lunedì 28 giugno 2010

"C'è troppa corruzione, gli onesti sono annientati"

Se ne sono accorti, finalmente, pure loro!!!

Da Il Giornale di oggi:

Il mancato rispetto delle regole e la presenza radicata e diffusa della corruzione è causa di una profonda e sleale alterazione delle condizioni concorrenziali che può contribuire ad annientare le imprese oneste, costringendole ad uscire dal mercato". E' l’allarme lanciato dal presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, Luigi Giampaolino, che nella relazione annuale al Parlamento, sul 2009, ha rilevato "l’insorgere, all’interno della pubblica amministrazione, di gravi episodi di corruzione ed illegalità".

Troppi lavori in emergenza "Il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale" preoccupa l’Autorità di vigilanza sugli appalti che, nella relazione annuale al Parlamento, si è soffermata sul’affidamento di lavori pubblici gestito dalla protezione civile, dai "grandi eventi" (G8, mondiali di nuoto, celebrazioni per l’Unità d’Italia) al terremoto in Abruzzo. C’è "il timore", avverte l’Authority, di "una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice degli appalti". Per l’Autorità "il continuo riproporsi dell’emergenza" fa cadere i requisiti di eccezionalità e imprevedibilità, che giustificherebbero poteri straordinari e ordinanze in deroga alle regole su procedure di gara a affidamenti, e comporta "una dilatazione dei tempi dell’intervento straordinario oltre ogni riferimento logico e funzionale legato all’emergenza stessa". La nozione di "grande evento", sottolinea poi l’Autorità, "è stata applicata a fattispecie assai disomogenee e in ogni caso prive dei requisiti di imprevedibilità e urgenza". Nella relazione annuale L’Authority ha preso in esame anno per anno, dal 2001, l’andamento degli appalti gestiti "in regime di emergenza" con ordinanze di protezione civile. Ed ha rilevato una "tendenza all’incremento" raggiungendo nel 2009 il picco più alto per numero (49 ordinanze) e spesa globale (3,94 miliardi). Picco che "si giustifica prevalentemente" con l’emergenza del terremoto in Abruzzo. Negli ultimi dieci anni, sottolinea il presidente dell’Authority, Luigi Giampaolino, "una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per per investimenti relativi a contratti sottratti in tutto o in parte non solo all’osservanza delle procedure previste dal Codice dei contratti degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell’ambito dei 'grandi eventi', anche a ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell’Autorità di vigilanza".

I debiti della pubblica amministrazione I tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione "oscillano in un range che va da un minimo di 92 giorni ad un massimo di 664". L'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori stima in "circa 37 miliardi di euro, pari al 2,4% del pil" la "la presunta esposizione debitoria" della pubblica amministrazione di cui "una parte consistente deriverebbe dalla gestione del sistema sanitario e dalla raccolta dei rifiuti solidi urbani". Intanto la crisi non ha frenato i contratti pubblici pubblici che, nel 2009, considerando le gare di appalto di importo superiore a 150mila euro, hanno raggiunto un importo di 79,4 miliardi di euro, pari al 6,6% del Pil. Rispetto all’anno precedente c’è stato un aumento del 4,8%. (+2,6% in termini reali). L’impatto sull’occupazione, diretta e indiretta, "sarebbe dell’ordine di 32mila unità", che può arrivare a 50mila "se si aggiungono gli effetti di moltiplicazione sulla domanda interna". E quanto ai primi tre mesi del 2010, da primi dati l’Autorità ha registrato un incremento dell’11% (a quota 17,3 miliardi) rispetto allo stesso periodo del 2009. La stabilizzazione della domanda, sottolinea il presidente dell’Autorità, Luigi Giampaolino, "ha attenuato l’intensità della relazione, incrementato la dotazione infrastrutturale del Paese e contenuto i costi occupazionali della crisi". Ma "la portata positiva di tale incremento di domanda è stata indubbiamente limitata dal diffuso problema dei ritardati pagamenti", causa "di pesanti implicazioni sull’equilibrio finanziario e, quindi, sullo sviluppo stesso sia delle imprese che del mercato". Quello dei ritardi dei pagamenti, ricorda l’Authorità, è una problematica particolarmente avvertita "dalle piccole e medie imprese in un momento di crisi economica e di maggiori difficoltà per l’accesso al credito".

sabato 26 giugno 2010

Se le parole hanno un senso...

Si sta svolgendo a Benevento una tre giorni di eventi volta a rilanciare la parte più antica della città, il Triggio ed è un’operazione sicuramente importante, visto lo stato di degrado di questo quartiere e del suo punto focale, il Teatro Romano, che versa in condizioni quasi al limite dell’abbandono, e considerato, soprattutto, il fatto che Benevento si è candidata a far parte del patrimonio culturale dell'Umanità tutelato dall’ UNESCO.

Tv e stampa locale hanno dato parecchio risalto alla cosa e alle dichiarazioni di politici ed amministratori che hanno partecipato, in particolare, al convegno "La Cultura per il Centro Storico".


Tra questi l’on. Mario Pepe, le cui parole, riportate dalla stampa, mi hanno lasciata esterrefatta.

"La cultura come modulo interpretativo e struttura organizzativa, avendo una visione polimorfa della realtà, può dare un notevole contributo a tematizzare il valore del centro storico, il suo simbolismo, la sua referenza al rilancio del territorio".
Ma cosa vuol dire?

E ancora: “Nel ripensare al valore strategico del centro storico come la sedimentazione della storia delle nostre comunità noi riscopriamo la genesi delle nostre comunità…".
Cosa significa?

Ma soprattutto cosa rimane di queste parole alla gente comune? Cosa rimane a quella gente che sia avvicina ai politici e agli amministratori per avere risposte sullo stato di abbandono del proprio quartiere?
Nulla, ne sono certa!

Come sono certa anche del fatto che non è parlando come un testo di storia antica che si crea interesse nella gente, non è così che si crea consenso e attrazione verso la politica e l’amministrazione della cosa pubblica, tutt’altro!

Sono, ormai, e fortunatamente direi, lontani i tempi in cui gli “Onorevoli” parlavano e tutti, sotto il palco del comizio, applaudivano fino a spellarsi le mani ma poi si chiedevano l’un l’altro “Ma tu hai capito che ha detto?”!!!

Oggi la politica, per essere realmente moderna, per essere vicina alla gente deve stare in mezzo alla gente e parlare il suo linguaggio, altrimenti la distanza percepita dal popolo rispetto alle istituzioni diventerà (e lo sta, ahimè ormai, già diventando) abissale!

Per parlare di cultura non c’è bisogno, secondo me di ostentare la propria…la storia, l’arte, la filosofia, sono un patrimonio universale presente, in embrione, in ognuno di noi…basta risvegliarlo attraverso i canali giusti e così, disegnando i girasoli, anche un bambino si avvicinerà a Van Gogh o, giocando con le mele, comincerà a scoprire la relatività.

Alla faccia del cambiamento!

I Popolari Udeur non ci sono più. Il partito ha cambiato nome. Ora si chiamano: "Popolari per il Sud.


L'assemblea nazionale dell'Udeur, nella Sala degli Astelli a Roma, ha dato via libera all'unanimità al nuovo soggetto politico dopo la relazione dell'ex Guardasigilli. Il nuovo simbolo mostra tredici stelle gialle sul vecchio 'Campanile' che poggia su un'onda tricolore.

"Chiamo a raccolta tutti coloro che credono nei nostri valori e non solo all'idea della convenienza. Le zeppole, - ha dichiarato Clemente Mastella - azzardando un parallelo culinario, senza farina non si fanno".
“Il nostro obiettivo - ha continuato - e' fare una battaglia per il Mezzogiorno. Vogliamo dare il nostro contributo perché il Sud non può essere lasciato a se stesso”. Confermata l'alleanza con il Pdl, il nuovo nome del partito “Popolari per il Sud” non sarà una contrapposizione aperta alla Lega di Umberto Bossi. Ma proprio rispetto alle tematiche che il Carroccio mantiene al centro dell'alleanza con Berlusconi, Mastella è stato chiaro: il rischio è che il Pdl “pauperizzi il suo patrimonio elettorale nel centro-sud per poi ritrovarsi in un confronto impari con la Lega solo nel nord”.

Mah, dico io, a me sembra che, come è già accaduto, vedi PD, UdC e anche AN, i nomi cambiano ma il partiti restano sempre gli stessi, vecchi, asserviti, corrotti, e chi più ne ha più ne metta!!!
E poi, questa sottolineatura del Sud richiama, volente o nolente, la contrapposizione a Bossi e alla sua Lega!
Volente o nolente la contrapposizione c'è, anzi, secondo me, lo scopo principe è proprio quello di creare un soggetto politico che sia in opposizione alla Lega sulla base di fantomatici valori di appartenenza al territorio meridionale!
Mah, vedremo col tempo di che si tratta, ma io la puzza di stantio la sento già da ora!

lunedì 14 giugno 2010

“Dov’è dov’è, dov’è la donna?”

“Dov’è dov’è, dov’è la donna?” canticchiava El Caballero alla ricerca della sua Carmencita in una storica reclame di una nota marca di caffè…

“Dov’è dov’è, dov’è la donna?” pare bofonchiare pure il primo cittadino beneventano alla ricerca di un’esponente del gentil sesso che non tanto sia in grado di reggere un assessorato ma piuttosto riesca a rispondere alle logiche spartitorie da manuale cencelli dalle quale, ormai, non si può più prescindere per tenere viva una giunta che, invece, sembra essere in punto di morte.

E in effetti per individuare una donna che possa accontentare tutte le liste e i partiti presenti in giunta potrebbe addirittura non bastare il mese che il nostro sindaco si è dato di tempo!!!

A me, invece, che con la Rete delle Rose Rosse da ben due anni seguo da vicino la problematica relativa alla inesorabile mancanza di donne nei luoghi dove, a tutti i livelli ed in tutti i settori, si decide, è bastato solo un attimo per individuare la persona giusta, solo un attimo è bastato per mettere nero su bianco il nome di una donna con la quale ho personalmente condiviso gli obiettivi della recente campagna elettorale per le regionali, Daniela Basile.

La Rete delle Rose Rosse è un movimento giovane, che nasce dalla gente comune, che si batte per i diritti di tutti, ed in particolare delle donne, per il merito, per lo sviluppo delle comunità attraverso la cultura e la crescita del senso civico: Daniela è una donna giovane, che lotta per i diritti dei lavoratori, per la scuola pubblica di qualità, per una società più giusta…
Daniela Basile è il nome giusto, il nome che la Rete delle Rose Rosse propone all’attenzione di chi ha l’incombenza di decidere.

Tergiversare o "non aver il coraggio" di prendere una decisione "di carattere, giusta e coraggiosa" significherebbe sicuramente continuare a "farsi del male da soli", come ormai da troppo tempo il PD e la sinistra tutta fanno, anche alla luce delle imminenti elezioni comunali della prossima primavera!

Dunque, Daniela Basile Assessore!

La Silicon Valley di San Giorgio del Sannio: il grande bluff è servito!!!

Sono passati undici mesi da quando l’allora Assessore all’Università e alla Ricerca della Regione Campania, Nicola Mazzocca, visitando per la prima volta la sede beneventana del Parco Scientifico e Tecnologico (PST) di Salerno e delle Aree Interne della Campania (AIC), presieduto da Floriano Panza, insieme ad Antonino Mazzeo (Presidente del Centro Regionale ICT – CeRICT) e a Sergio Betti (Direttore del Centro Regionale ICT – CeRICT), affermò: “Entro il 2010 sara’ pronto il nuovo e grande incubatore d’imprese di San Giorgio del Sannio che, estendendosi su una superficie di 50mila metri quadrati, ospiterà il mondo universitario della ricerca e dell’innovazione e numerose imprese dell’ICT sannita”.

Sono passati undici mesi, in mezzo c’è stata, e c’è ancora, una grande crisi nel mondo del lavoro, degli investimenti, dell’economia in generale, ma la mancata realizzazione di quanto si intendeva attuare nel Sannio, e a San Giorgio nello specifico, sa proprio di una ennesima grande presa in giro nei confronti dei cittadini e dei lavoratori della zona.

Non è possibile che un centro di eccellenza che, ai suoi albori, è stato addirittura definito come la Silicon Valley sannita e che ha realizzato il software utilizzato dal minisatellite Rubin 2, lanciato in orbita il 20 dicembre del 2002 dalla base di Baikonur, sia oggi in costante declino e che 13 lavoratori (su 17) dell’azienda trevigiana Telsey, motore, insieme all’Università degli Studi del Sannio, di questo Polo Tecnologico, siano da oggi in Cassa Integrazione Straordinaria!

Se si tratta veramente di un centro d’eccellenza di alto profilo, come ci hanno voluto far credere finora, non è possibile che delle sue criticità nessuno si sia fatto carico!!!

Già nel gennaio scorso, durante una sessione del Convegno SannioSity, si era cominciato a parlare di questa fase critica ma, a parte i soliti discorsi in politichese, fatti solo di ipotesi e mai di fatti concreti, non si sono raggiunte conclusioni di rilievo tranne che sottolineare pubblicamente come non ci sia stata da parte dei pubblici poteri la volontà di proseguire nella strada del sostegno e dell’incoraggiamento di queste attività e come fosse assolutamente urgente un intervento più che immediato nei confronti di San Giorgio del Sannio.

Ora, dopo solo sei mesi, ci troviamo addirittura di fronte alla Cassa Integrazione Straordinaria per 13 lavoratori!

Ancora una volta il Sannio, e la cittadina di San Giorgio in particolare, sono i protagonisti di un grande bluff, sono i primi attori di una grande illusione che ha arricchito i politici, grazie a piogge di fondi regionali ed europei, e preso in giro i lavoratori, che ora si ritrovano con in mano un pugno di mosche…

E dico ancora una volta perché sono gli stessi amministratori locali, Sindaco ed Assessori di San Giorgio del Sannio, a rinnovare questa illusione ogni volta che ci sono le elezioni, ogni volta che hanno bisogno di un po’ di visibilità sulla stampa locale, ogni volta che trovano qualche pollo da imbottire di promesse!!!

E i cittadini sanniti e sangiorgesi, dormienti come la montagna del Taburno, si lasciano riempire la testa di chiacchiere, fissi nel loro immobilismo, in attesa che qualcuno gli “sistemi” il figlio o il nipote, perché, alla fine, è quello lo scopo della loro vita, il proprio tornaconto, tanto mica sono loro quelli che devono cambiare le cose!!!

Nell’esprimere sentimenti di profonda vicinanza ai lavoratori della Telsey di San Giorgio del Sannio, auspico vivamente che la situazione economica ed occupazionale della cittadina sannita e del Sannio tutto possa cambiare in meglio grazie soprattutto all’intervento di politici ed imprenditori illuminati, che agiscano per il bene della comunità e per lo sviluppo globale del teritorio.

Ai miei concittadini sangiorgesi, infine, mi permetto di dare un consiglio: svegliamoci! Svegliamoci una volta per tutte!
Proviamo a dare una svolta a questo territorio, un svolta civica, una svolta sociale…guardiamoci intorno, leggiamo tra le righe di tutto quello che accade, cerchiamo di comprenderne le ragioni…ricordiamoci che noi cittadini abbiamo dei doveri ma anche dei diritti, e che questi diritti devono esserci garantiti in quanto stabilito dalla legge e non certo devono esserci concessi come favori!

Abbiamo molto tempo fino alle prossime elezioni amministrative…impegniamoci, tutti, nessuno escluso, a restituire a San Giorgio una dignità sociale, un ruolo culturale, un dinamismo economico e sociale, perché siamo noi il cambiamento che vogliamo vedere avvenire nel mondo!

martedì 8 giugno 2010

Scusate per la lunga assenza...


...motivi personali mi tengono un pò lontana dal blog, ma tornerò prestissimo!