berlusconi è noto per il suo entusiasmo per gli interventi di chirurgia estetica, ma non era conosciuto anche come estensore dei genitali alle sculture classiche!

Liberation è ancora più "cruda" nei confronti del Premier:
La richiesta espressamente fatta dal presidente al suo architetto personale, è in totale contraddizione con le drastiche regole italiane sui lavori di restauro sensibili. Questi, includono i restauri che non devono trarre in inganno lo spettatore e mostrare la differenza tra ciò che è veramente originale e ciò che è stato restaurato. “Perché le sculture in Cina sembrano essere così nuove mentre alle nostre mancano le braccia e le teste?” aveva chiesto Berlusconi al suo architetto quando la statua gli era stata consegnata. E mentre il Ministero della cultura ha subito una drastica diminuzione (-46% per il 2011), il costo del lifting (70.000 euro) è controverso, soprattutto dopo il crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei, il 6 novembre che ha causato uno scandalo e ha mostrato le cattive condizioni di molti siti.

Insomma, è come se qualcuno avesse preso le tempere marca Giotto per finire di punto in bianco un opera incompleta di un grande pittore, così, senza rispetto alcuno per l’arte e per il tempo in cui essa era stata, originariamente, realizzata.

Fortunatamente, però, questo rattoppo posticcio ed irrispettoso potrebbe durare molto poco: “La permanenza del gruppo a palazzo Chigi è, infatti,appesa al filo della crisi digoverno. E di conseguenza le aggiunte sulla bella dea e il virile compagno. Nel nulla osta del 29 marzo 2009 l’allora soprintendente di Roma Angelo Bottini — preso atto della richiesta giunta dalla presidenza del Consiglio dei ministri dopo che un anno prima il premier era rimasto folgorato dalle statue —disponeva infatti che “il prestito durerà fino alla fine della legislatura”. Una volta rientrati alle Terme di Diocleziano, dove si spera finiscano in fretta i lavori di ristrutturazione delle sale, Marte e Venere verranno probabilmente liberati dalle parti reversibili. Nessun museo accetta infatti nelle sue collezioni mani finte e attributi posticci”. Ma è anche possibile che le statue della Roma imperiale rischino ora di rimanere falsate e rovinate per sempre. Avevano resistito finora, potrebbero non riuscire a resistere alla frenesia del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi.

Elvira Santaniello presenta " Le dame e il cavaliere" a Benevento

Elvira Santaniello e Rete Rose Rosse Campania presentano, in collaborazione con Cooperativa Sociale R.A.P.P.S.S. e Brigate della Solidarietà Attiva, la proiezione del docu-film "Le dame e il cavaliere" di Franco Fracassi.


Si tratta di un documentario su Berlusconi che in Italia nessuno ha voluto distribuire e che, se venisse approvata la cosiddetta legge bavaglio, diverrebbe fuorilegge.

La proiezione sarà seguita da un dibattito, molto attuale peraltro, sul duplice tema da una parte della realtà descritta nel film, dove il sesso e il potere si mescolano per portare avanti gli interessi del premier, dall’altra quella della libertà di informazione, in un paese in cui le verità scomode sono cancellate.

Modererà il dibattito il giornalista Luigi La Monaca. Interverranno Giulia Migneco, una dei produttori della video inchiesta, politici ed amministratori locali, associazioni e, ne siamo certi, tanti cittadini.

L'appuntamento è per DOMENICA 21 NOVEMBRE Ore 18.30 presso L@P Asilo31 Via Firenze (Rione Libertà) Benevento (ovvero presso l'ex Asilo di Via Firenze affidato dal Comune di Benevento alla gestione della Coop. Soc. degli insegnanti precari sanniti)".

martedì 16 novembre 2010

"Così in terra, come in cielo" di don Andrea Gallo

Ieri sera a "Vieni via con me" l'unico di sinistra è stato Don Gallo...angelicamente anarchico...prete rosso...prete ribelle riguardo alle posizioni più critiche della chiesa: il testamento biologico, l'immigrazione, la liberalizzazione delle droghe, l'aborto...un talebano dei diritti degli uomini in generale e degli ultimi in particolare...un esempio per la sinistra italiana oggi troppo vuota e troppo parolaia...

Di seguito uno dei racconti del nuovo libro di Don Gallo, "Così in terra, come in cielo"

Mi hanno rubato il prete
Fui rimosso dall’incarico nel 1963. La motivazione ufficiale non la conosco ancora, però sospetto abbia a che fare coi miei metodi “licenziosi”. Nel gennaio 1965 mi spedirono come viceparroco alla Chiesa del Carmine, in pieno centro storico, sotto l’Albergo dei poveri. Era un quartiere popolare, di portuali e operai, con abitazioni inagibili e un mercato rionale quasi indecente. Giravo nei vicoli, sostavo fra i banchi, passavo in edicola, discutevo col salumiere che era convinto che mi piacesse il prosciutto ma comprassi la mortadella perché ero tirchio e volevo spendere meno. La zona era anche frequentata da famiglie borghesi in quanto vicinissima all’Università e al Liceo Colombo, dove nel ’68 nacque il movimento studentesco. Fu un periodo di grandi stravolgimenti: con il Concilio Vaticano II la Chiesa decideva di leggere i segni dei tempi, i giovani si impegnavano nel sociale, dibattevano sulla riforma scolastica e la guerra in Vietnam, nascevano piccole comuni, cresceva la partecipazione civile. Fu un risveglio e un contagio di idee, una primavera a tutti gli effetti. La mia parrocchia diventò un punto di riferimento, l’agape, un luogo di forte comunione e sinergia. Alla messa di mezzogiorno trattavo i temi di attualità, ero nettamente schierato al fianco degli ultimi, cominciai a tenere due leggii: da una parte il Vangelo, dall’altra il giornale. Evidentemente qualche zelante non approvava le mie omelie e avvisò la Curia. L’episodio che scatenò l’indignazione dei benpensanti fu la mia predica alla scoperta di una fumeria di hashish nel quartiere. Invece di inveire contro chi rollava qualche spinello ricordai quanto fossero diffuse e pericolose altre droghe, per esempio quella del linguaggio, talmente fuorviante che poteva tramutare “il bombardamento di popolazioni inermi” in “un’azione a difesa della libertà”. Apriti cielo.
Il parroco Don Emilio Corsi per ordini superiori dovette registrare di nascosto le mie prediche, poi mi chiese scusa, dimostrandomi tutto il suo affetto, e si rifiutò di continuare. Ma ormai la Curia aveva stabilito che promuovevo la politica e non il Vangelo e nel 1970 mi inviò un provvedimento di espulsione.
Addirittura il vescovo Chiocca telefonò a mia madre chiedendole di fare pressioni su di me affinché scegliessi “obbedienza o catastrofe”. Optai per l’obbedienza e per loro fu una catastrofe. Prima della mia partenza ci fu una sollevazione popolare inaspettata. Tutta la città reagì, tanto che della storia di questo pretino si dovettero occupare anche i quotidiani, perfino Le Monde seguì la vicenda e scrisse che “avevo il torto di essere stato fedele al Concilio.”
Le gente del quartiere inviò una lettera di protesta con 2370 firme (a cui non seguì alcuna risposta), organizzò una veglia di preghiera, occupò la chiesa per esprimere totale disapprovazione al mio allontanamento. Il 1 luglio 1970, mentre io stavo barricato in una trattoria, venni chiamato in piazza e lì trovai oltre duemila persone a manifestare. Rimasi colpito. Avevo deciso di non contestare il provvedimento, invece capitai nel bel mezzo di una mobilitazione popolare, dove il professore universitario teneva a braccetto lo spedizioniere, il fabbro la vecchietta, i figli delle prostitute alzavano i cartelli insieme ai figli dei grandi professionisti. Che commozione. Mi diedero un megafono e questo fu il mio saluto: “E’ vero, esiste un profondo dissenso fra me e la Curia, ma un dissenso di amore e di profonda, convinta ricerca della verità. La cosa più importante è che si continui ad agire perché i poveri contino. Ci incontreremo ancora. Ci incontreremo sempre. In tutto il mondo, in tutte le chiese, le case, le osterie. Ovunque ci siano uomini che vogliono verità e giustizia.
” Il 1 luglio 1970 un bambino piangeva sugli scalini della mia chiesa e quando il vigile gli chiese perché, lui rispose: “Mi hanno rubato il prete”.

...sortire dai problemi tutti insieme, ma con una peculiarità: partire dagli ultimi..

Don Alfonso Gallo, la sinistra nella cristianità

lunedì 15 novembre 2010

Il primo discorso di Aung San Suu Kyi: «Non perdete la speranza»

"La base della democrazia è la libertà di parola - ha detto il premio Nobel per la pace nel suo primo discorso da donna libera - e anche se penso di sapere cosa volete, vi chiedo di dirmelo voi stessi. Insieme, decideremo quello che vogliamo, e per ottenerlo dobbiamo agire nel modo giusto. Non c'è motivo di scoraggiarsi...Niente può essere raggiunto senza la partecipazione della gente. Dobbiamo camminare assieme...C'è democrazia quando il popolo controlla il governo. Accetterò che il popolo mi controlli."



Proprio come in Italia, dove chi prova a contrastare o contestare il Governo o il Presidente del Consiglio è comunista, dove i gudici sono comunisti, i precari sono comunisti, i manifestanti nelle piazze sono comunisti....Altro che Aung San Suu Kyi e i suoi inviti a controllare il suo lavoro!!!
Qua stiamo al regime!!!

mercoledì 10 novembre 2010

Benigni e Berlusconi...un binomio che viene da lontano

Questo era Berlusconi nel 1996...14 anni fa...estremamente interessante vista l'attualità dei contenuti...



Questo è Berlusconi nel 2010...l'altro ieri per la precisione...cosa è cambiato rispetto a 14 anni fa?

lunedì 1 novembre 2010

L'aneme d' 'o priatorio, l'aneme pezzentelle...


L'aneme d' 'o priatorio, l'aneme pezzentelle, le anime abbandonate del Cimitero delle Fontanelle di Napoli, ossa anonime, accatastate nelle cave di tufo fin dal 1656, l'anno della peste, fino all'epidemia di colera del 1836. Le anime pezzentelle per i napoletanoi sono sempre state un ponte tra l'aldilà e la terra, un m...ezzo di comunicazione tra i mondi dei morti e i mondi dei vivi, segno di speranza nella possibilità di un aiuto reciproco tra poveri che scavalca la soglia della morte: poveri sono infatti i morti, per il semplice fatto di essere morti e dimenticati, e poveri i vivi che vanno a chiedergli soccorso e fortuna. Così i napoletani cominciarono ad affezionarsi a queste anime e anche ai loro resti: adottavano nel vero senso della parola un teschio e da quel punto in poi il cranio diventava parte della famiglia del devoto. Il cranio veniva pulito e lucidato, e poggiato su dei fazzoletti ricamati lo si adornava con lumini e dei fiori. Il fazzoletto era il primo passo nell'adozione di una particolare anima da parte di un devoto e rappresentava il principio affinché la collettività adottasse il teschio. Al fazzoletto si aggiungeva il rosario, messo al "collo" del teschio per formare un cerchio; in seguito il fazzoletto veniva sostituito da un cuscino, spesso ornato di ricami e merletti. A ciò seguiva l'apparizione in sogno dell'anima prescelta, la quale richiedeva preghiere e suffragi.I fedeli sceglievano chi pregare e a chi offrire i lumini nelle loro visite costanti e regolari. Solo allora il morto appariva in sogno e si faceva "riconoscere".In sogno comunque la richiesta delle anime è sempre la stessa: tutte hanno bisogno di refrisco.
La frase ricorrente nelle preghiere rivolte alle anime purganti era infatti la seguente: «A refrische 'e ll'anime d'o priatorio». Si pregava l'anima per alleviare le sue sofferenze in purgatorio, creando un vero e proprio rapporto di reciprocità, in cambio di una grazia o dei numeri da giocare al lotto. Se le grazie venivano concesse il teschio veniva onorato con un tipo di sepoltura più degno: una scatola, una cassetta, una specie di tabernacolo, secondo le possibilità dell'adottante. Ma se il sabato i numeri non uscivano o se le richieste non erano esaudite, il teschio veniva abbandonato a se stesso e sostituito con un altro: la scelta possibile era vasta.I teschi, inoltre, non venivano mai ricoperti con delle lapidi, perché fossero liberi di comparire in sogno, di notte. Secondo la tradizione popolare infatti l'anima del Purgatorio rivelava in sogno la sua identità e la sua vita. Il devoto ritornava allora sul luogo di culto, raccontava il sogno, e se l'anima del teschio era particolarmente benevola, si concedeva a tutti di pregare lo stesso teschio determinando così una sorte di santificazione popolare.
Utili erano tutti i tipi di segni che potevano venire alle anime. Così un teschio che non sudava, cioè che non accumulava condensa da umidità, era segno di una sofferenza dell'anima abbandonata e cattivo presagio. In questo caso si chiedeva soccorso a Gesù e, soprattutto, alla Madonna.L'unico mezzo di comunicazione tra i vivi e i morti era il sogno; dai sogni spesso nascono così varie personificazioni delle anime "pezzentelle", ed ecco moltiplicarsi le diverse figure di giovinette morte subito prima del matrimonio, di uomini morti in guerra o comunque in circostanze drammatiche e singolari.Il culto fu particolarmente vivo negli anni del secondo conflitto mondiale e del primo dopoguerra: la guerra aveva diviso famiglie, allontanato parenti, provocato morti, disgrazie, distruzioni, miseria. Non potendo aspettarsi aiuto dai vivi, il popolo lo chiedeva ai morti, e l'evocazione delle anime purganti diventa insieme la concreta rappresentazione della memoria e la speranza di sottrarsi miracolosamente all'infelicità e alla miseria. Preoccupato per il feticismo insito nel culto delle anime pezzentelle, nel 1969 l'arcivescovo di Napoli, card. Corrado Ursi, dispose l'interdizione ai fedeli del Cimitero delle Fontanelle, che veniva riaperto solo in occasione del Maggio dei Monumenti. Il 23 maggio 2010 una pacifica occupazione degli abitanti del Rione Sanità ha convinto l'Amministrazione Comunale a riaprirlo. Da quel giorno il Cimitero è realmente di nuovo accessibile.

domenica 31 ottobre 2010

Il 31 ottobre non è soltanto Halloween...

Oggi si ride, si scherza, è Halloween...ma 8 anni fa, a San Giuliano di Puglia, a causa di un terremoto dell’8° grado della scala Mercalli, morirono 27 bambini e una maestra, tra le macerie della loro scuola...di loro non ci si può scordare, non ci si deve scordare...
In tutta la zona, crollò un solo edificio, la scuola: l'istituto “Francesco Jovine”.


La tragedia fu così pesante che seguirono subito le polemiche: si cominciò a parlare della cattiva qualità della costruzione, tra l'altro ristrutturata ed ampliata da poco. Vennero così avviate indagini per determinare le responsabilità del crollo: le indagini stabilirono che, nonostante la scuola avesse subito rimaneggiamenti e persino una sopraelevazione, bambini e maestre vi erano stati fatti entrare senza neppure un collaudo. Il procuratore Magrone nella sua requisitoria nell'aula del processo di primo grado sottolineò che la vicenda della scuola di San Giuliano rappresenta l'Italia peggiore, «quella delle violazioni, del sistematico calpestamento delle leggi e delle normative».

Il 13 luglio 2007, nonostante la mole di elementi portati dall'accusa nell'aula di udienza, i sei imputati nel processo per le morti conseguite a quel crollo - costruttori, progettista, tecnico comunale e sindaco - furono assolti in primo grado dal giudice monocratico Laura D'Arcangelo.

Il 15 gennaio 2008 cominciò il processo di appello. Il 26 febbraio 2009 la corte di appello di Campobasso affermò le responsabilità di cinque imputati - due costruttori, il progettista, il tecnico comunale e il sindaco - infliggendo loro pene tra i due e i sette anni.

La Corte di Cassazione il 28 gennaio 2010 ha definitivamente stabilito che i cinque imputati sono colpevoli. Inoltre, ha confermato la condanna a 2 anni e 11 mesi per l'ex sindaco di San Giuliano di Puglia, Antonio Borrelli, e ha disposto che per altri quattro imputati - Giuseppe La Serra (progettista della sopraelevazione crollata) e Mario Marinaro (tecnico del Comune) e i costruttori Giovanni Martino e Carmine Abiuso - sia rideterminata l'entità della pena dalla Corte di appello di Salerno[5]. «Volevamo dei responsabili e ora ci sono - ha detto Antonio Morelli, portavoce dei genitori delle piccole vittime, commentando la sentenza della Cassazione - volevamo giustizia e verità e l'abbiamo avuta».

venerdì 29 ottobre 2010

Ancora satira!

E adesso un pò di satira!!!

La lieta conclusione della storia della Scuola Elementare S.Giacomo e dei suoi soffitti gocciolanti

Sin dal primo giorno del nuovo anno scolastico, mi sono occupata, nel mio duplice ruolo di Responsabile regionale della Rete Rose Rosse e di Responsabile del Presidio di Legalità e Giustizia di San Giorgio del Sannio, nell’ambito del monitoraggio delle attività delle amministrazioni locali su tutto il territorio regionale e sannita, delle condizioni di sicurezza e igiene dell’edificio della Scuola Elementare San Giacomo di San Martino Sannita, la scuola dei miei figli.

Ripetuti sono stati i miei interventi presso il Comune di San Martino Sannita, proprietario dell’immobile, e presso la Direzione Scolastica, interventi in cui sollecitavo la verifica delle condizioni di sicurezza e di igiene dell’immobile, alla luce di pregresse e continuate infiltrazioni d’acqua piovana dai soffitti di alcune aule.

Dopo numerosi scambi di lettere e una riunione con la Dirigente Scolastica, il Responsabile di Prevenzione e Sicurezza della Scuola ed il Sindaco nonché un’ulteriore riunione allargata alle famiglie degli alunni, alcuni genitori, forse sobillati o male informati, mi hanno perfino insultato, contestandomi un’ eccessiva enfatizzazione del problema infiltrazioni nonché una sorta di procurato allarme, da me, invece, mai neanche ipotizzato nelle lettere che ho scritto ai soggetti competenti (e qui vale il motto “verba volant, scripta manent”) .


FINALMENTE


a dimostrazione che le mie non erano fisime personali o interventi pseudo - politici, contro o a favore di alcuno, e a rafforzare il detto che “il tempo è sempre galantuomo”, è di oggi (28/10/2010) l’affissione all’albo della Scuola delle comunicazioni ufficiali da parte del Comune e della Direzione Scolastica relative all’avvio immediato “di lavori di somma urgenza” al tetto della Scuola San Giacomo.

Lavori che, lo ricordo, durante la riunione con le famiglie degli alunni, erano stati definiti dal Sindaco come non urgenti e per i quali, comunque, non vi erano sufficienti fondi disponibili.

La Rete delle Rose Rosse ed il Presidio di Legalità e Giustizia di San Giorgio del Sannio, nel gioire per la soluzione ai problemi segnalati, fanno le seguenti considerazioni:

■ Solo chi non combatte non vince! E’ vero che, a volte, si perdono delle battaglie (e mi riferisco alle offese personali e gratuite che ho ricevuto in assemblea e al travisamento artato delle problematiche da me segnalate) ma alla fine le verità vengono sempre a galla come i nodi al pettine.
■E’ inutile dire che la Rete delle Rose Rosse non ne fa, ovviamente, una questione personale, tant’è che, anche attraverso questa nota, formalmente ringrazia l’Amministrazione Comunale di San Martino Sannita per la risoluzione del problema e per l’attenzione data alle mie segnalazioni in merito.
■ Infine, ma qui entro nel campo nella pura utopia, la sottoscritta, questa volta a titolo personale in quanto mamma, potrebbe legittimamente aspettarsi un po’ di scuse e qualche grazie per averci messo, unica e sola, la faccia in questa battaglia, con l’unico scopo di salvaguardare il benessere dei nostri bambini all’interno della comunità scolastica.

mercoledì 20 ottobre 2010

Il gioco del silenzio

Quando eravamo bambini, spesso, a scuola, le maestre ci facevano fare questo gioco sciocco per indurci a stare zitti per un po’. E noi tacevamo, perché chi più taceva avrebbe vinto e, magari, sarebbe diventato capoclasse per un giorno…

Da adulti, invece, giorno dopo giorno, ci accorgiamo che il silenzio è un’arma, non più un gioco, un’arma che ferisce più di una spada…il silenzio non è più assenza di parole ma presenza assordante di parole non dette, di quelle parole che, appunto perché non dette, fanno più male dei pugni in pieno viso…
E’ il caso, ad esempio, dei silenzi all’interno della coppia, quei silenzi tra moglie e marito che cominciano con un qualsiasi diverbio, si stratificano a volte, purtroppo, attraverso interminabili momenti di labbra cucite, si accrescono nelle incomprensioni e si trasformano, troppo spesso, non solo in indifferenza, ma in ostilità…

E’ il caso dei silenzi tra gli amici, amici che diventano, quasi sempre incomprensibilmente nemici: per invidia, per gelosia o perché divisi da amori, affari o da chissà che cosa.

E’ il caso dei parenti divisi da litigi rabbiosi per un’eredità, parenti che per tutta la vita si evitano, si ignorano, a volte anche di fronte alla morte.

E poi i silenzi di chi sa di essere bugiardo, i silenzi di chi sa già dove, come e quando ti colpirà alle spalle…

I silenzi dei saccenti che, sicuri di essere soltanto loro nel giusto, tacciono, quasi per una sorta di rispetto di fronte ai tuoi sfoghi per poi, subito dopo, compiangerti per la tua pochezza morale o tradirti nel nome, ca va sans dire, della verità, la loro verità.

Il silenzio uccide quando diventa insensibilità: chiusura agli altri, a tutti gli altri; quando si trasforma in vile inganno o costruisce falsità, dispetti, vendette ed si perde nei deliri di onnipotenza; quando si trasforma in menzogna e semina zizzania; quando diventa pesante perché avvelena e divide.

Troppi danni hanno fatto e fanno questi silenzi, silenzi testardi, silenzi sbagliati, silenzi inaspettati e, appunto per questo, sorprendentemente dolorosi…

Basterebbe riempirli questi silenzi, basterebbe…ma ci vuole coraggio, e il coraggio non è da tutti.

lunedì 18 ottobre 2010

La barzelletta del giorno


Sei malato di comunismo? I tuoi amici ti evitano? I tuoi familiari ti scherniscono? Persino il tuo cane l'ha capito e fa la pipì sulle tue ciabatte? La soluzione a tutto questo è davanti ai tuoi occhi e questo è il tuo momento per coglierla! Oggi ti offriamo la "Guida avanzata al Mastellismo"! Con i consigli del maestro Clemente potrai scegliere il percorso di recupero più adatto a te: 1) Basic - Programma "Radical-chic", ricìclati nel Partito Democratico, solo per oggi a soli 99€! 2) Medium - Programma "Non è mai troppo tardi", ricìclati nell' UdC, a soli 299€! 3) Advanced - Programma "Perché accontentarsi?", ricìclati nel PdL, contattaci per un preventivo personalizzato! Decine di migliaia di persone l'hanno già fatto! Walter Veltroni, Giuliano Ferrara e molti altri sono solo alcuni che oggi sono rinati grazie al nostro programma!!! Non lasciarti sfuggire questa occasione, chiamaci oggi!!!

sabato 16 ottobre 2010

La strategia della distrazione ovvero come parlare di tutto tranne che delle infiltrazioni dal tetto della Scuola!!!

Giovedì, durante l’assemblea dei genitori, insieme anche al Sindaco, alla Dirigente Scolastica e alla Responsabile del Plesso, per chiarire la vicenda delle infiltrazioni d’acqua dal tetto della Scuola Elementare San Giacomo di San Martino Sannita ho avuto la testimonianza diretta della veridicità della teoria di un grande, forse il più grande, teorico della comunicazione, Noam Chomsky, la teoria della “strategia delle distrazione”.

La “strategia della distrazione” è il primo dei dieci principi individuati da Chomsky nei suoi studi relativi alle metodologie usate dalle grandi lobbies (politici, imprenditori, pubblicitari, etc) per il controllo e la manipolazione dell’opinione pubblica.
Tale strategia è definita da Chomsky come l’elemento primordiale del controllo sociale e consiste nel deviare l’attenzione delle persone dai problemi importanti dando loro continue distrazioni e informazioni insignificanti.
Il punto principale di questa strategia, quindi, è mantenere la gente occupata, senza nessun tempo per pensare.

Detto questo, mi corre l’obbligo di raccontare brevissimamente cosa è successo:
il primo intervento, quello della Dirigente scolastica, dopo una breve parentesi sul rapporto di fiducia che deve esserci sempre tra Scuola e famiglie, ha confermato che il soffitto di un’aula ha delle perdite e presenta macchie di umidità, che è stato fatto un primo intervento d’urgenza da parte di alcuni operai del Comune ma che, il giorno dopo, le infiltrazioni si erano presentate anche in un’altra aula.

Il secondo intervento, quello del Responsabile Prevenzione e Sicurezza della Scuola ha dato esclusivamente informazioni relative al Decreto 81 del 9 aprile del 2008 che è la legge cui fare riferimento per l’argomento sicurezza nelle scuole.

Il terzo intervento, quello del Sindaco, ci ha fornito informazioni sulla stabilità e staticità della scuola e sulla sua resistenza ai sismi nella prima parte, per incentrarsi, poi, solo ed esclusivamente su una persona che con lettere, articoli di stampa e volantini distribuiti ai genitori avrebbe fatto allarmare la popolazione.

Dal momento che l’unica persona che aveva scritto lettere e un articolo sulla stampa nonché distribuito un volantino informativo ai genitori, sono io, ho ritenuto opportuno intervenire affermando a gran voce che io non avevo mai parlato di pericoli imminenti bensì avevo solo chiesto informazioni, chiarimenti e verifiche sulle condizioni del tetto, dal momento che già l’anno scorso si era presentata la stessa problematica.

L’incontro si è concluso di lì a poco, con un appuntamento di massima per la prossima settimana per verificare se nella scuola ci piove ancora oppure no.

Ora, dopo due giorni e a mente fredda, mi viene spontaneo chiedermi: ma non ci eravamo riuniti per capire se nella scuola c’erano veramente delle infiltrazioni, se è legittimo che i bambini continuino a far lezioni in ambienti umidi, quali provvedimenti è necessario prendere per ovviare a questa situazione e soprattutto chi li debba prendere?

A tutte queste domande non è stata data risposta.

La strategia della distrazione, evidentemente, colpisce ancora!!!

mercoledì 13 ottobre 2010

Bibi Aisha, una donna vittima della follia dei talebani

Quando ha ricevuto l'Enduring Heart Award dalle mani di Mary Shriver, moglie del governatore Arnold Schwarzenegger ed esponente del clan dei Kennedy, sfoggiava un sorriso smagliante, ma soprattutto un naso nuovo, anche se ancora un protesi. Protagonista è Bibi Aisha, la 18enne a cui il marito ha tagliato il naso.

A 16 anni, Aisha è stata costretta dal padre a sposare un talebano, spesso assente, ma la famiglia del marito la trattava "come una schiava", come lei stessa ha detto, oltre a farla a dormire in una stalla con gli animali. Ha provato così a scappare, ma, scoperta, è stata condannata da un giudice talebano all'amputazione di naso e orecchie. Ad eseguire la condanna, lo stesso marito, che l'ha poi abbandonata sulle montagne del sud dell'Afghanistan, dove è stata ritrovata in fin di vita e trasferita a Kabul, grazie all'associazione Women for Afghan Women.


Alla ragazza, il Time dedicò una copertina e ora ha ricevuto il premio, l'Enduring Heart Award appunto, che la fondazione Grossman Burn consegna alle donne coraggiose vittime della barbarie umana. E sarà proprio la fondazione californiana a finanziare l'operazione al naso. Come tutti, la fondazione californiana è stato scioccata dalla copertina di Time Magazine con il viso sfigurato della ragazza, che ha tentato di scappare dal marito talebano. Alla Shriver Aisha ha risposto con un sentito "thank you so much", grazie mille, consapevole che nei prossimi mesi per lei la vita cambierà completamente. <
Glielo auguriamo!!!

La barzelletta del giorno



L'intelligenza e' come la biancheria intima:
tutti dovremmo portarla, nessuno dovrebbe mostrarla.

I provocatori

Negli ultimi giorni mi è capitato spesso di confrontarmi con persone che mi sembrava provassero un piacere, addirittura fisico direi, nel contraddirmi, nell’attaccarmi, nel volermi sopraffare anche ad alta voce…

Mi sono chiesta, allora, ed ho cercato risposte nella letteratura psicologica e psichiatrica a riguardo, ma chi sono veramente questi provocatori?

Secondo la psicologia si tratta di persone che apparentemente fanno di tutto per innervosire gli altri: con un'aggressione verbale, un'opinione contraria o un modo di vestire fastidioso.

Si tratta spesso di individui che cercano solo di indurre nell'altro una reazione, cercano un'attenzione che diversamente pensano di non potere avere. Provocare, del resto, è il tentativo di innescare un dialogo, anche se con mezzi irritanti. La provocazione, comunque, è un'azione che può nascondere profondi disagi.

Il provocatore teme l'indifferenza più di tutto. Destabilizzare gli altri gli permette di porsi al centro. Secondo numerosi psichiatri i provocatori sono persone cui, da bambini, è mancata l'attenzione dei genitori o che hanno avuto un'educazione troppo repressiva e che, una volta adulti, cercano nello sguardo degli altri l'interesse che è stato negato loro nell'infanzia.

Vogliono, dunque, restare eterni adolescenti perché l'adolescenza è il momento in cui l'individuo si definisce, staccandosi dai genitori ed è quindi normale che ci si opponga, si provochi, per costruire se stessi e diventare adulti.

Ma c'è chi non esce mai dalla fasce adolescenziale e continua ad aggredire!

I provocatori sono persone che, se si sentono a disagio, parlano a sproposito, stuzzicano, rispondono male. Insomma, fanno uscire dai gangheri chi hanno di fronte!

In questo modo mascherano la loro insicurezza. I provocatori non si interrogano su di sé, non hanno opinioni particolari. Piuttosto che interrogarsi su ciò che essi stessi sono, su ciò che pensano, si appoggiano sul già detto e si riprendono le opinioni degli altri, ribaltandole.

In virtù di tutto ciò, cosa fare quando si ha di fronte un provocatore?

Sicuramente non bisogna fare il suo gioco: prenderlo di petto significherebbe dare adito alla sua aggressività. Nell'immediato, meglio lasciare cadere le sue affermazioni, prenderle con humor e ritornarci sopra in seguito, quando i toni si sono smorzati. Nei casi estremi essere d'accordo con chi aggredisce può essere il mezzo più adatto per disarcionarlo.

In generale, la cosa migliore è non rispondere, andarsene, lasciare il provocatore da solo.

Nelle ultime due volte che mi è capitato, ho sicuramente sbagliato ad accettare la sfida, ho provato ad ascoltare le loro ragioni, ed ho sbagliato.

La prossima volta un bel vaffanculo e la cosa si chiude lì!

martedì 12 ottobre 2010

La barzelletta del giorno

Ad un comizio politico arriva Bossi, e la folla urlante:
- Bossi, Bossi, Bossi.
Bossi comincia il comizio:
- Amici della lega....
- Bossi, Bossi, Bossi....
- Camicie Verdi !!
- Bossi, Bossi, Bossi.
- Vi devo dare una notizia terribile !!
- Bossi, Bossi, Bossi.
- Tra di noi c'e' uno stronzo !!
- Bossi, Bossi, Bossi.

Pubblicato il rapporto 2009 sulle pari opportunità tra uomini e donne («gender gap») stilato dal World Economic Forum

Nel rapporto 2009 sulle pari opportunità tra uomini e donne («gender gap») stilato dal World Economic Forum, l'Italia è scesa dalla 67esima allla 72esima posizione,superata da Vietnam, Romania e Paraguay e preceduta di poco dalla Tanzania...e ch'avimma dicere cchiù: chest'è!!!

Al primo posto si piazza l'Islanda (quarta nel 2008), davanti a Finlandia, Norvegia e Svezia. Seguono Nuova Zelanda, Sudafrica, Danimarca e Irlanda. Sorprendente il Lesotho al decimo posto (dal 16esimo), davanti a tutti i big europei: la Germania è 12esima, il Regno Unito 15esimo (entrambi in leggero calo), la Spagna 17esima e la Francia 18esima. Agli ultimi posti nel Vecchio Continente Repubblica Ceca (74esima) e Grecia (86esima). Il rapporto assegna poi il 31esimo posto gli Usa, in discesa di 3posizioni e il 75esimo al Giappone.

Il testo completo del Rapporto (in inglese) è disponibile qui

lunedì 11 ottobre 2010

La barzelletta del giorno


"Tiziano Ferro è gay. E allora?

Cosa dovremmo dire del fatto che Silvio Berlusconi è Presidente del Consiglio???"

Le prime piogge mettono già in ginocchio le città

Oggi prima pioggia d'autunno, insistente e copiosa...tanti i grossi e pericolosi pantani nelle strade urbane di San Giorgio del Sannio e sul raccordo autostradale per Benevento...mezz'ora di fila per uscire dal raccordo e non so quante buche prese...benvenuto autunno!!!

Tuttavia, non credo che sia tutta colpa dell'autunno..il problema ha molte sfaccettatura: mancanza di manutenzione delle strade, occlusione dei tombini (e nessuno che va a ripulirli), cattiva abitudine della gente di prendere la macchina anche per andare a prendere il pane dal fornaio (perchè piove e poi ci si bagna se si va a piedi), mancato utilizzo dei mezzi pubblici per andare a scuola o a lavoro e intasamento totale delle strade con centinaia di macchine in cui viaggia una sola persona (e se ci si mettesse d'accordo quantomeno ed si andasse a scuola o al lavoro in 2 o in 3 per auto? si ridurrebbe il numero delle auto per strada ed anche le emissioni di gas di scarico)...e non mi si dica che vorrei un mondo perfetto, perchè sono convinta che se tutti ci impegnassimo un pò di più ci si potrebbe almeno provare a riuscirci!!!

sabato 9 ottobre 2010

Lo sfacelo sociale e civile di San Giorgio del Sannio

L’ultimo episodio di devianza avvenuto a San Giorgio del Sannio solo ieri pomeriggio, un uomo che si masturbava guardando le giovani pattinatrici che si allenavano in via dei Sanniti, è la testimonianza della sfacelo civile e sociale che regna a San Giorgio del Sannio!

Io stessa ho assistito ad un episodio analogo in un vicoletto presso Via San Francesco alle 5 del pomeriggio ed ho dovuto allontanare di corsa i miei figli che intanto mi chiedevano cosa fossero quei gemiti che avevano sentito.
Ho avvertito anche delle persone che sapevo abitassero nei palazzi limitrofi affinché la cosa non passasse sotto silenzio, ma, evidentemente, masturbarsi in strada sta diventando un costume solito a San Giorgio del Sannio!

San Giorgio sta cadendo vertiginosamente verso il basso, verso una deriva sociale e civile che non ha precedenti ed i cittadini rimangono spettatori di quanto accade, come se si trattasse di un programma televisivo:il cittadino non vive il suo paese ma lo osserva standone un passo fuori, quello che accade non gli interessa e non gli interesserà fino a quando non succederà qualcosa che lo coinvolga in prima persona.

Manca ogni visione prospettica dei danni che possono fare tutte le forme di disagio sociale presenti sul territorio, manca il senso della comunità e del bene comune, manca la volontà dei cittadini e dell’amministrazione di lavorare per il miglioramento delle condizioni di vita dei giovani e delle classi più deboli e svantaggiate.

E’ in questo contesto di disaffezione civica, che proliferano i casi di disagio sociale, il vandalismo nelle scuole, il bullismo, l’aumento vertiginoso del consumo di alcol e droghe in età adolescenziale, il lancio di sassi dai cavalcavia, lo stalking, le violenze materiali e psicologiche in famiglia e fuori.

E di questa disaffezione civica tutti i cittadini di San Giorgio sono compartecipi perché nulla fanno per contribuire ad eliminarla.

E di questo disagio sociale tutti i cittadini di San Giorgio sono concause perché continuano a guardarlo dall’esterno e a non fare nulla dal momento che (o meglio forse, fino a che) quel disagio non li coinvolge direttamente.

Qualche giorno fa mi è stato candidamente detto da un sangiorgese, ed è solo l’ultimo in ordine di tempo, che è inutile che io scriva sui giornali, faccia esposti all’Amministrazione, mi candidi alle elezioni, potrei pure salire sopra il tetto di casa mia e mettermi ad urlare a tutti il mio dissenso, tanto, io resto sempre una straniera, non sono nativa e non posso capire le dinamiche sociali di San Giorgio e per questo nessuno considera attendibili le mie critiche e le mie proposte…

Che assurdità!!!

Sta di fatto, comunque, che, pur non essendo nativa, pur non essendo sangiorgese di nascita, io continuo a scrivere sui giornali, a fare esposti all’Amministrazione, a candidarmi alle elezioni, e se sarà necessario, sono disposta a salire pure su qualche tetto (anche se ormai è già fuori moda!)... la maggior parte dei sangiorgesi, invece, fatti salvi alcuni, pochi a dire il vero, illuminati e qualche sparuto consigliere di opposizione, continua a non far niente e a voltarsi dall’altra parte!

Ma cosa deve accadere perché ci si renda conto che siamo ormai nel fango fino al collo?
O forse devo pensare che a questa condizione si è talmente abituati da non percepirne la gravità?
O forse ancora stare nel fango fino al collo è pur sempre meglio che esserne sommersi?

Ancora una volta mi si dirà che me la canto e me la suono da sola...in realtà, attendo soltanto che un recital solistico diventi al più presto un concerto per orchestra!

venerdì 8 ottobre 2010

Lo togliamo o no il sole delle Alpi dalla scuola di Adro?

Vi ricordate di quell'imprenditore bresciano che solo qualche mese fa aveva versato 10mila euro per pagare la mensa ai bambini che ne erano stati esclusi per il mancato pagamento della retta?

Bene, Silvano Lancini (da non confondere col sindaco di Adro, Oscar Danilo Lancini) è ritornato alla ribalta oggi proponendo una colletta per eliminare (finalmente, aggiungo io) i simboli leghisti dalla scuola di Adro.
Propone, infatti, di fare una colletta tra cittadini e intanto quantifica quanto ci vorrebbe a “bonificare” l’istituto: 3mila euro.
Se il progetto complessivo è troppo ambizioso si possono ripulire i soli banchi (200 euro), il tetto (600 euro) o i cartelli in giardino (60 euro).

Ottima idea direi, anche se c'è sempre da rammaricarsi del fatto che i guai del centro destra devono sempre ripararli gli altri!!!

giovedì 7 ottobre 2010

La società civile italiana riunita nella campagna “zerozerocinque” chiede al Governo italiano di sostenere la proposta della FTT

Una micro tassa sulle transazioni finanziarie, pari allo 0,05% del valore di ogni transazione sui mercati finanziari, potrebbe generare su scala mondiale fino a 655 miliardi di dollari l'anno: una cifra importante per rilanciare le politiche sociali nel Nord e nel Sud del mondo nonostante gli effetti della crisi economica globale - dice Andrea Baranes, portavoce della Campagna “zerozerocinque”.

Purtroppo il Governo Italiano, rappresentato a New York non dal presidente del Consiglio, ma dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha assunto una posizione attendista ribadendo in più occasioni, anche per voce del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che una tassa sulle transazioni finanziarie sarebbe una sorta di utopia eticamente valida, ma realizzabile solo su scala mondiale. Invece, studi autorevoli hanno dimostrato che, anche se applicata nella sola zona euro, una piccola tassa sulle transazioni finanziarie frenerebbe gli eccessi speculativi senza scoraggiare gli investimenti di medio-lungo periodo. La Gran Bretagna, ad esempio, già applica una forma simile di tassazione, senza che la City di Londra abbia perso la sua capacità di attirare investitori”.

La tassa - spiega ancora Baranes - potrebbe essere applicata inizialmente alle operazioni più altamente speculative, come quelle degli hedge funds o quelle su titoli derivati che sono state all'origine della crisi finanziaria del 2008-2009 e di cui tutti stiamo ancora pagando le conseguenze nel Nord e ancora di più nel Sud del mondo. Auspichiamo davvero che il Governo Italiano approfondisca la questione e sostenga con forza la proposta avanzata da Francia e Spagna al summit di New York».

“La tassazione della finanza speculativa e della iperattività tipica delle banche d'affari - sostiene Giacinto Palladino della Fiba-CISL - è un'iniziativa di equità fiscale e sociale. All'acme della crisi più violenta che mina la coesione interna degli stessi Stati sviluppati, il ricavato della "0,05" tornerebbe utile per numerosi interventi nell'interesse delle comunità, a partire dal raggiungimento degli Obiettivi del Millennio."

L'Italia si è presentata al Summit con gravi ritardi nel mantenere il suo impegno finanziario per raggiungere gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Non solo. Rispetto ai traguardi concordati a livello europeo, il nostro paese finora è responsabile del 40% del deficit UE per quanto riguarda gli aiuti ai paesi più poveri.

Ancora sulla FTT (tassa sulle transazioni finanziarie)

Da l'Unità di ieri 6 ottobre 2010, un articolo molto interessante di Stefano Fassina:


Torniamo alla realtà. Lavoro che manca ed imprese in sofferenza. Viaggio di sola andata dalla precarietà alla disoccupazione per troppi giovani. Esodo di braccia abili e cervelli freschi dal Mezzogiorno. Metà delle donne, soprattutto madri, fuori dal mercato del lavoro. Una quarta settimana sempre più lunga e sempre più vuota per milioni di famiglie. Redditi e ricchezze immense in sempre meno mani, sempre più potenti nella finanza, nell’economia, nei media, nella politica. Furti di futuro per i figli del popolo, in una scuola pubblica umiliata dal Ministro Gelmini, braccio operativo del mitico Tremonti. E poi, smarrimento dell’Europa, guidata da una destra miope, lontana dai padri fondatori, prigioniera di una “cultura della stabilità” ottusa ed autolesionista in quanto priva di una strategia per la crescita ed il lavoro. Quindi, regressione del lavoro in nome della modernità, più lavoro, meno diritti, la linea del Ministro Sacconi nell'epoca Dopo Cristo. Fabbrica Italia non partirà se non ci sarà l’impegno formale delle organizzazioni sindacali ad assumersi precise responsabilità del progetto: ma quale progetto, quali responsabilità dott. Marchionne?

Il più grande ostacolo per l'uscita dalla crisi è di ordine culturale: siamo da quattro anni nel tunnel, sempre più nubi si vedono all'orizzonte, ma il pensiero diffuso non si è svegliato dal “sonno dogmatico”. Dobbiamo guardare alla logica di funzionamento del sistema, indicano Böckenförde e Bazoli in Chiesa e capitalismo. Invece, per inerzia intellettuale e corporativismo cieco, si continuano a riproporre le ricette fallite della crescita bugiarda. È necessaria una svolta culturale, prima che politica, per rimettere a posto un ordine economico e sociale insostenibile, per rianimare la voglia di futuro. «La radicalità non è in noi, ma nella realtà di fronte a noi». Ha ragione Alfredo Reichlin.

Allora, incominciamo ad affrontare la causa di fondo dell’afasia dei riformisti: lo scarto tra la forza dell’economia globale e la triste anemia della politica locale. Proviamo a costruire un’offensiva per riportare la politica a dimensione dell’economia. Al di là dei tecnicismi, ecco il senso della proposta di tassa sulle transazioni finanziarie, una piccola tassa sulla compravendita di derivati ed altri prodotti scambiati a fini meramente speculativi. Certo, c’è bisogno di coordinamento internazionale. Ma, l'Unione Europea può far da apripista per mettere al centro del G20 di Seul a Novembre una tassa sulle transazioni finanziarie dello 0,05%. Si rallentano le speculazioni di brevissimo periodo e si raccolgono risorse per gli investimenti produttivi. Il Global Progressive Forum, partecipato da tutti i partiti democratici e socialisti del mondo, da oltre un anno è impegnato, insieme a mille sindacati, associazioni e movimenti, in Italia zerozerocinque.it, a portare avanti l’iniziativa.

Secondo i calcoli della “Foundation for European Progressive Studies”, nel 2011, con l’aliquota dello 0,05%, si possono raccogliere nella UE quasi 200 miliardi di euro, l’1,5 del Pil. In Italia, si può arrivare a quasi 4 miliardi, l’equivalente di un anno di tagli alla scuola pubblica.

Alziamo lo sguardo. Se non ora, quando?

Un'idea rivoluzionaria per portare ossigeno alle finanze pubbliche mondiali: la Ftt, Financial Transaction Tax (tassa sulle transazioni finanziarie)

Da l'Unità di ieri 6 ottobre 2010, un articolo molto interessante di Cinzia Zambrano:

L’idea: quella di tassare chi gioca con la speculazione. L’obiettivo: quello di produrre una somma di denaro tale da: 1) ridurre il debito pubblico dei Paesi Ue; 2) finanziare le politiche sociali e di cooperazione allo sviluppo; 3) scoraggiare le speculazioni-lampo; 4) contribuire a una maggiore stabilità dei mercati finanziari.

Stiamo parlando della Ftt, Financial Transaction Tax (la tassa sulle transazioni finanziarie), quello 0,05% che tanto preoccupa apparati di lobbying, giganti finanziari come Stati Uniti e Gran Bretagna. Eppure l’imposta, definita “ridicola” dal nostro premier Silvio Berlusconi, e propagandisticamente caldeggiata invece dal suo amico d’Oltralpe Nicolas Sarkozy in sede Onu, potrebbe rappresentare una risorsa importante per dare ossigeno alle casse statali e superare gli effetti di crisi economica mondiale che ancora ci attanaglia.

Campagna
Ne è convinto il Pse, che a Bruxelles si è fatto promotore di una campagna che fa capo alla piattaforma Europeans for financial reform, coordinata dal presidente del Pse Poul Nyrup Rasmussen.
Le ragioni? Ecco alcuni numeri. Secondo l’Austrian Institute for Economic Research, se la tassa venisse applicata a livello globale allo 0,05%, il gettito raccolto potrebbe attestarsi fra i 500 e i 1000 miliardi di dollari l’anno. Applicata nei soli Paesi dell’Unione europea la Ftt “frutterebbe” circa 200 miliardi di euro.

Una somma notevole, la cui destinazione potrebbe essere dal risanamento delle finanze pubbliche, per esempio, all’innovazione, all’istruzione, agli Obiettivi del Millennio, o ancora per mantenere in salute il welfare europeo sempre più “tagliuzzato”.

Leggendo le cifre, verrebbe da dire: facciamola subito. Ma la strada appare, per ora, tutt’altro che in discesa.
Pochi giorni fa il Pse ha fatto il punto. Alla riunione ha preso parte anche l’europarlamentare Pd Leonardo Domenici. Che in una lettera aperta ai vertici del Partito democratico, ha chiesto a Bersani di «non perdere l’occasione e farsi promotore in Italia di un disegno di legge» sulla Ftt.

«Una delle decisioni prese - ci conferma infatti Domenici- è quella di fare, a cura dei gruppi democratici, progressisti e socialisti, una presentazione coordinata di proposte di legge per l’istituzione della tassa sulle transazioni nei parlamenti nazionali dei paesi membri dell'Unione europea». Un primo passo, concreto, per smuovere le acque e canalizzare l’attenzione sulla tassa.

Vantaggi
Per i promotori, i vantaggi sarebbero tutt’altro che insignificanti. Se la Ftt fosse introdotta in un primo momento a livello dei singoli paesi, le rispettive autorità nazionali ne controllerebbero ogni aspetto e deciderebbero autonomamente quanto e dove utilizzare il gettito raccolto: debito pubblico, sostegno all’occupazione, aiuti sociali.

In maniera ancora più generale, parte del gettito potrebbe essere utilizzata anche per il finanziamento dei Beni Pubblici Globali. Parliamo di quei beni - dalla biodiversità alla tutela del clima fino alla stessa stabilità finanziaria - che interessano l’insieme dell’umanità e che nessun governo è in grado di assicurare autonomamente.

Parigi e Berlino si sono espressi già a favore della tassa. Così come il premier spagnolo Zapatero. Ha detto sì anche il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Durao Barroso, secondo cui «è ora che le banche restituiscano quanto hanno ricevuto e tornino al servizio dei cittadini e delle imprese».

Detrattori
Ma i detrattori non mancano. Dalle grandi banche d’affari internazionali salvate dalla crisi con i fondi pubblici incassando profitti enormi, ai capi di governo. Tra questi anche il premier Berlusconi che definisce la tassa “ridicola”. Gli fa eco il ministro Giulio Tremonti, secondo cui è “un’idea affascinante sul piano politico ed etico, ma o nel G20 la fanno tutti o diventa un suicidio, torna indietro come un boomerang”. Una delle ragioni addotte per contrastarla è infatti la temibile fuga di capitali su altri mercati. Il presidente della Bce Trichet lo ha detto chiaramente al Parlamento Ue: «Una simile tassa non è consigliabile ed è molto difficile da mettere in pratica», oltretutto «porterebbe al dislocamento delle transazioni in altri luoghi».

Ma i promotori replicano: la tassa (dallo 0,001 allo 0,05%) che sia applicherebbe a tutti i movimenti finanziari superiori a 200mila euro, non avrebbe nessun effetto sui movimenti di capitale a scopo produttivo, ma rappresenterebbe invece un fortissimo freno ai rapidi spostamenti di capitale e titoli a scopo speculativo. Di più. Secondo Domenici, «è uno strumento concreto per riportare la finanza al servizio dell’economia reale, per trovare le risorse necessarie allo sviluppo e per favorire la trasparenza dei mercati finanziari. Bisogna uscire da questa crisi risanando i conti ma non facendo pagare il prezzo ai lavoratori ed ai contribuenti o cancellando il welfare. In un momento come questo le misure di austerità vanno a colpire solo i più deboli, è necessario invece recuperare risorse per costruire un nuovo e più efficace welfare e per fare nuovi investimenti».

La mobilitazione è già partita. In America il dibattito è stato aperto dagli economisti Paul Krugman e da Joseph Stiglitz, ma il presidente Obama finora non è riuscito a riformare Wall Street, frenato anche dalle imminenti (a novembre) Mid Term. In Europa numerose associazioni, organizzazioni sindacali e singoli cittadini si stanno muovendo per “rompere il silenzio”.
A Bruxelles i socialdemocratici tedeschi e austriaci hanno lanciato l’idea di raccogliere un milione di firme in base a quanto previsto dall'Art. 11 del Trattato di Lisbona per invitare la Commissione europea a presentare una proposta. L’obiettivo è chiaro: chiedere al prossimo G20, previsto a novembre Seul, l’introduzione di Ftt.

A Venezia monta la polemica sulle canzoni napoletane in gondola: sono le preferite, bisogna eliminarle e cantare canzoni venete!!!

Oltre ad essere dei cafoni, i leghisti, tutti i leghisti,politici e ministri in primis, sono profondamente ignoranti!!!

La canzone napoletana è un patrimonio universale, studiata, cantata e diffusa in ogni parte del mondo!!!

Ma cantatevi quello che vi pare sulle gondole, che ai napoletani e agli amanti della canzone napoletana non gliene frega niente....
anzi, potranno solo essere contenti se i turisti chiederanno di tacere piuttosto che ascoltare "La biondina in gondoleta"!!!

Qui l'articolo de Il Corriere del Mezzogiorno di oggi sull'argomento

La strana vicenda di Zamparini e dell'Ipermercato "I Sanniti" a Benevento....

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Benevento, Maria di Carlo, relativamente all'inchiesta sulla costruzione e apertura nell’ottobre 2006 del centro commerciale I Sanniti, non ha accolto la richiesta di arresto per Zamparini nonchè la richiesta di arresto dell’assessore del comune di Benevento, Aldo Damiano ed altri provvedimenti restrittivi a carico di funzionari comunali, tecnici e collaboratori di Zamparini.Il Pm che ha svolto le indagini, Antonio Clemente, aveva anche iscritto al registro degli indagati i coniugi Mastella.
Il pm Clemente però insiste ed ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame che si pronuncerà il prossimo 5 novembre.

Qui l'articolo di Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento, associazione per la città sostenibile contro il malaffare, che aveva presentato l'esposto relativo alle strane procedure per la realizzazione del Centro commerciale I Sanniti dal quale è poi scaturita un'indagine durata quattro anni.

Qui il dossier di AltraBenevento sugli ipermercati in città