martedì 23 agosto 2011

...non dobbiamo sopravvire...dobbiamo fare la storia!!!

"Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse. "Spacco pietre" rispose il primo. "Mi guadagno da vivere" rispose il secondo. "Partecipo alla costruzione di una cattedrale" disse il terzo." ...Le motivazioni, amici miei, aiutano gli uomini a fare la storia...non a sopravvivere ma a fare la storia!!!

giovedì 11 agosto 2011

Se le crisi globale dovesse continuare ad aggravarsi il libro "Vivere senza soldi" sarà più venduto e più letto della Bibbia!!!

I soldi, ormai, non ci servono più solo per vivere...ci servono i soldi perchè i soldi sono un segno di prestigio, ci servono i soldi perchè senza non sei nessuno, ci servono i soldi per corrompere i politici e trovare lavoro, ci servono i soldi per comprare extasy o cocaina con cui sballarci, ci servono i soldi perchè solo così ci sentiamo rispettati...E poi ci sono le banche che esistono in quanto esistono i soldi, le industrie, gli imprenditori, le finanziarie, che comprano e vendono coi soldi, i ministri, i sindacati, le fondazioni, i consorzi, che intanto esistono perchè esistono i soldi...

Insomma, siamo ossessionati dall'idea che che senza soldi non si possa vivere!

Eppure, in Germania, nel 1996, una donna decise di cambiare drasticamente il proprio stile di vita e provare a vedere se fosse possibile vivere senza soldi.
Questa donna, Heidemarie Schwermer, psicologa specializzata in pedagogia, era anche abbastanza ricca, ma decise di vendere tutto ciò che era in suo possesso, distribuì i ricavi tra i figli e volle rimanere senza niente.

Fu così che, nel 1996, Heldemarie fondò con altri amici l’associazione Dortmunt, un centro di baratto dove si organizzano scambi di attività e competenze varie. Ognuno fa ciò che sa fare e riceve dagli altri servizi a cui possono accedere, la preparazione di un pasto, la riparazione di un auto, un taglio di capelli o lezioni per i figli. In tal modo, tutti ottengono quello che necessitano senza sforzo, e facendo ciò che loro piace. Per questo motivo Heldemarie si considera davvero felice, adesso che non possiede niente di materiale ma ha la libertà di disporre della totalità del suo tempo libero. E non è poco. Questa pratica, sottolinea la creatrice, ha l’effetto positivo di aumentare la fiducia in se stessi e l’autostima, permettendo che ciascuno offra ciò che sa fare, ed evitando l’alienazione prodotta da un lavoro che non motiva né con cui non ci si identifica. E’ un sistema basato sulla fiducia reciproca e sulla solidarietà, che rompe il convenzionale “hai quello che vali”.

L'esperienza del centro di baratto è raccontata nel libro “Vivere senza soldi” e dimostra che un’alternativa al nostro sistema economico è possibile, anche se il caso di Heidemarie è rimasto un caso isolato.

Tuttavia, credo che un'occhiata a questo libro sia opportuno darla... non si sa mai, magari ci potrebbe rimanere utile nel caso malaugurato in cui Tremonti e Berlusconi ci levassero pure gli ultimi euro del porcellino salvadanaio!!!

lunedì 1 agosto 2011

L'estate CARA degli italiani!

Gli italiani sono già andati o si preparano per le vacanze 2011 ma ad attenderli c’è una bella sorpresa: la stangata di mezza estate!

Adusbef e Federconsumatori hanno calcolato che ammonterà a 3200 euro in più a famiglia la cifra che i consumatori dovranno sborsare per l’effetto combinato delle misure della manovra e dei rincari di prezzi e tariffe.

E forniscono due conti: le famiglie al termine dei 4 anni di correzione, cioè con le misure a regime, dovranno sborsare oltre 1.700 euro in più l’anno. Una cifra che andrà ad aggiungersi all’aumento «incessante» delle tariffe e all’aumento dei prezzi di beni di prima necessità: altri 1.461 euro.

In tutto quindi, al termine dei 4 anni, la ‘stangata’ ammonterà a 3.233 euro in più a famiglia. La voce che inciderà di più sui bilanci già prosciugati della famiglie è quella relativa all’aumento dell’imposta di bollo sui 22 milioni di deposito titoli. Frutterà alle casse dello stato 8 miliardi, ma comporterà una spesa singola di 333 euro. Segue nella classifica dell’esborso l’effetto dei tagli sulla sanità: il risparmio per l’erario sarà di 7,5 miliardi (a cui vanno sommati altri 4,5 miliardi dei tagli precedenti) con un effetto di 315 euro in più. Anche il pieno (grazie all’aumento delle accise) costerà di più: 60 euro l’anno. E il conto per la mancata indicizzazione delle pensioni si tradurrà mediamente in una perdita di 102 euro.

Aggiungendo poi i tagli agli enti locali che ricadrebbero sui cittadini sotto forma di addizionali, si arriva a 1.106 euro. Ma non basteranno per richiudere il portafoglio. La manovra sposta infatti al 2013 e 2014 una cifra consistente che arriverebbe dal taglio lineare degli sconti fiscali. E non si salverebbero quelli destinati alla famiglia. Così, incluso anche questo ulteriore taglio (che riguarderebbe detrazioni familiari, deduzioni contributi previdenziali e detrazioni sanitarie) il conto aumenta di altri 666 euro arrivando a complessivi 1.772 euro. «La convergenza di questi due fattori (manovra + aumento di prezzi e tariffe) comporta una drastica riduzione del potere di acquisto, che, per di più, si inserisce in una situazione di forte contrazione dei consumi.

Alla luce di queste ricadute, infatti, si può profilare un crollo dei consumi del -7/8%». «Tutto ciò è estremamente grave – affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef – ed imporrebbe una radicale modifica della manovra per una maggiore equità e, nello stesso tempo, per impedire un’ulteriore contrazione del mercato che produrrebbe effetti molto negativi sulla produzione industriale e dei servizi nel nostro Paese, con conseguenze del tutto immaginabili».

Per arrivare alla fine dell’anno le famiglie dovranno sborsare (a regime) 3.200 euro in più per l’effetto combinato della manovra (1.772 euro) e dell’aumento dei prezzi e delle tariffe (1.461 euro). Ecco una mappa dei rincari fornita da Federconsumatori ed Adusbef:
- MANOVRA
- INCREMENTO COSTI PER FAMIGLIA IN EURO/ANNO AL TERMINE DEL QUADRIENNIO 2011-2014.

MANOVRA INCREMENTO COSTI PER FAMIGLIA
IN EURO/ANNO AL TERMINE DEL QUADRIENNIO 2011-2014

Sanità 7,5 Md
(a cui vanno sommati altri 4,5 Md dei tagli precedenti) 315 euro
Enti Locali 9,6 MD (3/4 su famiglie) 296 euro
Pensioni 2,7 miliardi
mancata indicizzazione al 2013-2014 102 euro
Benzina
solo aumento accise di 5 c/litro costi diretti 60 euro
Imposta di bollo 8 MD
sui 22 milioni di deposito titoli 333 euro
Totale 1106 euro

Detrazioni familiari
Deduzioni contributi previdenziali Detrazioni sanitarie
16 MD
(pari ai 2/3 dei tagli complessivi e
riferiti alle famiglie e non alle imprese) 666 euro
========================
TOTALE MANOVRA 1.772 EURO


AUMENTI (ANNUI) DI PREZZI E TARIFFE PER IL 2011:

ALIMENTAZIONE (+ 5-6%) 367 euro
TRENI (ANCHE PENDOLARI) E 122 euro
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE (+25-30%) 41 euro
SERVIZI BANCARI + MUTUI 98 euro
CARBURANTI (SENZA AUMENTO ACCISE) 240 euro
DERIVATI DEL PETROLIO,
DETERSIVI , PLASTICHE 87 euro
E PRODOTTI PER LA CASA
ASSICURAZIONE AUTO (+10-12%) 105 euro
TARIFFE AUTOSTRADALI (+2%) 37 euro
TARIFFE GAS (+7-8%) 106 euro
TARIFFE ELETTRICITA’ (+ 4-5%) 19 euro
TARIFFE ACQUA (+ 5-6%) 21 euro
TARIFFE RIFIUTI (+ 7-8%) 38 euro
RISCALDAMENTO 180 euro
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TOTALE 1.461 EURO

(*) = senza aumento delle accise.

La convergenza di questi due fattori (manovra + aumento di prezzi e tariffe) comporta una drastica riduzione del potere di acquisto, che, per di più, si inserisce in una situazione di forte contrazione dei consumi. Alla luce di queste ricadute, infatti, si può profilare un crollo dei consumi del -7 / -8%.
“Tutto ciò è estremamente grave ed imporrebbe una radicale modifica della manovra per una maggiore equità e, nello stesso tempo, per impedire un’ulteriore contrazione del mercato che produrrebbe effetti molto negativi sulla produzione industriale e dei servizi nel nostro Paese, con conseguenze del tutto immaginabili.” – affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Per questo abbiamo avanzato delle proposte alternative necessarie, a nostro parere, per risanare e rilanciare nel contempo l’economia del nostro Paese:
- Tassa sulle transazioni finanziarie,
- Aumento tassa su rendite finanziarie (eccetto titoli di stato) a media europea del 20%,
- Più determinata lotta all’evasione fiscale,
- Tassa sui patrimoni sopra 2 milioni di Euro,
- Tagli ai costi della politica, principalmente su:
o abolizione Province,
o accorpamento piccoli comuni,
o taglio agli stipendi dei manager pubblici, portandoli ad un livello identico a quello dei redditi dei parlamentari, a loro volta collocati su media europea,
o vendita di parte delle riserve auree, al fine di avviare investimenti e/o abbassare il debito pubblico (la vendita dell’oro serve inoltre a calmierarne il prezzo e diminuire la propensione all’acquisto che,nei fatti, blocca risorse per investimenti produttivi).

Ma volete che soluzioni intelligenti come queste piacciano ai nostri governanti?