domenica 28 febbraio 2010

Ed ora un'analisi un pò più vicina a noi: le liste in Campania

Da la Repubblica Napoli di oggi 28/02/2010
Il codice etico del Pdl e degli alleati si ferma ai confini della Campania. Resta in esilio come Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale sotto processo nell´Udeur connection, confinata a Roma dai giudici ma capolista del Campanile a Benevento e Napoli. In Campania il "codice etico" del centrodestra è praticamente inapplicabile. Troppi condannati, imputati, inquisiti che avevano già organizzato incontri, stampato manifesti, allestito costosissime campagne elettorali. E allora liste aperte a tutti. Anche al sindaco sospeso di Pagani, Alberico Gambino, che nelle stesse ore è stato condannato in appello a un anno e cinque mesi di reclusione per peculato ma candidato nel Pdl per la Regione nel collegio di Salerno e provincia. Una candidatura fortemente voluta dal presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli.

Ma non basta. La ciliegina arriva dalla lista "Alleanza di popolo", una delle otto formazioni collegate al candidato presidente di centrodestra Stefano Caldoro. Al numero 14 c´è Roberto Conte. Proprio lui, ex consigliere regionale della Margherita rimosso in seguito a una condanna in primo grado a due anni e otto mesi di reclusione, nel giugno 2009, per concorso esterno in associazione mafiosa in un´inchiesta sul voto di scambio con i clan napoletani. Conte è in lista, come diversi altri condannati, ma il suo caso scatena le ire di Caldoro che con Pdl e alleati, dove aver verificato per tutto il pomeriggio che non fosse una omonimia, chiede «con fermezza e inderogabilmente il ritiro della candidatura che era già stata espressamente bocciata dalla coalizione e che è stata inserita in modo surrettizio». Ma il presentatore della lista Alleanza di popolo, Alfonso Luigi Marra, ribatte in serata: «Conte è innocente e lo dimostrerà. La sua candidatura è simbolica perché testimonia la necessità di riformare la giustizia». E Conte? Parla di una «battaglia di civiltà» e di «candidatura di servizio». E aggiunge: «La mia non è candidatura politica. Mi ritiro solo se me lo chiede Marra». Che chiarisce: «Per l´amor di Dio, Conte resta candidato».

Tutti in lista. Un ricordo l´annuncio del 13 febbraio della capolista Pdl a Napoli Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità: «Sono contraria alle candidature compromesse. Chi vuole rappresentare i cittadini non deve avere alcuna ombra, ma essere al di sopra di ogni sospetto. Non mi occupo di casi singoli, ma di casi che purtroppo fanno discutere ce ne sono tanti, sia a Napoli, a Salerno e Caserta».

E infatti ce ne sono tanti. In lista. Oltre a Conte, Gambino e Lonardo c´è Pietro Diodato. Consigliere regionale Pdl, per strappare la ricandidatura ha scatenato i suoi fan, consiglieri comunali di città e provincia, che l´altro ieri hanno occupato la sede del partito in piazza Bovio. Alla fine Diodato, coinvolto in diverse vicende giudiziarie, è entrato in lista anche con il parere favorevole della Carfagna: «Lo conosco e lo apprezzo».
E ancora. Nella lista Pdl per la Regione nel collegio di Salerno, oltre a Gambino, c´è Ferdinando Zara, ex sindaco di Battipaglia sotto processo per reati contro la pubblica amministrazione. Così come nell´Udeur c´è anche Pietro Mastranzo, consigliere regionale e comunale con a carico un rinvio a giudizio per corruzione nell´inchiesta urbanistica su Napoli Est. Un avviso di chiusura indagini anche per il consigliere Pdl Luciano Passariello per i rimborsi chilometrici.
Tutti in lista. Condannati, imputati, inquisiti. E resta così nei cassetti del centrodestra lo slogan già bello e pronto ma ora inutilizzabile: "Vincenzo De Luca con noi non sarebbe stato candidato neanche come consigliere regionale". Perché De Luca ha anch´egli le sue grane. Imputato in due processi. Uno, come deputato, sulla delocalizzazione della Mcm. L´altro, come sindaco di Salerno, nel processo Ideal standard con l´accusa di tentata concussione. «Intervenni per difendere i posti di lavoro degli operai», ha sempre risposto De Luca.

E qualche grana anche nelle liste che lo sostengono. Nel Partito democratico a Napoli ci sono in lista Giuseppe Russo, uscente e ricandidato, che, come Mastranzo, compare nell´inchiesta su Napoli Est. In indagini è coinvolto anche l´assessore Corrado Gabriele, passato recentemente da Rifondazione al Pd.

La varia umanità delle candidature alle prossime regionali

Tutti i partiti hanno gridato, in vista delle regionali, al cambiamento, al rinnovamento, alle nuove speranze...scorrendo i nomi dei candidati, però, come consuetudine ormai nei periodi elettorali, tale cambiamento appare solo di facciata: parenti, transfughi, fidanzate e compagne, segretarie e accompagnatori...

meno male che, ogni tanto, troviamo anche qualche rappresentante della società civile, lavoratori e proletari, precari, quelli sì che esprimono il nuovo, non la politica di mestiere ma la politica della vita!!!


da Il Corriere della Sera di ieri, 27/02/2010:

Parenti - Nel Lazio l’Udc schiera il broker Pietro Sbardella, figlio di Vittorio, gran collettore di finanziamenti ai tempi della prima Repubblica passato alla storia della Dc come «lo Squalo». Sempre nel listino della candidata del Pdl Renata Polverini entra, tra le polemiche, la moglie del sindaco Gianni Alemanno, Isabella Rauti: capo del dipartimento Pari opportunità presso la presidenza del Consiglio, la figlia del fondatore del Msi, Pino Rauti, ha chiesto l’aspettativa e lascerà l’incarico in caso di elezione. E c’è anche una giovane coppia in corsa nel Lazio con la Polverini: Francesco Pasquali e Veronica Cappellari, insieme nella vita e nel listino. Nelle Marche scende in pista, con Sinistra ecologia e libertà, Iside Cagnoni, moglie dell’onorevole Luigi Giacco, figura storica della sinistra di Osimo. E si parla anche del vicesindaco di Bari Alfonso Pisicchio, fratello dell’onorevole Pino, passato di recente dall’Idv all’Api. Sempre in Puglia corre Mario Cito, figlio dell’ex deputato e sindaco di Taranto Giancarlo (già condannato a quattro anni per concorso esterno in associazione mafiosa), con la lista «I pugliesi per Palese presidente », depositata a Taranto. Con il candidato governatore del Pd Claudio Burlando, a Genova, corre la nipote di Don Baget Bozzo, Francesca Tedeschi, impiegata turistica. Nella lista del Pdl di Napoli e provincia per il rinnovo del Consiglio regionale della Campania c’è anche Angelo Gava, dirigente d’azienda, figlio dell’ex ministro Antonio, leader dei dorotei, e nipote di Silvio, patriarca della Democrazia Cristiana. Infine in Calabria, col Pd, si ricandida l’uscente Stefania Covello, figlia dell’ex parlamentare Franco.

Collaboratori - Ma è il centrodestra a fare il pieno di spin doctors e collaboratori. Nel listino della Polverini corrono Ernesto Irmici, portavoce di Fabrizio Cicchitto e Carlo De Romanis, assistente di Antonio Tajani. Nel listino del candidato pdl in Liguria, Sandro Biasotti, figurano il suo portaborse e autista, Roberto Dotta, e il commercialista del ministro Scajola, Ivano Montaldo.

Nel mirino dei pm - E qui, a dispetto dell’impegno bipartisan alle liste pulite, l’elenco è lungo. Agazio Loiero, Pd, corre in Calabria per la riconferma a presidente e ha promesso che non si candiderà se raggiunto in queste ore da una sentenza di condanna. Sandra Lonardo Mastella, liste Udeur collegate al Pdl, corre in Campania a dispetto del rinvio a giudizio, e così Enzo De Luca, candidato presidente del centrosinistra in Campania. Nella lista Puglia prima di tutto — in cui si candidò al comune di Bari la escort Patrizia D’Addario—il Pdl azzarda Tato Greco, rampollo della famiglia Matarrese indagato per associazione a delinquere nell’inchiesta sull’affare Tarantini. E fino all’ultimo minuto sarà braccio di ferro sul nome di Cosimo Mele, l’ex deputato Udc sorpreso nel 2007 con una prostituta e processato per droga. Casini ha posto il veto, ma la candidata udc Adriana Poli Bortone non molla. Tanto che il segretario Cesa è dovuto partire ieri sera alla volta di Bari per scongiurare la rottura. A sostegno del candidato pdl Rocco Palese invece Francesco Pistilli, ex sindaco di Acquaviva delle Fonti che, l’anno scorso, è stato condannato a un anno e sei mesi per corruzione. E, salvo smentite dell’ultim’ora, sarebbe in lista con il Pdl anche il petroliere Fabrizio Camilli, finito in carcere due anni fa con l’accusa di associazione per delinquere. In provincia di Latina scende in campo poi da capolista del Pdl il senatore Claudio Fazzone, ras di Fondi che ha evitato lo scioglimento del comune per mafia

Transfughi - In Lazio Alessandra Mandarelli, ex assessore alle Politiche sociali della giunta Marraz zo eletta con la Rosa nel Pugno, lascia il centrosinistra per correre sotto le insegne della Polverini. E nelle Marche fa notizia la campagna acquisti di Di Pietro ai danni del Pd, ultimo passaggio tra le polemiche quello della consigliera comunale Serenella Moroder. In Veneto, lasciato il Pd per approdare all’Api di Francesco Rutelli, scende in campo l’imprenditore Massimo Calearo. E candidato presidente dell’Udc, in Umbria, sarà l’ex deputata del Pd Paola Binetti. Mentre il consigliere regionale del Piemonte Deodato Scanderebech, espulso ieri dall’Udc, guiderà una sua lista al fianco del Pdl.

Star&Nobel - Nel listino di Emma Bonino, in Lazio, entra a passo di danza il ballerino e attore teatrale Raffaele Paganini e la Federazione della sinistra punta sull’astrofisica Margherita Hack come capolista nel Lazio. In Basilicata restano fuori la giornalista lucana Carmen Lasorella e il Nobel Carlo Rubbia, perché il Pd, per svuotare di senso politico il listino, ha scelto di inserire nel listino i parlamentari in carica: lasceranno il posto ai primi dei non eletti. E da Castellammare di Stabia prova a buttarsi in politica con l’Idv l’attore Gaetano Amato, noto per la fiction La squadra. Per la federazione della sinistra, nel Lazio, correrà poi la giornalista Silvia Garambois. Invece in Puglia, con Vendola, si schiera il giornalista Raffaele Nigro. Nel listino di Filippo Penati, in Lombardia, corre l’ex campione del mondo di ciclismo Gianni Bugno. Mentre a Milano i radicali mettono in campo il regista Tinto Brass, che ha già tappezzato la città di manifesti inneggianti al «lato b» delle donne. Sarà poi Fabio Pizzul, direttore di radio Marconi e figlio del telecronista Bruno Pizzul, il capolista del Pd a Milano.

Igieniste dentali e immigrati - A Milano c’è l’igienista dentale di Berlusconi, Nicole Minetti, ma non quella di Bersani: «No, no...—sorride il segretario del Pd—abbiamo scelto presenze autorevoli e rappresentative del territorio». E per Sinistra ecologia e libertà ci provano, tra gli altri, la drag queen Rovyna e Osmane Condè, figlio del leader dell’opposizione in Guinea e punto di riferimento per gli immigrati del vicentino. Nel Lazio Emma Bonino ha ceduto al pressing dei cattolici sacrificando il paladino dei matrimoni gay Sergio Rovasio,ma non ha sentito ragioni sul tesoriere dei Radicali: entra dunque nel listino Michele De Lucia, fondatore di Anticlericale.net. La governatrice uscente, ricandidata dal Pd, Mercedes Bresso, in Piemonte sfida sul tema dei diritti il suo avversario, il leghista Roberto Cota. E mette in lista a Torino un siriano, un albanese, un marocchino e un camerunense.

I ritorni - In Emilia Romagna porte aperte, nel listino della candidata pdl Anna Maria Bernini, per l’ex vicepresidente del Senato Gustavo Selva. Un ritorno anche per l’ex sindaca di Cosenza Eva Catizone, che scende in campo in Calabria come numero due del Partito socialista e della Sinistra con Vendola.

Operai e imprenditori - In Liguria, per il candidato pd Claudio Burlando, corrono il portuale della Culmv Davide Traverso e Maruska Piredda, assistente di volo precaria e volto noto della protesta Alitalia. Quest’ultima, tra l’altro, è candidata anche in Lombardia con il candidato pd Filippo Penati, per il quale corre pure l’operaia Rosanna Della Valle. Sull’altro fronte, in Toscana il candidato pd Enrico Rossi ha già annunciato che in caso di vittoria la sua vice sarà l’imprenditrice Stella Targetti, 36 anni. E Vendola, in Puglia, ha in lista Giampiero Corvaglia, imprenditore, figlio dell’ex sindaco di Lecce, ma anche l’ex presidente della Provincia e noto imprenditore Enzo Divella e il vicepresidente della Confindustria jonica Fabrizio Nardoni
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sabato 27 febbraio 2010

Inizia la sfida!

Grazie alle firme di oltre 1200 sottoscrittori, raccolte insieme ad amici ed amiche animati da una grande voglia di rinnovamento, sono riuscita a presentare la mia candidatura alle prossime regionali come indipendente nella lista della Federazione della Sinistra!

Gandhi diceva: siamo noi il cambiamento che vorremmo vedere avvenire nel mondo...ora è il momento: diventiamo noi i protagonisti del cambiamento!

giovedì 25 febbraio 2010

Parafrasando una canzone del recente Sanremo: il Sannio piange!

Sul palco di Sanremo, Irene Fornaciari cantava "il mondo piange, vorrei sapere perchè"...
Parafrasando questa canzone, oggi scrivo "il Sannio piange" ed il motivo, purtroppo, è quello che da tempo costringe questo territorio alle lacrime: il lavoro, e in questo caso il lavoro che sfugge dalle mani.

Da "il Mattino" di ieri: "Le aziende Latermont e Ilas Alveolater che hanno sede alla località Sferracavallo nei comuni di Montesarchio e San Martino Valle Caudina e che producono laterizi, hanno comunicato la sospensione dal lavoro di circa 100 dipendenti e l'inizio di una crisi occupazionale che interessa numerosissime famiglie interessate dall'indotto. Queste aziende che operano da anni nel territorio della Valle Caudina rappresentano un'importante realtà per l'economia dell'intera zona. A determinare la cessazione dell'attività delle due aziende la mancanza della materia prima, l'argilla. Infatti le due aziende dispongono di una cava autorizzata, ma che non rientra tra quelle che possono beneficiare di una qualsiasi moratoria per acquisizione della autorizzazione paesaggistica, relativa all'area di escavazione. Un'autorizzazione paesaggistica che dovrebbe essere concessa ad una cava che si trova adiacente alla «discarica regionale di Sferracavallo» e non certamente in qualche luogo di richiamo turistico o di grande impatto ambientale.
Alla Direzione Provinciale del Lavoro e al sindacato le due ditte hanno comunicato l'impossibilità di poter far fronte ad eventuali richieste economiche da parte delle maestranze che non riguardi il semplice pagamento di spettanze finora prestate e con congrue dilazioni da concordare nelle opportune sedi sindacali. Avuta la notizia i sindaci di San Martino Valle Caudina, Pasquale Ricci e di Montesarchio, Antonio Izzo, si sono immediatamente attivati chiedendo ai Prefetti di Avellino e Benevento, per le rispettive competenze, di convocare ad horas un tavolo di discussione con la Regione Campania, servizio Genio Civile, per esaminare la problematica rappresentata ai fini del rilascio dell'autorizzazione paesaggistica che può far continuare l'escavazione di argilla e garantire l'occupazione."

lunedì 22 febbraio 2010

E vai! Sta iniziando la campagna acquisti!

E' passato solo qualche giorno da quando ho lasciato il Partito Democratico e già, da destra e manca, mi arrivano inviti a colloqui più o meno informali per parlare delle mie attività e del mio movimento, la Rete Interregionale delle Rose Rosse...

Prima dovevo sgomitare e, anche se arrivavo dove volevo arrivare, una volta arrivata, nessuno mi ascoltava...ora c'è addirittura chi si è preso la briga di andare a chiedere in giro il mio numero di cellulare...

I misteri della politica!

A proposito della centralità dei cittadini...ovvero quando il cittadino non conta proprio niente!

Lo scorso 8 gennaio 2009, poco più di un anno fa, fu presentato a Palazzo Paolo V, un intervento di edilizia residenziale pubblica da realizzare nel quartiere Capodimonte, che prevedeva 300 alloggi di edilizia popolare nonchè la riqualificazione, secondo i principi della bioarchitettura, di tutta la zona, per potenziare il corretto e sostenibile rapporto tra uomo e ambiente.
Sarebbe dovuta essere una grande opportunita per trecento famiglie beneventane per avere una casa di proprietà, e in 72 avrebbero anche potuto anche accedere ai contributi regionali (dal 15 al 25%) per l'acquisto.
Sarebbe dovuta essere una grande opportunità ma di fatto non lo è stata, dal momento che pochi giorni fa è èstata emessa dalla responsabile del procedimento presso il Comune di Benevento, Rosalba Orlacchio, una nota secondo la quale “in nessun articolo della legge n.16 del 2004 è scritto che lo Iacp può procedere alla realizzazione della pianificazione urbanistica al posto del Comune”.

Il sogno di queste 300 famiglie svanisce come una bolla di sapone.

Eppure, queste trecento famiglie hanno già versato una sommma pari a 5000 euro per la prenotazione degli alloggi, caso peraltro, unico in Italia, dal momento che in nessuna altra regione lo IACP ha mai preteso una tale somma come condizione di partecipazione al pre bando per l'assegnazione dell'immobile.

Oggi, a due anni di distanza (il prebando, infatti, è del 2007) è emerso che il programma si è fermato a 72 alloggi, che potrebbero al più divenire 150, ma non più gli originari 300.

A riguardo, il presidente dell'IACP facente funzioni, Vincenzo Nicolella, ha dichiarato: «Il bando di preselezione per l’edilizia agevolata che ha fatto registrare 300 manifestazioni di interesseè servito a definire la domanda sociale cui raccordare un’offerta con il massimo di risposte possibili. Ma è evidente che nessun programma costruttivo poteva essere realizzabile senza l’assegnazione dei suoli e la sottoscrizione della relativa convenzione tra Comune e Iacp. I nodi da sciogliere erano e restano questi». L’istituto «resta in attesa dell'assegnazione di un suolo su cui insediare la maggiore offerta di alloggi possibili. Bisogna evitare che vengano persi i finanziamenti in una città che ha tanto bisogno di sostenere e qualificare l'offerta abitativa pubblica e privata».

Ecco quindi il nocciolo della questione: il Comune ha emanato un bando senza avere nella sua disponibilità i suoli dove costruire.

I cittadini non meritano di essere illusi in questo modo, anche perchè hanno sborsato una somma non irrisoria.
A quanto pare, si sapeva già da due anni fa che non c'erano suoli su cui costruire. eppure, si è andati avanti con la grande illusione.
Il tutto a danno della collettività e del bene comune.

Italiani e corruzione Per l’80% pesa sul voto - Un sondaggio di Renato Mannhaimer

(da Il Corriere della Sera del 21/01/2010)
Come molti osservatori avevano previsto, il trend della fiducia nel governo Berlusconi è tornato a scendere, con una ulteriore diminuzione in questi ultimi giorni. La popolarità dell’esecutivo aveva già subito un calo piuttosto consistente nell’autunno dello scorso anno. A dicembre, anche grazie all’«effetto statuetta», il consenso era notevolmente risalito, ma poi ha intrapreso nuovamente una china discendente. I giudizi positivi sul governo hanno visto un’erosione più diffusa in svariati segmenti: tra i giovani fino a 35 anni e, al tempo stesso, tra i più anziani oltre i 65 anni, tra coloro che posseggono titoli di studio più bassi, tra i residenti nel sud e nelle isole, tra gli imprenditori e i liberi professionisti.
I motivi di questo andamento sono molteplici. Da un verso, si rileva una sorta di delusione crescente, anche all’interno dell’elettorato di centrodestra: l’esecutivo viene accusato —a torto o a ragione—di concentrarsi eccessivamente sulle questioni giudiziarie e di trascurare altre tematiche di rilievo, specialmente, le riforme di cui il Paese ha bisogno. Dall’altro, l’opinione espressa dagli elettori sul governo risente molto, com’è ovvio, dell’andamento dell’immagine del premier, della crescita o del calo della popolarità di quest’ultimo e dei suoi più stretti collaboratori. È ragionevole pensare, dunque, che il decremento di fiducia nel governo riscontrato in questi giorni sia dipendente anche dal «caso Bertolaso » e, in generale, dall’impressione che ci si trovi di fronte ad una sorta di «nuova tangentopoli» o, comunque, ad un allargarsi preoccupante dei casi di malversazione—se non, talvolta, di corruzione—nel settore pubblico. L’episodio milanese, che ha visto il presidente della commissione Urbanistica colto in flagrante mentre riceveva una mazzetta e altri simili accadimenti occorsi, sempre negli ultimi giorni, in altre città, hanno rinforzato l’immagine di un decadimento crescente.
Diversi commentatori hanno sottolineato come questi avvenimenti non costituiscano solo l’indizio del degrado di moralità rilevabile nelle istituzioni dello Stato, ma siano l’espressione della cultura generale del nostro Paese, spesso incline alla furbizia, all’«arrangiarsi», sino alla trasgressione delle regole in nome dell’interesse personale o familiare. Molti comportamenti illegali, perpetrati anche da privati cittadini, vengono giustificati col fatto che «lo fanno tutti» o, più spesso, che «il mio è un caso particolare e dunque deve essere accettato».

Interrogata sulla possibile ipotesi di «comprensione» dei casi di corruzione da parte degli esponenti pubblici, la maggior parte dei cittadini esprime un giudizio severo, senza possibilità di appello. Ma una quota piuttosto numerosa — corrispondente a più di un italiano su cinque—afferma che «i politici corrotti fanno male», ma che «in fondo fanno come tutti». È la parte, minoritaria ma al tempo stesso assai consistente, del Paese che, in qualche modo, tende a giustificare buona parte dei comportamenti scorretti (in primo luogo i propri). Questo atteggiamento è più diffuso tra le persone con titolo di studio medio e, in misura ancora maggiore, tra le casalinghe. Ancora, appare «comprendere» lievemente di più i casi di corruzione politica chi dichiara di votare per il centrodestra. Beninteso, anche in questo segmento di elettorato si tratta di una minoranza, sempre piuttosto ampia, di poco superiore al 30%. Tuttavia questo «familismo amorale» (secondo la definizione che, già negli anni ’50, il sociologo americano Banfield diede della cultura del nostro Paese), pur essendo assai diffuso, non porta a scagionare i comportamenti dei politici.

La maggioranza assoluta degli elettori, l’80% circa, attribuisce agli esponenti politici (in quanto detentori di risorse pubbliche) responsabilità maggiori dei singoli cittadini e, di conseguenza, è portata a giudicarli — e condannarli — più severamente. Con inevitabili implicazioni sul livello di popolarità dei governanti.

Ho deciso di lasciare il PD ma non la politica attiva: il cittadino elettore è e deve restare il perno centrale della buona politica

Il lavoro, o meglio la mancanza di lavoro, non ha colore politico: l'appello bipartisan del Comitato Insegnanti Precari Sanniti e della Rete Interregionale dele Rose Rosse
"Di non lavoro si muore…e la cronaca, quotidianamente, ce ne dà la dolorosa conferma… Eppure il Governo, dai giornali e dai TG, si proclama salvatore dei precari, attraverso l’approvazione dell’omonimo emendamento al Decreto Milleproroghe.
Quello che, però, il Governo non chiarisce e che, invece, andrebbe sottolineato in blu, come l’errore grave nei compiti di una volta, è che questo emendamento salva a tempo (8 mesi a emendamento) solo una minima parte dei precari, solo quelli che rientrano in specifici parametri, creando ulteriori inutili illusioni in questi ultimi e determinando una ulteriore lunga stagione di non lavoro per i restanti.

Accade, infatti, che, essendo il salva precari 2009 partito con notevole ritardo (gennaio 2010), a conti fatti sarà impossibile per tutti i fruitori del salva precari di quest'anno potervi accedere anche il prossimo anno scolastico.
Inoltre, uno dei requisiti minimi del decreto in oggetto è il possesso di 180 giorni lavorativi in un'unica scuola, e questa è una prerogativa pressochè improponibile per i lavoratori licenziati oramai da circa un anno: innanzitutto, perchè dal 7 gennaio al 30 giugno, data della sospensione delle attività scolastiche e di fine dell'anno scolastico, intercorrono poco più di 170 giorni e poi perchè questi lavoratori prestano il loro servizio per periodi brevi e in più istituti scolastici.

Il Governo, dunque, non solo non salva i precari ma seleziona per legge precari di serie A e di serie B.
Nel Sannio questi precari di serie B saranno circa 500.
A questi 500 il Governo, attraverso i suoi rappresentanti sul territorio, ha il dovere di spiegare il perché di questa discriminazione.

Ma a questi 500 deve qualche spiegazione anche l'assessore regionale Corrado Gabriele che a novembre ha sottoscritto un protocollo d'intesa con la Provincia a favore dei lavoratori precari della scuola, protocollo cui, a tutt'oggi, ancora non c'è stato seguito.
L' 11 gennaio, poi, lo stesso assessore Gabriele si era mostrato intenzionato a fare la stessa cosa col Comune ma anche in questo caso, a tutt' oggi, nulla di nuovo alle porte.
Fiduciosi nella sensibiltà di Gabriele alle problematiche dei precari, speriamo si tratti di un disguido e che la cosa si risolverà quanto prima e ci auguriamo di non trovarci, ancora una volta, di fronte all'ennesima promessa non mantenuta.

A questi 500 qualche spiegazione la deve anche tanta parte della sinistra sannita, che, al di là delle interrogazioni, degli ordini del giorno e del sostegno morale, dovrebbe scendere con maggior vigore in campo insieme ai lavoratori e nel contempo essere coerente con quanto propone.

Pertanto, il CIP Sanniti e la Rete Interregionale delle Rose Rosse chiedono a Governo e opposizione di rispettare la dignità dei lavoratori colpiti dalla crisi e di non far crescere nei cittadini tutti la mancanza di fiducia nella buona politica.

Lettera al Segr. Prov.le del PD di Benevento Umberto del Basso De Caro


Caro Umberto,

con grande rammarico e con profonda amarezza, dopo aver assistito inerme e confusa, alle ultime vicende che hanno caratterizzato in Campania l’attività contraddittoria del partito, ben distante dalle aspettative e dal coinvolgimento democratico e pluralista degli iscritti, con la presente ti comunico la mia sofferta decisione di lasciare il Partito Democratico, a far data da oggi e in maniera irrevocabile.

Ho cercato, come ben sai, di portare all’interno del PD sannita forze fresche, modalità innovative e idee e tematiche provenienti dalla base ( rispetto delle regole, rinnovamento, legalità, trasparenza, meritocrazia, parità di genere, etc.) e da me seguite e rappresentate all’interno della Rete Interregionale delle Rose Rosse del PD, come Responsabile per la Campania.

Tuttavia, mi spiace dover rilevare che in nessuna sede ho trovato il giusto ascolto e la necessaria considerazione.
Infatti, nonostante i temi da noi perseguiti siano sulla carta dal PD condivisi, nei fatti non si è trovata nel Sannio, in Campania e, purtroppo in quasi nessuna regione italiana, la dovuta o attesa attenzione dal parte dei rappresentanti del Partito Democratico.

Da qui, la decisione, dopo sofferte discussioni tra i fondatori della Rete, di togliere dal nome e dal logo della Rete stessa la scritta PD.

Ovviamente resta la Rete Interregionale delle Rose Rosse, restano le persone che in essa lavorano e che nei suoi ideali si riconoscono, ma abbiamo deciso di provare a trovare nuovi interlocutori interessati alle nostre tematiche, al nostro dibattito e alle nostre proposte, nuovi interlocutori che, soprattutto, ci diano il giusto e meritato ascolto.

Il risultato tangibile, a dimostrazione che la Rete suscita interesse da parte di chi è aperto all’ascolto degli ultimi e di quanti non hanno voce, è che anche la co - fondatrice insieme a me della Rete e coordinatrice nazionale, Cinzia De Marzo, si è dimessa dal Partito Democratico e sta intessendo un dialogo proficuo con altri partiti della sinistra, che sfocerà, probabilmente, in una candidatura per le prossime regionali.

Anche io sto facendo altrettanto e continuo, questa volta indipendentemente dal Partito Democratico, a mettere al centro del mio percorso politico la voce di chi vorrebbe essere al centro della vita sociale e politica del suo paese ma è messo ai margini da quella cancrena che è il legame dei politici con la loro poltrona.

Con la certezza che ci si possa ritrovare da alleati, ti saluto cordialmente.

Elvira Santaniello
Responsabile per la Campania Rete Interregionale Rose Rosse

Ci vuole un ritorno all'etica da parte di tutti


(da La Repubblica del 1/02/2010)

La corruzione "è diventata un fenomeno di costume", una "patologia grave" che nel 2009 ha fatto registrare un aumento di denunce alla Guardia di finanza del 229% rispetto all'anno precedente, nonché un incremento del 153% per fatti di concussione. E' la denuncia del procuratore generale e del presidente della Corte dei Conti, Mario Ristuccia e Tullio Lazzaro, in occasione della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario. Contro queste condotte illecite individuali, le pubbliche amministrazioni "troppo spesso" non attivano i necessari "anticorpi interni". "Il Codice penale - sottolinea Lazzaro - non basta più, la denuncia non basta più. Ci vuole un ritorno all'etica da parte di tutti. Che io, purtroppo, non vedo". …

- La corruzione - rileva il procuratore generale Ristuccia nella sua relazione - dilaga nella pubblica amministrazione: il Ministero dell'Interno, i Comandi dei Carabinieri e della Gdf, nel solo periodo gennaio-novembre 2009 hanno denunciato 221 reati di corruzione, 219 di concussione e 1714 reati di abuso di ufficio, con un vertiginoso incremento rispetto all'anno precedente. E' poi assai "grave" - aggiunge il presidente Lazzaro - la mancanza di "anticorpi" nella P.A. contro le condotte illecite individuali che causano "offuscamento dell'immagine dello Stato" e "flessione della fiducia che la collettività ripone nelle amministrazioni e nelle stesse istituzioni del Paese". "Se le pervicaci resistenze che questa patologia sembra opporre a qualsiasi intervento volto ad assicurare la trasparenza e l'integrità nelle amministrazioni possono dirsi essere una sorta di 'ombra' o di 'nebbia' che sovrasta e avvolge il tessuto più vitale operoso del Paese, non si può fare a meno di notare - sottolinea il presidente - che l'oscuramento resta tuttora grave, non accenna neppure a dissolversi o a flettere nella sua intensità". …

E’ il ripristino della legalità, dunque, come da mesi la Rete delle Rose Rosse Campania continua a ribadire, il nocciolo della ripresa dell’Italia e il nocciolo della ripresa e dello sviluppo del nostro Sud, dove ancora gli ispettori del lavoro vengono corrotti coi prosciutti o coi cellulari o addirittura con opere di ristrutturazione del proprio appartamento ma dove la corruzione è anche e soprattutto business primario per imprenditori e politici, dove l’intreccio politica e malaffare è tale da diventare un moderno nodo di Gordio, inestricabile.

Ecco dunque che è necessario che ognuno di noi si faccia novello Alessandro Magno e recida, cominciando dal piccolo della sua vita quotidiana, questo nodo.
Sì, perché ognuno di noi ha nelle sue mani la spada per reciderlo questo nodo, la spada del rispetto delle regole e delle leggi, la spada del rispetto dell’etica universale, l’etica del bene comune, l’etica del bene dello Stato.

E la maniera principale per recidere definitivamente questo nodo è non vendere la nostra passione politica e il nostro voto a chi offre di più, a chi più promette, a chi ci fa passare il progetto al comune, a chi ci fa avere il finanziamento, a chi ci dà il permesso edilizio, a chi non ci chiude il cantiere, perché proprio queste promesse sono contro il bene comune, contro lo sviluppo, contro la crescita del paese.

Ma è contro la crescita del paese anche la mancanza di rispetto per il cittadino elettore che i partiti, di destra e di sinistra, utilizzano ormai come costume diffuso.
Il cittadino elettore nella politica italiana non ha ruolo attivo se non quando si reca al seggio elettorale.

Il cittadino elettore è ai margini dell’azione politica e l’azione politica è lontana dal cittadino elettore perché votata solo al mantenimento delle poltrone non al bene comune.
Dunque, il bene dei partiti e non il bene dello Stato è al centro della politica in Italia: solo tornaconto personale altro che crescita del Paese!

Ai partiti politici serve un cittadino elettore da indottrinare, un cittadino da imbottire come un panino, da riempire di slogan, di parole e non di fatti, e allora ecco il “panem e circenses” di antica memoria, ecco l’eliminazione dell’ICI e il Grande Fratello, ecco De Luca ai campani e Bersani al Festival di Sanremo.

Ai partiti, di destra e di sinistra, servono dei cittadini scemi, nel senso che non ragionano con la propria testa, che non si pongono problemi, che votano e basta.

E, invece, ecco la magia di Internet, di Facebook e dei Social Network, magici aggregatori di teste pensanti, di gente che, pur non conoscendosi, ha in comune con gli altri il cervello e il libero pensiero, di gente che parla, che si confronta, che organizza e si organizza, di gente che si caratterizza per una gran passione politica e, soprattutto, per la volontà di non farsi strumentalizzare da una politica troppo intrecciata col malaffare.

E così torniamo al nodo gordiano di cui si parlava all’inizio

Con la differenza che Alessandro Magno era solo e noi siamo in tanti, tanti cittadini elettori, tante teste pensanti, tanti uomini e donne che fanno la Politica con la P maiuscola.

Parafrasando le parole del Mahatma Gandhi, “siamo noi il cambiamento che vorremmo vedere avvenire al mondo”…
Dunque, mettiamoci finalmente al centro e, lottando quotidianamente, sempre e dovunque, per la legalità, diventiamo protagonisti del cambiamento.

domenica 21 febbraio 2010

Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo




Ho deciso di creare questo blog per raccontare la mia idea di società civile, la mia idea di rinnovamento della politica, la mia volontà di essere al centro di questo rinnovamento e di questa società.

Ho deciso di creare questo blog per condividere un'esperienza, di vita e di passione, di dibattito e di azione, di buona politica.