domenica 21 novembre 2010

C'è una canzone che mi suona in testa....

C'è una canzone che mi suona in testa stamattina...la cantava, dopo averla anche scritta, un personaggio che ha anticipato la storia di oltre vent'anni, un personaggio senza peli sulla lingua, che nei suoi testi non aveva paura di citare fatti e persone e che, per questo motivo, fu censurato, ma che, per lo stesso motivo, fu amato tantissimo dal pubblico, un personaggio le cui canzoni, all'epoca, negli anni 80, non furono totalmente comprese ed apprezzate, sono oggi diventate icone dell'impegno giovanile, della volontà di cambiare, di portare avanti le proprie idee senza aver paura di nulla: Rino Gaetano.

La canzone che mi suona in testa è: "Ed io ci sto" del 1981.

"Mi alzo al mattino con una nuova
Illusione,prendo il 109 per la Rivoluzione,
e sono soddisfatto Un poco saggio un poco matto
Penso che fra vent'anni finiranno I miei affanni
Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po'
e mi accorgo che son solo,
in fondo è bella però è la mia età e io ci sto
Si dice che in America tutto è Ricco tutto è nuovo,
puoi salire In teleferica
su un grattacielo e farti un uovo,
io cerco il rock'n'Roll al bar e nei metrò,
cerco una bandiera diversa senza sangue sempre tersa
Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po'
e mi accorgo che son solo,
In fondo è bello però , è il mio Paese e io ci sto
Mi dicono alla radio statti calmo statti buono
non esser scalmanato stai tranquillo e fatti uomo
ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti,
e costi quel che costi la vincerò non ci son santi
Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po'
e mi accorgo che son solo,
ma in fondo è bella però è la mia guerra e io ci sto
cerco una donna che sia la meglio
che mi sorrida al mio risveglio
e che sia bella come il sole d'agosto
intelligente si sa
ma in fondo è bella però è la mia donna e io ci sto"

sabato 20 novembre 2010

Concerto di Elton John con i fondi UE...sarà vero?

...Diciamo che la provocazione di Borghezio, perchè l'indagine conoscitiva parte proprio dalla provocazione di Borghezio, è andata a buon fine: continuare a buttare fango in faccia alla Campania per esaltare, per contrasto, le virtù amministrative della Lega Nord...
In realtà, può darsi anche, e con una notevole probabilità, che parte dei soldi usati per Elton John siano stati presi dal gruzzoletto fornito dall'U.E. per ben altri scopi, ma questa è un'altra storia...
La Campania, come tutte le regioni del Sud, non è proprio capace di utilizzare le risorse che ha, e intendo non solo risorse economiche ma anche umane, paesaggistiche, imprenditoriali, culturali, per trasformarle in ricchezza per la comunità campana...questo è il nociolo della questione...ha ragione Philippe Daverio quando, ad Anno Zero, dice che a Pompei ci vorrebbero i Caschi Blu dell'Onu...io dico di più: vorrei un' amministrazione controllata dell'ONU per Napoli e Provincia nonchè il controllo ONU sull'amministrazione regionale!!!

giovedì 18 novembre 2010

Il pene e le mani che Berlusconi ha fatto riattaccare a due statue del 175 d. C. fanno ridere il mondo!!!

Media europei scatenatissimi: l’argomento odierno è, naturalmente, il celebre gruppo marmoreo, con i ritratti romani di Marco Aurelio e della moglie Faustina innestati sui corpi “greci” di Marte e Venere che, per volere di Silvio Berlusconi, è stato sottoposto a un intervento di chirurgia estetica che rischia di avere pesanti riflessi negativi sulla scultura del 175 dopo Cristo.
The Guardian scrive che
Silvio Berlusconi è noto per il suo entusiasmo per gli interventi di chirurgia estetica, ma non era conosciuto anche come estensore dei genitali alle sculture classiche!

Liberation è ancora più "cruda" nei confronti del Premier:
La richiesta espressamente fatta dal presidente al suo architetto personale, è in totale contraddizione con le drastiche regole italiane sui lavori di restauro sensibili. Questi, includono i restauri che non devono trarre in inganno lo spettatore e mostrare la differenza tra ciò che è veramente originale e ciò che è stato restaurato. “Perché le sculture in Cina sembrano essere così nuove mentre alle nostre mancano le braccia e le teste?” aveva chiesto Berlusconi al suo architetto quando la statua gli era stata consegnata. E mentre il Ministero della cultura ha subito una drastica diminuzione (-46% per il 2011), il costo del lifting (70.000 euro) è controverso, soprattutto dopo il crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei, il 6 novembre che ha causato uno scandalo e ha mostrato le cattive condizioni di molti siti.

Insomma, è come se qualcuno avesse preso le tempere marca Giotto per finire di punto in bianco un opera incompleta di un grande pittore, così, senza rispetto alcuno per l’arte e per il tempo in cui essa era stata, originariamente, realizzata.

Fortunatamente, però, questo rattoppo posticcio ed irrispettoso potrebbe durare molto poco: “La permanenza del gruppo a palazzo Chigi è, infatti,appesa al filo della crisi digoverno. E di conseguenza le aggiunte sulla bella dea e il virile compagno. Nel nulla osta del 29 marzo 2009 l’allora soprintendente di Roma Angelo Bottini — preso atto della richiesta giunta dalla presidenza del Consiglio dei ministri dopo che un anno prima il premier era rimasto folgorato dalle statue —disponeva infatti che “il prestito durerà fino alla fine della legislatura”. Una volta rientrati alle Terme di Diocleziano, dove si spera finiscano in fretta i lavori di ristrutturazione delle sale, Marte e Venere verranno probabilmente liberati dalle parti reversibili. Nessun museo accetta infatti nelle sue collezioni mani finte e attributi posticci”. Ma è anche possibile che le statue della Roma imperiale rischino ora di rimanere falsate e rovinate per sempre. Avevano resistito finora, potrebbero non riuscire a resistere alla frenesia del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi.

Elvira Santaniello presenta " Le dame e il cavaliere" a Benevento

Elvira Santaniello e Rete Rose Rosse Campania presentano, in collaborazione con Cooperativa Sociale R.A.P.P.S.S. e Brigate della Solidarietà Attiva, la proiezione del docu-film "Le dame e il cavaliere" di Franco Fracassi.


Si tratta di un documentario su Berlusconi che in Italia nessuno ha voluto distribuire e che, se venisse approvata la cosiddetta legge bavaglio, diverrebbe fuorilegge.

La proiezione sarà seguita da un dibattito, molto attuale peraltro, sul duplice tema da una parte della realtà descritta nel film, dove il sesso e il potere si mescolano per portare avanti gli interessi del premier, dall’altra quella della libertà di informazione, in un paese in cui le verità scomode sono cancellate.

Modererà il dibattito il giornalista Luigi La Monaca. Interverranno Giulia Migneco, una dei produttori della video inchiesta, politici ed amministratori locali, associazioni e, ne siamo certi, tanti cittadini.

L'appuntamento è per DOMENICA 21 NOVEMBRE Ore 18.30 presso L@P Asilo31 Via Firenze (Rione Libertà) Benevento (ovvero presso l'ex Asilo di Via Firenze affidato dal Comune di Benevento alla gestione della Coop. Soc. degli insegnanti precari sanniti)".

martedì 16 novembre 2010

"Così in terra, come in cielo" di don Andrea Gallo

Ieri sera a "Vieni via con me" l'unico di sinistra è stato Don Gallo...angelicamente anarchico...prete rosso...prete ribelle riguardo alle posizioni più critiche della chiesa: il testamento biologico, l'immigrazione, la liberalizzazione delle droghe, l'aborto...un talebano dei diritti degli uomini in generale e degli ultimi in particolare...un esempio per la sinistra italiana oggi troppo vuota e troppo parolaia...

Di seguito uno dei racconti del nuovo libro di Don Gallo, "Così in terra, come in cielo"

Mi hanno rubato il prete
Fui rimosso dall’incarico nel 1963. La motivazione ufficiale non la conosco ancora, però sospetto abbia a che fare coi miei metodi “licenziosi”. Nel gennaio 1965 mi spedirono come viceparroco alla Chiesa del Carmine, in pieno centro storico, sotto l’Albergo dei poveri. Era un quartiere popolare, di portuali e operai, con abitazioni inagibili e un mercato rionale quasi indecente. Giravo nei vicoli, sostavo fra i banchi, passavo in edicola, discutevo col salumiere che era convinto che mi piacesse il prosciutto ma comprassi la mortadella perché ero tirchio e volevo spendere meno. La zona era anche frequentata da famiglie borghesi in quanto vicinissima all’Università e al Liceo Colombo, dove nel ’68 nacque il movimento studentesco. Fu un periodo di grandi stravolgimenti: con il Concilio Vaticano II la Chiesa decideva di leggere i segni dei tempi, i giovani si impegnavano nel sociale, dibattevano sulla riforma scolastica e la guerra in Vietnam, nascevano piccole comuni, cresceva la partecipazione civile. Fu un risveglio e un contagio di idee, una primavera a tutti gli effetti. La mia parrocchia diventò un punto di riferimento, l’agape, un luogo di forte comunione e sinergia. Alla messa di mezzogiorno trattavo i temi di attualità, ero nettamente schierato al fianco degli ultimi, cominciai a tenere due leggii: da una parte il Vangelo, dall’altra il giornale. Evidentemente qualche zelante non approvava le mie omelie e avvisò la Curia. L’episodio che scatenò l’indignazione dei benpensanti fu la mia predica alla scoperta di una fumeria di hashish nel quartiere. Invece di inveire contro chi rollava qualche spinello ricordai quanto fossero diffuse e pericolose altre droghe, per esempio quella del linguaggio, talmente fuorviante che poteva tramutare “il bombardamento di popolazioni inermi” in “un’azione a difesa della libertà”. Apriti cielo.
Il parroco Don Emilio Corsi per ordini superiori dovette registrare di nascosto le mie prediche, poi mi chiese scusa, dimostrandomi tutto il suo affetto, e si rifiutò di continuare. Ma ormai la Curia aveva stabilito che promuovevo la politica e non il Vangelo e nel 1970 mi inviò un provvedimento di espulsione.
Addirittura il vescovo Chiocca telefonò a mia madre chiedendole di fare pressioni su di me affinché scegliessi “obbedienza o catastrofe”. Optai per l’obbedienza e per loro fu una catastrofe. Prima della mia partenza ci fu una sollevazione popolare inaspettata. Tutta la città reagì, tanto che della storia di questo pretino si dovettero occupare anche i quotidiani, perfino Le Monde seguì la vicenda e scrisse che “avevo il torto di essere stato fedele al Concilio.”
Le gente del quartiere inviò una lettera di protesta con 2370 firme (a cui non seguì alcuna risposta), organizzò una veglia di preghiera, occupò la chiesa per esprimere totale disapprovazione al mio allontanamento. Il 1 luglio 1970, mentre io stavo barricato in una trattoria, venni chiamato in piazza e lì trovai oltre duemila persone a manifestare. Rimasi colpito. Avevo deciso di non contestare il provvedimento, invece capitai nel bel mezzo di una mobilitazione popolare, dove il professore universitario teneva a braccetto lo spedizioniere, il fabbro la vecchietta, i figli delle prostitute alzavano i cartelli insieme ai figli dei grandi professionisti. Che commozione. Mi diedero un megafono e questo fu il mio saluto: “E’ vero, esiste un profondo dissenso fra me e la Curia, ma un dissenso di amore e di profonda, convinta ricerca della verità. La cosa più importante è che si continui ad agire perché i poveri contino. Ci incontreremo ancora. Ci incontreremo sempre. In tutto il mondo, in tutte le chiese, le case, le osterie. Ovunque ci siano uomini che vogliono verità e giustizia.
” Il 1 luglio 1970 un bambino piangeva sugli scalini della mia chiesa e quando il vigile gli chiese perché, lui rispose: “Mi hanno rubato il prete”.

...sortire dai problemi tutti insieme, ma con una peculiarità: partire dagli ultimi..

Don Alfonso Gallo, la sinistra nella cristianità

lunedì 15 novembre 2010

Il primo discorso di Aung San Suu Kyi: «Non perdete la speranza»

"La base della democrazia è la libertà di parola - ha detto il premio Nobel per la pace nel suo primo discorso da donna libera - e anche se penso di sapere cosa volete, vi chiedo di dirmelo voi stessi. Insieme, decideremo quello che vogliamo, e per ottenerlo dobbiamo agire nel modo giusto. Non c'è motivo di scoraggiarsi...Niente può essere raggiunto senza la partecipazione della gente. Dobbiamo camminare assieme...C'è democrazia quando il popolo controlla il governo. Accetterò che il popolo mi controlli."



Proprio come in Italia, dove chi prova a contrastare o contestare il Governo o il Presidente del Consiglio è comunista, dove i gudici sono comunisti, i precari sono comunisti, i manifestanti nelle piazze sono comunisti....Altro che Aung San Suu Kyi e i suoi inviti a controllare il suo lavoro!!!
Qua stiamo al regime!!!

mercoledì 10 novembre 2010

Benigni e Berlusconi...un binomio che viene da lontano

Questo era Berlusconi nel 1996...14 anni fa...estremamente interessante vista l'attualità dei contenuti...



Questo è Berlusconi nel 2010...l'altro ieri per la precisione...cosa è cambiato rispetto a 14 anni fa?

lunedì 1 novembre 2010

L'aneme d' 'o priatorio, l'aneme pezzentelle...


L'aneme d' 'o priatorio, l'aneme pezzentelle, le anime abbandonate del Cimitero delle Fontanelle di Napoli, ossa anonime, accatastate nelle cave di tufo fin dal 1656, l'anno della peste, fino all'epidemia di colera del 1836. Le anime pezzentelle per i napoletanoi sono sempre state un ponte tra l'aldilà e la terra, un m...ezzo di comunicazione tra i mondi dei morti e i mondi dei vivi, segno di speranza nella possibilità di un aiuto reciproco tra poveri che scavalca la soglia della morte: poveri sono infatti i morti, per il semplice fatto di essere morti e dimenticati, e poveri i vivi che vanno a chiedergli soccorso e fortuna. Così i napoletani cominciarono ad affezionarsi a queste anime e anche ai loro resti: adottavano nel vero senso della parola un teschio e da quel punto in poi il cranio diventava parte della famiglia del devoto. Il cranio veniva pulito e lucidato, e poggiato su dei fazzoletti ricamati lo si adornava con lumini e dei fiori. Il fazzoletto era il primo passo nell'adozione di una particolare anima da parte di un devoto e rappresentava il principio affinché la collettività adottasse il teschio. Al fazzoletto si aggiungeva il rosario, messo al "collo" del teschio per formare un cerchio; in seguito il fazzoletto veniva sostituito da un cuscino, spesso ornato di ricami e merletti. A ciò seguiva l'apparizione in sogno dell'anima prescelta, la quale richiedeva preghiere e suffragi.I fedeli sceglievano chi pregare e a chi offrire i lumini nelle loro visite costanti e regolari. Solo allora il morto appariva in sogno e si faceva "riconoscere".In sogno comunque la richiesta delle anime è sempre la stessa: tutte hanno bisogno di refrisco.
La frase ricorrente nelle preghiere rivolte alle anime purganti era infatti la seguente: «A refrische 'e ll'anime d'o priatorio». Si pregava l'anima per alleviare le sue sofferenze in purgatorio, creando un vero e proprio rapporto di reciprocità, in cambio di una grazia o dei numeri da giocare al lotto. Se le grazie venivano concesse il teschio veniva onorato con un tipo di sepoltura più degno: una scatola, una cassetta, una specie di tabernacolo, secondo le possibilità dell'adottante. Ma se il sabato i numeri non uscivano o se le richieste non erano esaudite, il teschio veniva abbandonato a se stesso e sostituito con un altro: la scelta possibile era vasta.I teschi, inoltre, non venivano mai ricoperti con delle lapidi, perché fossero liberi di comparire in sogno, di notte. Secondo la tradizione popolare infatti l'anima del Purgatorio rivelava in sogno la sua identità e la sua vita. Il devoto ritornava allora sul luogo di culto, raccontava il sogno, e se l'anima del teschio era particolarmente benevola, si concedeva a tutti di pregare lo stesso teschio determinando così una sorte di santificazione popolare.
Utili erano tutti i tipi di segni che potevano venire alle anime. Così un teschio che non sudava, cioè che non accumulava condensa da umidità, era segno di una sofferenza dell'anima abbandonata e cattivo presagio. In questo caso si chiedeva soccorso a Gesù e, soprattutto, alla Madonna.L'unico mezzo di comunicazione tra i vivi e i morti era il sogno; dai sogni spesso nascono così varie personificazioni delle anime "pezzentelle", ed ecco moltiplicarsi le diverse figure di giovinette morte subito prima del matrimonio, di uomini morti in guerra o comunque in circostanze drammatiche e singolari.Il culto fu particolarmente vivo negli anni del secondo conflitto mondiale e del primo dopoguerra: la guerra aveva diviso famiglie, allontanato parenti, provocato morti, disgrazie, distruzioni, miseria. Non potendo aspettarsi aiuto dai vivi, il popolo lo chiedeva ai morti, e l'evocazione delle anime purganti diventa insieme la concreta rappresentazione della memoria e la speranza di sottrarsi miracolosamente all'infelicità e alla miseria. Preoccupato per il feticismo insito nel culto delle anime pezzentelle, nel 1969 l'arcivescovo di Napoli, card. Corrado Ursi, dispose l'interdizione ai fedeli del Cimitero delle Fontanelle, che veniva riaperto solo in occasione del Maggio dei Monumenti. Il 23 maggio 2010 una pacifica occupazione degli abitanti del Rione Sanità ha convinto l'Amministrazione Comunale a riaprirlo. Da quel giorno il Cimitero è realmente di nuovo accessibile.