giovedì 10 novembre 2011

Non riesco a dormire...

L'italia si arrovella in una crisi politico - economica gravissima...l'Italia si sgretola con alluvioni e frane in tutto lo stivale...l'Italia muore negli incidenti sul lavoro...l'Italia giovane non ha lavoro...l'Italia che lavora andrà in pensione col bastone e coi capelli bianchi...l'Italia che lavora in nero se ne fotte della pensione e delle tasse e campa alla giornata...l'Italia che cammina sul filo ogni giorno e non arriva a fine mese...l'Italia malata di malasanità...l'Italia che muore di amianto, di inquinamento da polveri sottile, di discariche di rifiuti tossici, muore cornuta e mazziata...l'Italia corrosa dal dissesto culturale e sociale che si vende il corpo e l'anima a chi offre di più...
ne ho la nausea...non riesco a dormire...mastico un maalox...ma un anti acido non basterà...

domenica 23 ottobre 2011

Non c'è dolore più grande che sopravvivere ai propri figli

oggi sono morti due ragazzi giovani, un attore ed un campione di motociclismo...due ragazzi giovani, con tutta la vita davanti...da mamma penso al dolore dei loro genitori...non c'è dolore più grande che sopravvivere ai propri figli...penso alle vite spezzate, ai sogni infranti, ai progetti non più realizzabili...chissà quanti altri ragazzi, persone comuni, hanno perso la vita o la perderanno oggi...penso che è sacrosanto vivere ogni giorno della nostra vita come se fosse l'ultimo, prendendo di esso il bene eil male, vivendolo profondamente e con passione...perchè l'amore e la passione per quello che si fa sono il vero motore della vita...


pensando a tutto questo, mi sono ricordata di questa poesia che diceva sempre mia suocera ai miei figli...

Che cos'è una mamma
(di Francesco Pastonchi)


Rititì lo vuoi saper tu
Che cosa è una mamma?
Nessuno, nessuno dei bimbi lo sa.
Un bimbo nasce e …va.

Lo sanno, ma forse, ma tardi
quelli che non l’hanno più.
Rititì che pensi e mi guardi,
Rititì lo vuoi saper tu?

Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti ti da:
per quanti gliene domandi
sempre uno ne troverà.
Ti da il frutto, il fiore, la foglia,
per te di tutto si spoglia,
anche i rami si taglierà.
Una mamma è come un albero grande

Una mamma è come una sorgente.
Più ne toglie acqua e più ne getta.
Nel suo fondo non vedi belletta:
sempre fresca, sempre lucente,
nell’ombra e nel sol è corrente.
Non sgorga che per dissetarti,
se arrivi ride, piange se parti.
Una mamma è come una sorgente.

Una mamma è come il mare.
Non c’è tesori che non nasconda,
continuamente con l’onda ti culla
e ti viene a baciare.
Con la ferita più profonda
non potrai farlo sanguinare,
subito ritorna ad azzurreggiare.
Una mamma è come il mare.

Una mamma è questo mistero:
tutto comprende tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
puoi farle male in tutta la persona.
Ti dirà: "Buon cammino bel cavaliero!"
Una mamma è questo mistero.

mercoledì 5 ottobre 2011

Sono incazzata nera....

Non serve dirvi che le cose vanno male, tutti quanti sanno che vanno male. Abbiamo una crisi. Molti non hanno un lavoro, e chi ce l'ha vive con la paura di perderlo. Il potere d'acquisto del dollaro è zero. Le banche stanno fallendo, i negozianti hanno il fucile nascosto sotto il banco, i teppisti scorrazzano per le strade e non c'è nessuno che sappia cosa fare e non se ne vede la fine.

Sappiamo che l'aria ormai è irrespirabile e che il nostro cibo è immangiabile. Stiamo seduti a guardare la TV mentre il nostro telecronista locale ci dice che oggi ci sono stati quindici omicidi e sessantatré reati di violenza come se tutto questo fosse normale, sappiamo che le cose vanno male, più che male!

È la follia! È come se tutto dovunque fosse impazzito così che noi non usciamo più. Ce ne stiamo in casa e lentamente il mondo in cui viviamo diventa più piccolo e diciamo soltanto: "Almeno lasciateci tranquilli nei nostri salotti per piacere! Lasciatemi il mio tostapane, la mia TV, la mia vecchia bicicletta e io non dirò niente ma... ma lasciatemi tranquillo!".

Beh!, io non vi lascerò tranquilli. Io voglio che voi vi incazziate. Non voglio che protestiate, non voglio che vi ribelliate, non voglio che scriviate al vostro senatore, perché non saprei cosa dirvi di scrivere: io non so cosa fare per combattere la crisi e l'inflazione e i russi e la violenza per le strade. Io so soltanto che prima dovete incazzarvi. Dovete dire: "Sono un essere umano, porca puttana! La mia vita ha un valore!".

Quindi io voglio che ora voi vi alziate. Voglio che tutti voi vi alziate dalle vostre sedie. Voglio che vi alziate proprio adesso, che andiate alla finestra e l'apriate e vi affacciate tutti ed urliate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!".

Voglio che vi alziate in questo istante. Alzatevi, andate alla finestra, apritela, mettete fuori la testa e urlate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare. Dovete dire: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Allora penseremo a cosa fare per combattere la crisi e l'inflazione e la crisi energetica, ma Cristo, alzatevi dalle vostre sedie, andate alla finestra, mettete fuori la testa e ditelo, gridatelo: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!".

martedì 20 settembre 2011

La vita dignitosa al giorno d'oggi...non più un diritto ma un miraggio...

art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948

1. Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.



Oggi in Italia, in tutta Italia, con il Governo che ci ritroviamo, con la crisi incombente, con la recessione a livello mondiale, questi diritti inalienabili dell'individuo sono rispettati? C'è ancora qualcuno tra i nostri governanti che abbia a cuore, ma veramente e non solo a parole, il diritto di tutti ad una vita dignitosa? AHIME', NON CREDO...

...Io non la sopporto più questa situazione tutta italiana! Non sopporto più i partiti che parlano, parlano e ancora parlano mentre l'Italia cola a picco! Non sopporto più i finti indignati che hanno un atteggiamento attendista per vedere se, cmq, c'è una fetta di torta pure per loro!
Io di parole non ne ho più...ho una famiglia, una casa, una vita e soprattutto ho, abbiamo, il diritto al futuro...lo difenderò con le unghie e con i denti se necessario!

sabato 17 settembre 2011

Apriamo gli occhi! Sull'aumento dell'IVA non facciamoci fregare!!!

Cittadini e consumatori non facciamoci fregare dai commercianti furbetti!!!
Nessun rincaro dovrà esserci per pane e latte, frutta e verdura, giornali, formaggi e latticini, legumi, mangimi e fertilizzanti, servizi di mensa aziendale e scolastica e per tutti i prodotti di largo consumo che hanno l'IVA al 4% e per quelli tassati al 10% come carne, pesce, uova, birra e acque minerali.

Subiranno, invece, il passaggio dell'IVA dal 20 al 21% :

- Televisori e prodotti per l'home entertainment
- Macchine fotografiche e videocamere
- Computer desktop, portatile, palmare e tablet
- Autocaravan, caravan e rimorchi
- Imbarcazioni, motori fuoribordo ed equipaggiamento barche
- Strumenti musicali - Giocattoli, giochi tradizionali ed elettronici
- Articoli sportivi
- Manifestazioni sportive e parchi divertimento
- Stabilimento balneare
- Piscine, palestre e altri servizi sportivi
- Articoli di cartoleria e cancelleria
- Pacchetti vacanza
- Automobili, ciclomotori e biciclette
- Trasferimento proprietà auto e moto
- Affitto garage, posti auto e noleggio mezzi di trasporto
- Pedaggi e parchimetri
- Apparecchi per la telefonia fissa, mobile e telefax
- Servizi di telefonia fissa, mobile e connessioni internet
- Tabacchi
- Abbigliamento e calzature
- Rasoi elettrici, taglia capelli, phon
- Articoli per la pulizia e per l'igiene personale
- Profumi e Cosmetici
- Gioielleria e orologeria
- Valigie e borse e altri accessori
- Servizi di parrucchiere
- Servizi legali e contabili
- Mobili e articoli per illuminazioni
- Biancheria e tessuti per la casa
- Frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forno
- Piccoli elettrodomestici per la casa
- Piatti, stoviglie e utensili per la casa
- Detergenti e prodotti per la pulizia della casa
- Carburanti
- Caffè
- Bevande gassate, succhi di frutta e bevande analcoliche
- Liquori, superalcolici, aperitivi alcolici
- Vini e spumanti.

Per dettagli sui prodotti e servizi che NON aumentano leggi qui e qui

martedì 23 agosto 2011

...non dobbiamo sopravvire...dobbiamo fare la storia!!!

"Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse. "Spacco pietre" rispose il primo. "Mi guadagno da vivere" rispose il secondo. "Partecipo alla costruzione di una cattedrale" disse il terzo." ...Le motivazioni, amici miei, aiutano gli uomini a fare la storia...non a sopravvivere ma a fare la storia!!!

giovedì 11 agosto 2011

Se le crisi globale dovesse continuare ad aggravarsi il libro "Vivere senza soldi" sarà più venduto e più letto della Bibbia!!!

I soldi, ormai, non ci servono più solo per vivere...ci servono i soldi perchè i soldi sono un segno di prestigio, ci servono i soldi perchè senza non sei nessuno, ci servono i soldi per corrompere i politici e trovare lavoro, ci servono i soldi per comprare extasy o cocaina con cui sballarci, ci servono i soldi perchè solo così ci sentiamo rispettati...E poi ci sono le banche che esistono in quanto esistono i soldi, le industrie, gli imprenditori, le finanziarie, che comprano e vendono coi soldi, i ministri, i sindacati, le fondazioni, i consorzi, che intanto esistono perchè esistono i soldi...

Insomma, siamo ossessionati dall'idea che che senza soldi non si possa vivere!

Eppure, in Germania, nel 1996, una donna decise di cambiare drasticamente il proprio stile di vita e provare a vedere se fosse possibile vivere senza soldi.
Questa donna, Heidemarie Schwermer, psicologa specializzata in pedagogia, era anche abbastanza ricca, ma decise di vendere tutto ciò che era in suo possesso, distribuì i ricavi tra i figli e volle rimanere senza niente.

Fu così che, nel 1996, Heldemarie fondò con altri amici l’associazione Dortmunt, un centro di baratto dove si organizzano scambi di attività e competenze varie. Ognuno fa ciò che sa fare e riceve dagli altri servizi a cui possono accedere, la preparazione di un pasto, la riparazione di un auto, un taglio di capelli o lezioni per i figli. In tal modo, tutti ottengono quello che necessitano senza sforzo, e facendo ciò che loro piace. Per questo motivo Heldemarie si considera davvero felice, adesso che non possiede niente di materiale ma ha la libertà di disporre della totalità del suo tempo libero. E non è poco. Questa pratica, sottolinea la creatrice, ha l’effetto positivo di aumentare la fiducia in se stessi e l’autostima, permettendo che ciascuno offra ciò che sa fare, ed evitando l’alienazione prodotta da un lavoro che non motiva né con cui non ci si identifica. E’ un sistema basato sulla fiducia reciproca e sulla solidarietà, che rompe il convenzionale “hai quello che vali”.

L'esperienza del centro di baratto è raccontata nel libro “Vivere senza soldi” e dimostra che un’alternativa al nostro sistema economico è possibile, anche se il caso di Heidemarie è rimasto un caso isolato.

Tuttavia, credo che un'occhiata a questo libro sia opportuno darla... non si sa mai, magari ci potrebbe rimanere utile nel caso malaugurato in cui Tremonti e Berlusconi ci levassero pure gli ultimi euro del porcellino salvadanaio!!!

lunedì 1 agosto 2011

L'estate CARA degli italiani!

Gli italiani sono già andati o si preparano per le vacanze 2011 ma ad attenderli c’è una bella sorpresa: la stangata di mezza estate!

Adusbef e Federconsumatori hanno calcolato che ammonterà a 3200 euro in più a famiglia la cifra che i consumatori dovranno sborsare per l’effetto combinato delle misure della manovra e dei rincari di prezzi e tariffe.

E forniscono due conti: le famiglie al termine dei 4 anni di correzione, cioè con le misure a regime, dovranno sborsare oltre 1.700 euro in più l’anno. Una cifra che andrà ad aggiungersi all’aumento «incessante» delle tariffe e all’aumento dei prezzi di beni di prima necessità: altri 1.461 euro.

In tutto quindi, al termine dei 4 anni, la ‘stangata’ ammonterà a 3.233 euro in più a famiglia. La voce che inciderà di più sui bilanci già prosciugati della famiglie è quella relativa all’aumento dell’imposta di bollo sui 22 milioni di deposito titoli. Frutterà alle casse dello stato 8 miliardi, ma comporterà una spesa singola di 333 euro. Segue nella classifica dell’esborso l’effetto dei tagli sulla sanità: il risparmio per l’erario sarà di 7,5 miliardi (a cui vanno sommati altri 4,5 miliardi dei tagli precedenti) con un effetto di 315 euro in più. Anche il pieno (grazie all’aumento delle accise) costerà di più: 60 euro l’anno. E il conto per la mancata indicizzazione delle pensioni si tradurrà mediamente in una perdita di 102 euro.

Aggiungendo poi i tagli agli enti locali che ricadrebbero sui cittadini sotto forma di addizionali, si arriva a 1.106 euro. Ma non basteranno per richiudere il portafoglio. La manovra sposta infatti al 2013 e 2014 una cifra consistente che arriverebbe dal taglio lineare degli sconti fiscali. E non si salverebbero quelli destinati alla famiglia. Così, incluso anche questo ulteriore taglio (che riguarderebbe detrazioni familiari, deduzioni contributi previdenziali e detrazioni sanitarie) il conto aumenta di altri 666 euro arrivando a complessivi 1.772 euro. «La convergenza di questi due fattori (manovra + aumento di prezzi e tariffe) comporta una drastica riduzione del potere di acquisto, che, per di più, si inserisce in una situazione di forte contrazione dei consumi.

Alla luce di queste ricadute, infatti, si può profilare un crollo dei consumi del -7/8%». «Tutto ciò è estremamente grave – affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef – ed imporrebbe una radicale modifica della manovra per una maggiore equità e, nello stesso tempo, per impedire un’ulteriore contrazione del mercato che produrrebbe effetti molto negativi sulla produzione industriale e dei servizi nel nostro Paese, con conseguenze del tutto immaginabili».

Per arrivare alla fine dell’anno le famiglie dovranno sborsare (a regime) 3.200 euro in più per l’effetto combinato della manovra (1.772 euro) e dell’aumento dei prezzi e delle tariffe (1.461 euro). Ecco una mappa dei rincari fornita da Federconsumatori ed Adusbef:
- MANOVRA
- INCREMENTO COSTI PER FAMIGLIA IN EURO/ANNO AL TERMINE DEL QUADRIENNIO 2011-2014.

MANOVRA INCREMENTO COSTI PER FAMIGLIA
IN EURO/ANNO AL TERMINE DEL QUADRIENNIO 2011-2014

Sanità 7,5 Md
(a cui vanno sommati altri 4,5 Md dei tagli precedenti) 315 euro
Enti Locali 9,6 MD (3/4 su famiglie) 296 euro
Pensioni 2,7 miliardi
mancata indicizzazione al 2013-2014 102 euro
Benzina
solo aumento accise di 5 c/litro costi diretti 60 euro
Imposta di bollo 8 MD
sui 22 milioni di deposito titoli 333 euro
Totale 1106 euro

Detrazioni familiari
Deduzioni contributi previdenziali Detrazioni sanitarie
16 MD
(pari ai 2/3 dei tagli complessivi e
riferiti alle famiglie e non alle imprese) 666 euro
========================
TOTALE MANOVRA 1.772 EURO


AUMENTI (ANNUI) DI PREZZI E TARIFFE PER IL 2011:

ALIMENTAZIONE (+ 5-6%) 367 euro
TRENI (ANCHE PENDOLARI) E 122 euro
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE (+25-30%) 41 euro
SERVIZI BANCARI + MUTUI 98 euro
CARBURANTI (SENZA AUMENTO ACCISE) 240 euro
DERIVATI DEL PETROLIO,
DETERSIVI , PLASTICHE 87 euro
E PRODOTTI PER LA CASA
ASSICURAZIONE AUTO (+10-12%) 105 euro
TARIFFE AUTOSTRADALI (+2%) 37 euro
TARIFFE GAS (+7-8%) 106 euro
TARIFFE ELETTRICITA’ (+ 4-5%) 19 euro
TARIFFE ACQUA (+ 5-6%) 21 euro
TARIFFE RIFIUTI (+ 7-8%) 38 euro
RISCALDAMENTO 180 euro
===========================
TOTALE 1.461 EURO

(*) = senza aumento delle accise.

La convergenza di questi due fattori (manovra + aumento di prezzi e tariffe) comporta una drastica riduzione del potere di acquisto, che, per di più, si inserisce in una situazione di forte contrazione dei consumi. Alla luce di queste ricadute, infatti, si può profilare un crollo dei consumi del -7 / -8%.
“Tutto ciò è estremamente grave ed imporrebbe una radicale modifica della manovra per una maggiore equità e, nello stesso tempo, per impedire un’ulteriore contrazione del mercato che produrrebbe effetti molto negativi sulla produzione industriale e dei servizi nel nostro Paese, con conseguenze del tutto immaginabili.” – affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Per questo abbiamo avanzato delle proposte alternative necessarie, a nostro parere, per risanare e rilanciare nel contempo l’economia del nostro Paese:
- Tassa sulle transazioni finanziarie,
- Aumento tassa su rendite finanziarie (eccetto titoli di stato) a media europea del 20%,
- Più determinata lotta all’evasione fiscale,
- Tassa sui patrimoni sopra 2 milioni di Euro,
- Tagli ai costi della politica, principalmente su:
o abolizione Province,
o accorpamento piccoli comuni,
o taglio agli stipendi dei manager pubblici, portandoli ad un livello identico a quello dei redditi dei parlamentari, a loro volta collocati su media europea,
o vendita di parte delle riserve auree, al fine di avviare investimenti e/o abbassare il debito pubblico (la vendita dell’oro serve inoltre a calmierarne il prezzo e diminuire la propensione all’acquisto che,nei fatti, blocca risorse per investimenti produttivi).

Ma volete che soluzioni intelligenti come queste piacciano ai nostri governanti?

domenica 17 luglio 2011

It's Holiday Time!!!



Non me ne vogliano gli amici e sostenitori ma anche io mi sono presa un pò di meritato riposo!!!

A presto e buone vacanze a tutti!

venerdì 10 giugno 2011

IO VOTO !!!


ma è Mafalda ad essere tale e quale a me o il contrario??? Comunque sia, entrambe andiamo a votare domenica e barriamo 4 SI!!!

mercoledì 8 giugno 2011

La perplessità è l’inizio della conoscenza

In una poesia di Kahlil Gibran, la Giovinezza cammina con un ragazzo ed insieme giungono nel campo dello Smarrimento. Il ragazzo è confuso, spaventato, triste, ma la Giovinezza lo rassicura e gli dice: "Abbi pazienza. La perplessità è l’inizio della conoscenza."...siamo in continuo divenire...le domande, le perplessità, la continua ricerca, sono i mattoni...servono a costruire la consapevolezza di sè e del mondo...

La giovinezza camminava
avanti a me
e io la seguivo,
finché non arrivammo a un campo lontano.
Qui si fermò, e si mise a guardare
le nuvole che lente si lasciavano
trasportare verso l’orizzonte.
Poi guardò gli alberi
i cui i rami nudi si tendevano al cielo
come a pregare per il ritorno
del fogliame.
Chiesi:-Dove siamo?
Rispose:- Siamo nel campo dello Smarrimento.
Fa’ attenzione.
Dissi:- Torniamo subito indietro,
perché questo luogo desolato mi spaventa,
e la vista delle nuvole e dei rami nudi
mi rattrista il cuore.
Rispose:- Abbi pazienza.
La perplessità è l’inizio della conoscenza.

(da Le parole non dette, di Kahlil Gibran, a cura di I.Farinelli, Ed. Paoline, Milano; 1991)


Mi chiedo, allora, perchè qualcuno si stupisce del fatto che che io mi ponga domande, che abbia dei dubbi, delle perplessità...

domenica 5 giugno 2011

Ho ritrovato un mito della mia adolescenza: Mario Castelnuovo!

Avevo circa 14 anni e quando vidi a Domenica In questo ragazzo, rimasi incantata...me lo ricordo come se fosse ieri: non solo la sua bellezza mi incantò, una bellezza spigolosa nei tratti del viso ma assolutamente espressiva, a tratti malinconica, ma quel suo sguardo un pò sognante, un pò disilluso, a metà tra il reale e il sogno, uno sguardo che si illuminava tra i versi di una sua canzone, "Oceania"...
Era il 1981 ed io ero una ragazzina, ma da sempre mi interessavo di musica ed avevo colto in Mario Castelnuovo qualcosa di profondamente diverso nel panorama della musica pop di quei tempi...testi profondi, al limite della poesia, un substrato culturale molto forte, temi musicali curati e mai banali...il suo primo album, "sette fili di canapa" è superbo...ne conservo ancora il vinile, credo...





All'interno di quell'album c'era anche questa piccola meraviglia, una poesia di altri tempi con un tema molto scottante,per l'epoca, la droga...



E questo brano la cui musica è stata scritta in collaborazione con un grande amico e po anche produttore di Mario, Amedeo Minghi...

venerdì 27 maggio 2011

Ancora una grande donna, un mito della politica semplice, la politica della quotidianità: Annarella



Annarella è un mito! Una donna semplice, del popolo, orgogliosa delle sue origini, del suo essere di sinistra da sempre e di aver preso il caffè con Togliatti ad Albano Laziale...Annarella è un mito perchè non ha peli sulla lingua, dice le cose come le pensa e in questo suo modo semplice di pensare e di dire sta tutta la sua saggezza!!!

mercoledì 25 maggio 2011

Dopo Maria Luisa Busi e Tiziana Ferrario anche Elisa Anzaldo lascia il TG1...3 donne che hanno detto no alle omissioni e alla faziosità!

A Minzolini che pretendeva di proporre solo quelle notizie che lui stesso riteneva fossero notizie di cronaca, tralasciando scientemente altre che, invece, sui giornali avevano avuto spazi di pagine intere (vedi ad es. lo spazio minimo dato nei giorni scorsi alla proposta di modifica dell'articolo 1 della Costituzione, alla concessione delle spiagge per 90 anni, l'arresto di due assessori leghisti per tangenti, alla chiusura delle indagini sull'inchiesta per i grandi eventi, con la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex capo della Protezione Civile), anche Elisa Anzaldo ha risposto con le sue dimissioni dalla conduzione del tg 1 della notte.

Infatti, in una lettera a Minzolini, la Anzaldo ha evidenziato tutte le omissioni e le faziosità che, a partire proprio dalla direzione del TG1, colpiscono l'articolo 21della Costituzione e cioè il diritto dei cittadini ad essere informati in modo ampio e completo.

Da parte mia e di Rete Rose Rosse Campania un sentito grazie a Maria Luisa Busi, a Tiziana Ferrario, a Elisa, Anzaldo, a quella parte del comitato di redazione che ha reclamato il rispetto della costituzione e a quante e a quanti non hanno alzato ancora bandiera bianca sul fronte dell'informazione libera!

mercoledì 18 maggio 2011

...quando la banda passò, allora tutto cambiò....

Il maestro Dina Camerlengo (con all'attivo 177 voti e, come dice il neo Sindaco Claudio Ricci su Il Sannio Quotidiano di oggi, con un bagaglio di esperienze politiche maturato presso il suo ex Comune di residenza, San Nazzaro [e,a tal proposito, mi farebbe piacere sapere la motivazione politica di questa sottolineatura]) siederà al Consiglio Comunale di San Giorgio del Sannio...
è perfetta per il ruolo: ad ogni banda di musica il suo direttore!!!

domenica 15 maggio 2011

La rivolta morale contro la paura, la vergogna e la stupidità

Un articolo stupendo di Giuseppe Fava, giornalista siciliano ucciso dalla mafia nel 1984, apparso sulla rivista «I Siciliani» nel febbraio del 1983...
tutto da meditare....

Io voglio raccontarvi una storia vera. Un assessore dei passati governi regionali, sicuramente galantuomo e, però non temerario, e perciò quasi sempre tremebondo, talvolta persino inerte nella sua attività di governo, mi confessava la sua intenzione di ritirarsi dalla vita pubblica.Era disfatto dalla paura, anzi da diverse paure che si sovrapponevano l’una all’altra. Paura - da un giorno all’altro - di essere coinvolto in un clamoroso caso di corruzione per una firma distratta. Paura di prendere alcune pistolettate sulla fronte come il povero Mattarella. Paura di fare, di operare politicamente, di prendere iniziative, di effettuare le scelte. E così tremebondo, mi prendeva sottobraccio per spiegarmi meglio: «Sai perché hanno ammazzato Mattarella? Perché era onesto. C’erano mille miliardi da spendere per il risanamento di Palermo. C’era un dilemma, assegnare i giganteschi appalti ai soliti gruppi di potere, che avrebbero divorato almeno metà di quei mille miliardi, oppure per la prima volta nella storia della Sicilia spendere quei soldi veramente per il popolo palermitano. Scelse questa seconda ipotesi. Ma gli altri dettero cinquanta milioni a un anonimo lazzarone, e gli fecero piantare tre proiettili in testa mentre andava alla messa. L’assessore mi trascinava sottobraccio in un angolo ancora più remoto abbassando la voce con un sorriso da moribondo. Tremava come se avesse la febbre. Sussurrava: hanno legalizzato la corruzione! Tu devi prendere un contributo, perché ti spetta, perché ne hai diritto? E chi te lo nega? Però non te lo danno, una volta manca la carta, unavolta undocumento, un’altra volta bisogna rifare la domanda in carta bollata. Alla fine arriva un misterioso suggerimento, o meglio il malcapitato ha una illuminazione: una garbata percentuale sul contributo a chi ha la grazia di scoprire la pratica, toh, guarda dov’era! e portarla sul tavolo competente per le ultime firme. L’assessore cominciò a fare curiosi gesti nell’aria, come se indicasse tutte le direzioni, e contemporaneamente raccogliesse invisibili cose da tutte le parti, denaro, applausi, strizzated’occhio, sorrisi, revolverate, voti, carezze femminili: l’assessore è un uomo quasi maestoso nella corporatura e lento nel gesto e nella parola e tuttavia compiva quella pantomima con una straordinaria levità talché era chiaro che questa corruzione e violenza erano dunque in Sicilia, in ogni apparato, struttura, ufficio, meccanismo. Alla fine l’assessore si colpì dolcemente con l’indice alla tempia e disse: ho qui tante cose fantastiche da fare per la Sicilia e i siciliani, ma per farle debbo accettare che per lo meno il trenta per cento della spesa sia preda dei corrotti e debbo anche saper scegliere esattamente chi sono costoro, non commettere sbagli o sgarri, altrimenti una bella mattina me ne vado a messa con moglie e figli, col mio bell’abito doppiopetto, riverito dai passanti e un giovanotto mi si para dinnanzi: «Onorevole assessore» e io faccio un sorriso benevolo verso lo sconosciuto cittadino «bravo giovane che vuoi?» e quello mi spara tre proiettili in mezzo agli occhi. Eravamo sempre più in mezzo ad una grande folla e l’assessore là, con sorrisi sempre più rabbiosi, finché la gente lo prese in mezzo e lo rapì, ed egli disse qualcosa di stentoreo col pugno levato in alto e ci fu un applauso. Nell’ultimo barlume di sguardo che riuscii a percepire vidi disperazione. Quell’uomo impaurito e felicemi parve il trionfo del nostro fallimento. (Per sua fortuna lo trombarono: è ridiventato un cittadino amabile, sereno, sorridente e inutile). I limiti della tragedia siciliana sono precisi. Viviamo in una terra potenzialmente riccacome nessun’altra poiché haminiere, terra fertilissima, una posizione storica e geografica al centro di tutte le civiltà e di tutte le rotte commerciali, bellezze della natura incomparabili, e talento umano, cioè fantasia, pazienza, sopportazione al dolore, coraggio. Etuttavia da centinaia di anni siamo colpiti e feriti, siamo sempre più poveri, sempre più lontani dall’Europa, vittime di tutte le violenze.Datrent’anni abbiamol’autonomia regionale, una macchina costituzionale per risolvere la nostra tragedia di popolo, risolvere i nostri problemi sociali. Siamo invece immobili, quasi putrefatti dentro i nostri problemi; l’Europa, cioè il livello di civiltà europea si allontana sempre di più. Nella realtà non poteva essere altrimenti: i siciliani hanno espresso una classe politica di gran lunga inferiore alle loro capacità umane e alle necessità storiche. Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo politico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insediato al posto di potere egli ti poteva garantire una raccomandazione, la promozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro. Così facendo tu emilioni di altri cittadini italiani avete riempito i parlamenti e le assemblee regionali e comunali degli uomini peggiori, spiritualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla società. Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima emaggiore colpa è tua. Non ti lamentare perciò se il generale comandante della guardia di finanza si fotte duemila miliardi di denaro pubblico, e i massimi finanzieri e ministri, editori, giornalisti, persino il comandante in capo delle forze armate, per avidità di carriera e di lucro, si fanno incastrare da un lazzarone comeGelli in una specie di congiura per impadronirsi delle strade d’Italia, e a Napoli la camorra ha sostituito lo Stato nella pubblica amministrazione. Non ti lagnare amico mio se tutto questo accade, non ne hai il diritto. Il primo lazzarone sei tu e la storia ti paga per quello chemerita la tuamaniera di concepire la politica e quindi la tua stessa dignità! Solo che ora non hai piùmolto tempo. Lo vedi tu stesso quello che ci circonda e assedia: amministratori che divorano, terroristi che avanzano menando strage, l’inflazione che ogni giorno ti rende sempre piùmiserabile, finanzieri che portano il denaro all’estero ed ogni giorno rendono questa tuamiseria più infame, logge segrete come immense piovre in tutti i vertici dello Stato, mafiosi praticamente padroni anche della tua sedia di lavoro, Fanfani che torna capo del governo e punta al Quirinale! La necessità di una rivoltamorale, cioè di trasformare la Sicilia e l’Italia, è diventata una necessità per sopravvivere. Io allora non ti dico per quale partito votare, perché penso che tu abbia avuto almeno la lucidità per fare una tua scelta ideale. Ti dico solo, all’interno di questo partito al quale affidi la tua coscienza di cittadino, di scegliere uomini intelligenti, soprattutto uomini onesti. E se hai coraggio e passione stai tu dentro quel partito a lottare. So quanto sia difficile, poichémanigoldi e ruffiani sono riusciti finora ad emarginare o eliminare gli intelligenti e gli onesti. Ma bisogna tentare, disperatamente, quotidianamente lottare e sperare. Altrimenti ignoranti, ladri e imbecilli ti affonderanno definitivamente nella merda!

sabato 14 maggio 2011

Una donna...un mito...

È morta ieri a 76 anni Anna Longhi, la brava, spiritosa caratterista di taglia extra large diventata famosa col cinepanettone del 1978, impersonando la moglie fruttarola con chignon, la «buzzicona» di Alberto Sordi in "Dove vai in vacanza?.

Una donna, un mito...un'attrice che ha sdoganato le donne extra large attraverso un'immagine semplice ed umile...una donna popolare verace e sottomessa al marito, di sano buon senso e fuori dalle mode, simpaticamente ignorante ma di contagiosa simpatia...una grande caratterista della commedia all'italiana che ha fatto scuola nel mondo.

mercoledì 27 aprile 2011

Qualche riflessione sull'omologazione culturale e sociale

La vita oggi è una straordinaria corsa. Per arrivare alla meta occorrono capacità, passione, creatività, merito e non solo furbizia.
Ai giovani vengono, invece, proposte molteplici scorciatoie.
Rispesto a queste poposte più facili da reallizzare è importantissimo che siamon tanti, genitori, amici, concittadinia suggerire metodologie per invertire la rotta in particolare attraverso una educazione al difficile, alla libertà ed all’autonomia.

E’ in gioco il rapporto tra le generazioni ed un futuro migliore per tutti. Troppe famiglie registrano un fallimento nell’educazione dei propri figli che appaiono viziati dal troppo benessere. Bisogna ripartire dalla comunicazione emotiva e dai legami affettivi per affrontare il terremoto attuale nella relazione tra genitori e figli, tra la società e i giovani. La famiglia di oggi è troppo fragile. Occorre una politica organica per la famiglia ed un serio progetto di scuolanon solo per i figli ma anche per i genitori.

Obiettivo comune deve necessariamente essere la crescita del senso di responsabilità dei giovani. Ad essi vengono riconosciute oggi enormi libertà. Si tratta però di una evoluzione che anticipa le tappe della crescita. In altri termini la crescita non corrisponde a maturazione e responsabilità. Aumentano le aspettative nei loro confronti e diminuiscono le opportunità di inserimento stabile nel mondo del lavoro e nella vita pubblica. Da qui una gigantesca solitudine che deriva da una grande sproporzione tra aspettative e quotidianità. Il risultato finale è l’incomunicabilità in un deserto di relazioni superficiali. Il mondo si è ristretto emotivamente e sullo sfondo appaiono sempre più adulti egoisti e lontani dalle giovani generazioni.

Di fronte ai molti ragazzi viziati dobbiamo interrogarci sulle enormi facilitazioni esistenziali che non incoraggiano l’autonomia e la crescita dei figli. Dobbiamo comprendere le cause della incomunicabilità emotiva tra le generazioni. Essendo troppo fragile la comunicazione emotiva in famiglia e nella scuola, dobbiamo avviare veri e propri percorsi formativi per apprendere a comunicare. All’amore latino, di tipo egoistico urge sostituire un serio accompagnamento lungo le vie difficili della vita per aiutare una piccola persona a crescere con i suoi tempi.

Serve una grande iniezione di autorevolezza! Quanto sono patetiche certe figure genitoriali, di presunti educatori, di modelli sociali e politici! Non c’è progetto educativo senza regole e senza l’autorevolezza necessaria a declinarle. Essere adulti implica credibilità, coerenza, buon senso, autorevolezza. Dobbiamo ricreare spazi per un dialogo educativo e dobbiamo farlo subito!!!

Rimane importante l’educazione fra pari ma determinante è dare l’esempio nel rispetto delle regole da parte degli adulti.

Contro l’omologazione culturale e degli stili di vita serve, poi, una forte educazione al pensiero critico, alla libertà reale, al sogno, alla curiosità, all’utopia. Troppo appiattimento educativo può determinare il rischio della sclerotizzazione della personalità dei ragazzi. Dobbiamo, invece, farli uscire dalla normalizzazione del gruppo, ascoltarli, entrare in sintonia, simpatia, empatia con loro.

Di queste cose San Giorgio del Sannio hanno bibisogno come il pane...

lunedì 25 aprile 2011

La Nuova Resistenza...



il mio 25 aprile...

"La libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della nostra generazione hanno sentito per vent’anni, che io auguro a voi giovani di non sentire mai. Vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso d’angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare le condizioni perché questo senso d’angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare dando il proprio contributo alla vita politica
(Piero Calamandrei)

domenica 24 aprile 2011

mercoledì 20 aprile 2011

Pensando a chi è ancora imbrigliato dai legami imposti dal DO UT DES....

..."Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo" (da La Futura Scienza di Giordano Bruno)...

Non è più il tempo di essere schiavi, non è più il tempo di cedere le redini della nostra esistenza a chi , in modo menzognero, ci rende schiavi!
Non è più tempo della sottomissione ideologica, non è più tempo di pensiero omologato!!!Ognuno di noi è padrone di se stesso e del proprio pensiero e in virtù del proprio intelletto è arbitro dl futuro proprio e del proprio paese!

Affranchiamoci , dunque, dai legacci, dali vincoli, dalle catene della vecchia politica del nepotismo e dei favori, liberiamo finalmente il nostro paese da chi ci tiene schiavi!!!
Il nostro pensare, finalmente libero, farà liberi noi stessi e la nsotra terra e ci condurrà al vero cambiamento!!!

martedì 19 aprile 2011

Tu sporchi, io non ti voto!

Le elezioni si vincono anche rimanendo fedeli ai propri principi e convinzioni!!!

Io ho scelto di non utilizzare manifesti e non utilizzare collaboratori e distributori di materiale elettorale pagati in nero.
La legalità e la trasparenza non si predicano ma si applicano in prima persona. ANCHE LA FORMA E' SOSTANZA!!!

Rete Rose Rosse Campania sostiene ed appoggia la campagna "Tu sporchi io non ti voto" contro le affissioni abusive di BCR Magazine e BMagazine.
Il Presidio di Legalità e Giustizia comincerà ad inviare segnalazioni anche da San Giorgio del Sannio a partire da oggi...

martedì 12 aprile 2011

Cambiare la via vecchia per la nuova...ovvero audentes fortuna iuvat!

E’ molto facile parlare di cambiamento…molto più difficile realizzare, concretizzare il cambiamento…

Cambiare significa mutare, trasformare, modificare una cosa o una situazione, ma questo mutamento può realizzarsi sia sostituendo una cosa con un’altra dello stesso genere (ad es. cambiare casa o cambiare idea) sia sostituendo la medesima cosa con un’altra diversa, per cui la modifica è sostanziale (ad es. la pioggia che si cambia in grandine).
Eppure, il primo caso è di facilissima realizzazione, cambiare, invece, una cosa o una situazione o un’abitudine o la vita stessa con un’altra cosa, un’altra abitudine, un’altra situazione, un’altra vita mette sempre un po’ di paura.

C’è un famoso proverbio, espressione di saggezza popolare, che recita: “Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova” e non c’è dubbio che se si intraprende una nuova strada non si può sapere con certezza a che cosa si vada incontro.

Tuttavia, la soluzione che questo proverbio sembra consigliare – quella di non abbandonare mai le vecchie strade - se venisse messa sempre in pratica, impedirebbe ogni progresso, ogni evoluzione, ogni trasformazione. Lo stesso Cristoforo Colombo, ad es., se si fosse fatto prendere dalla paura del nuovo, non si sarebbe mai mosso alla ricerca di una nuova strada per le Indie e non avrebbe mai scoperto quello che non si aspettava di scoprire, ovvero l’America!

Malgrado Colombo, però, malgrado i grandi inventori e i grandi scienziati, la paura della strada nuova esiste eccome!
La “paura del cambiamento” è essenzialmente la paura di uscire dall’area di “comfort” in cui ci sentiamo protetti e che comprende spazi conosciuti, familiari e amici, consuetudini. Pensiamo che sia più semplice e comodo compiere sempre le stesse azioni, vedere sempre le stesse persone e ignoriamo che quando usciamo dalla zona protetta, e quindi dall’abitudine, acquistiamo conoscenze, maturiamo e cambiamo in meglio, cresce la nostra autostima, i nostri orizzonti si allargano.

Ecco, quindi, che il primo passo verso il cambiamento vero sta nel rompere le abitudini e i vecchi schemi.
Molte delle nostre abitudini quotidiane, però, sono inconsapevoli: facciamo spesso gli stessi gesti, percorriamo le stesse strade, andiamo nello stesso bar ma non ce ne accorgiamo. Basterebbe che cambiassimo strada, che cambiassimo bar, che prendessimo il the invece del caffè…sarebbe sicuramente un utile esercizio per imparare a creare situazioni nuove nelle quali trovarsi a proprio agio ed allargare la nostra zona di comfort.

La cosa importante da fare è, dunque, imparare a cambiare, altrimenti il senso della protezione e del comfort può diventare una catena e rallentare se non addirittura impedire un vero e proprio cambiamento.

L’abitudine al cambiamento, quindi, determina una maggiore ampiezza del nostro focus rispetto alla visuale della nostra vita e ci permette di imparare ad affrontare facilmente anche i cambiamenti più consistenti, anziché procrastinare per pigrizia o per paura.

Inoltre se “osiamo” cambiare scopriremo che molti dei cambiamenti che ci spaventano in realtà sono molto più semplici di ciò che si immagina.

Ognuno di noi desidera nell'arco della vita raggiungere quegli obiettivi che ritiene desiderabili: l'autonomia finanziaria, una compagna/o per la vita, un figlio, una casa confortevole ed accogliente, ecc. Ma quanti di noi sono disponibili a fare i mutamenti interiori necessari per realizzare tutto ciò? Ognuno di questi obiettivi comporta inevitabilmente un cambiamento: significa abbandonare vecchie abitudini, modi di pensare obsoleti, significa morire a vecchie modalità di relazione per passare ad una nuova vita.

Ognuno di questi obiettivi rappresenta una trasformazione profonda: rappresenta una morte ed una rinascita.

Quando nel corso della vita di una persona, un determinato passaggio evolutivo è maturo, è pronto per essere oltrepassato, l'individuo deve attraversare una trasformazione profonda, a volte dolorosa: una morte. Tutti vogliamo crescere ed evolverci, ma chi di noi , pur di raggiungere lo scopo, accetta volentieri di morire? Ecco perché nella nostra psiche insorge un conflitto: crescere o non crescere?

Tutto questo è valido per il singolo individuo ma lo è altrettanto per una comunità e per la comunità sangiorgese in particolare.

Quella sangiorgese è una comunità conservatrice che teme il cambiamento, è una comunità avversa ad ogni progetto utopistico e ad ogni cambiamento radicale con una passione a tratti incomprensibile per la conservazione.
E, paradossalmente, spesso anche coloro i quali invocano il nuovo si lasciano sedurre dalla convinzione che la ricerca del benessere individuale e sociale stia nella continuità con il passato e non nel nuovo.
Dunque, non ci sono solo delle forze esterne al cambiamento che lo impediscono. E’ al proprio interno che il cambiamento trova le maggiori opposizioni.

Scriveva l’economista britannico Keynes: “la difficoltà non sta nel credere alle nuove idee ma nel rifuggire dalle vecchie” e a San Giorgio le cose stanno proprio così.
Per questo motivo, risulta naturale domandarsi se la comunità sangiorgese abbia coscienza per iniziare ad interrogarsi sulla necessità di cambiamento, se abbia la volontà di farlo oppure se continuerà ad invocare il nuovo ma delegando la responsabilità del cambiamento senza parteciparvi, nella consapevolezza che l’esitazione o la mera delega impedirà il nascere del nuovo.

Una società svogliata e appiattita su se stessa è una società che non vuole cambiare, che tende a perdere ogni orizzonte valoriale, la propria moralità, la sua libertà.

Tuttavia, è necessario piantare un seme di speranza da curare e far crescere: innanzitutto, rinnegando il falso cambiamento, quello presentato come novità ma al solo scopo di non perdere poteri e privilegi antichi, rinnegando quella San Giorgio gattopardesca che cerca sempre di riciclarsi sotto nuove spoglie per continuare a favorire ed a conservare se stessa il cui motto è “cambiare tutto per non cambiare niente”. E soprattutto ricomponendo e forze più sane, vive e dinamiche presenti nel nostro tessuto sociale, perché solo se le energie migliori di San Giorgio riusciranno a trovare una comune prospettiva per valorizzare e rendere collettive singole esperienze, impegno, idee, voglia di fare, San Giorgio avrà una speranza di futuro!

Se la società, fatta da individui, non può essere cambiata come corpo unico nel suo insieme ma soltanto partendo e lavorando sul cambiamento di ogni individuo, infatti, solo una genuina e convinta spinta collettiva potrà dare la forza ed il coraggio ai singoli di sentirsi collettività, di ergersi a massa critica e rifuggire le cause dei mali di questa comunità, maturando la coscienza del nuovo e del cambiamento.

Per cambiare San Giorgio, dunque, è necessario liberare San Giorgio!

E’ una sfida molto complessa, è una sfida piena, irta di ostacoli, di contrasti magari anche con i nostri stessi compagni di viaggio, animati sì da buoni propositi ma ancora non totalmente liberi dai condizionamenti…è una sfida verso un sogno, è la sfida dell’incoscienza, perché solo chi osa può veramente puntare al cambiamento, quello sostanziale e non di facciata, solo chi è audace e temerario può andare veramente oltre le abitudini e le consuetudini radicate del conservatorismo.

Nell’Eneide (libro X, 284), Virgilio, nel descrivere l’esortazione di Turno re dei Rutuli ad attaccare Enea suo avversario, scrive “Audentes fortuna iuvat”, il fato è dalla parte di coloro che osano e sanno prendere gli opportuni rischi... da allora ne è corsa di acqua sotto i ponti, ma il motto virgiliano è quanto mai vivo, attuale ed idoneo a rappresentare lo stato d’animo mio, e spero non solo mio, alle soglie dell’agone elettorale sangiorgese.

giovedì 7 aprile 2011

La lotta all'omologazione collettiva: Fahrenheit 451

L'ambientazione è quella di un ipotetico futuro (dopo il 1960) nel quale leggere libri è considerato un reato, per contrastare il quale è stato istituito un apposito corpo di vigili del fuoco impegnato a bruciare ogni tipo di volume (il titolo, infatti, potrebbe essere collegato alla temperatura di autocombustione della carta).

Il protagonista della vicenda è un incendiario, Guy Montag, che vive in una società in cui i libri sono illegali e coloro che li possiedono sono considerati sovversivi: il reato viene punito con l'incendio della propria casa e con l'arresto.
La vita di Montag è sconvolta dall'incontro con una ragazza, Clarisse, la quale lo fa riflettere sui valori di quella società che non dà spazio ad opinioni personali e che, invece, cresce uomini che non conoscono la natura e i veri sentimenti umani. Montag decide quindi di sottrarre alcuni libri dalle case che lui stesso incendia, raccogliendo così una certa quantità di volumi.
Il protagonista nasconde questi libri in un buco situato nell'aeratore della sua casa. L'episodio che porta Montag a leggere il contenuto dei libri è l'incendio di una casa in cui viveva una signora anziana: questa, infatti, preferisce morire che vedere i suoi libri bruciare. E' proprio questo maniaco attaccamento ai libri che sconvolge Montag a tal punto da decidere di lasciare il lavoro; quando torna a casa legge i libri nascosti insieme alla moglie, totalmente indifferente a questi episodi che invece turbano tanto la vita dell'ex pompiere.
Il capitano dei pompieri Beatty capisce ciò che Montag sta attraversando e cerca di persuaderlo a tornare alla vita "normale". Beatty confida a Montag di avere vissuto un periodo simile al suo: anche lui aveva letto alcuni libri, ma aveva subito capito che essi non erano in grado di dare la felicità. Beatty consiglia a Montag di non credere né alle parole di Clarisse, né a chi sostiene che i libri contengono la soluzione ai problemi; egli lo esorta a legarsi ai "divertimenti solidi e compatti", ossia a tutte le cose e superficiali e tangibili che portano benessere.
Infine Beatty dice a Montag di restituire il libro rubato ed esce dalla casa. I coniugi leggono i libri: secondo la donna questi non esprimono nessun concetto o valore importante (asseconda quindi la teoria di Beatty). Secondo la donna inoltre, sono più importanti le cose materiali, come la famiglia virtuale, situata in salotto.
Secondo Montag, invece, i libri possono aiutare le persone a non commettere più i medesimi errori; egli è molto deciso a preservare l'integrità dei volumi. Montag rintraccia un professore, Faber, il quale è disposto ad aiutarlo nell'interpretazione dei libri: il prof spiega che i libri sono speciali, poiché, dato che essi non sono reali, si può decidere di smettere la lettura di essi. Faber consegna a Montag un piccolo oggetto da inserire nell'orecchio; grazie ad esso i due potevano comunicare anche a distanza. Faber decide di mettere in contatto un tipografo disoccupato che li può aiutare a ristampare alcuni libri prima che siano bruciati. Montag intanto torna a casa e legge un libro alla presenza delle amiche della moglie che rimangono scandalizzate e attonite. La sera stessa Montag torna a lavoro: suona l'allarme in caserma e la squadra degli incendiari si muove immediatamente, ma quasi paradossalmente Montag scopre che la casa da incendiare è la sua. Montag è così costretto ad incendiare la propria casa; poi, preso dall'ira, uccide Beatty e scappa, nonostante gli fosse stata anestetizzata una gamba.
L'uomo riesce a fuggire e si rifugia a casa di Faber. Lì i due stabiliscono un incontro dopo dieci giorni attraverso il fermoposta. Montag si dirige così verso il fiume, con un cane meccanico alle calcagna, la polizia che lo insegue e le telecamere che riprendono l'inseguimento.
Il protagonista riesce a raggiungere un campo dove si rifugiano i sovversivi: era situato lungo le rotaie di una ferrovia abbandonata; Montag semina così i suoi inseguitori. Nel campo incontra alcuni ex- professori, ex-scienziati che spiegano che la tv arresterà un comune passante per non far scendere l'audience portato dalla visione dell'inseguimento. Ognuno di loro ricorda a memoria un pezzo di un libro, cosicché non se ne perda il contenuto. Intanto vedono lo scoppio della guerra nella città e proprio con questa scena finisce il libro.
"E ti piace giocare alle bocce, vero Montag?"
"Oh, le bocce, si, moltissimo."
"E a golf?"
"Anche."
"Pallacanestro?"
"Un gioco bellissimo."
"Biliardo? Boccetta? Palla ovale?"
"Giochi magnifici, tutti!"
"Più sport per ognuno, spirito di gruppo, divertimento, svago, distrazioni, e tu così non pensi, no? Organizzare, riorganizzare, superoganizzare super-super-sport! Più vignette umoristiche, più fumetti nei libri! Più illustrazioni ovunque! La gente assimila sempre meno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati ed irrequieti. Le autostrade e le strade di ogni genere sono affollate di gente che va un po’ da per tutto, ovunque, ed è come se andasse in nessun posto. I profughi della benzina, gli erranti del motore a scoppio. Le città si trasformano in auto-alberghi ambulanti, la gente sempre più dedita al nomadismo va di località in località, seguendo il corso delle maree lunari …

Consideriamo ora le minoranze in seno alla nostra civiltà. Più numerosa la popolazione, maggiori le minoranze. Non pestare i piedi ai cinofili, ai maniaci dei gatti, ai medici, agli avvocati, ai mercanti, ai pezzi grossi, ai mormoni, battisti, unitarii, cinesi della seconda generazione, oriundi svedesi, italiani, tedeschi, nativi del Texas, brooklyniani, irlandesi, oriundi dell’Oregon o del Messico. I personaggi di questo libro, di questa commedia, di questo programma TV non rappresentano il benché minimo riferimento od allusione a reali pittori, cartografi, meccanici di qualsiasi città o paese. Più vasto il mercato, Montag, meno le controversie che ti conviene comporre, ricordatelo! Tutte le minoranze, fino alle infime, vanno tenute bene, col loro bagnetto ogni mattina. …

Tutto questo è avvenuto! Le riviste periodiche divennero un gradevole miscuglio di tapioca alla vaniglia. I libri, così i loro critici, quei maledetti snob, avevano proclamato, erano acqua sporca da sguatteri. Nessuna meraviglia che i libri non si vendessero più, dicevano i critici, ma il pubblico, che sapeva ciò che voleva, con una felice diversione, lasciò sopravvivere libri e periodici a fumetti. Oltre alle riviste erotiche a tre dimensioni ovviamente. Ecco, ci siamo, Montag, capisci? Non è stato il governo a decidere, no! Ma la tecnologia, lo sfruttamento delle masse e la pressione delle minoranze hanno raggiunto il loro scopo, grazie a Dio! Oggi, grazie a loro, tu puoi vivere sereno e contento per ventiquattr’ore al giorno …

Si teme sempre ciò che non ci è familiare. Chi di noi non ha avuto in classe, da ragazzini, il solito primo della classe, il ragazzo dalla intelligenza superiore, che sapeva sempre rispondere alle domande più astruse mentre gli altri restavano seduti come tanti idioti di legno, odiandolo con tutta l’anima? Non era sempre questo ragazzino superiore che sceglievi per le scazzottature ed i tormenti del doposcuola? Per forza! Noi dobbiamo essere tutti uguali. Non è che si nasca libero ed uguale, come dice la Costituzione, ognuno viene fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo di che tutti sono felici … Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non è quello che sentiamo dire da quando siamo al mondo? Voglio un po’ di felicità, dice la gente. Ebbene, non l’hanno forse? Non li teniamo in continuo divertimento, non diamo loro ininterrottamente svago? Non è per questo che in fondo viviamo? Per il piacere e per i più svariati titillamenti? E tu non potrai negare che la nostra forma di civiltà non ne abbia in abbondanza, di titillamenti … Se non vuoi un uomo infelice per motivi politici, non presentargli mai due aspetti dello stesso problema, o lo tormenterai; dagliene uno solo; meglio ancora, non proporgliene nessuno. Fa’ che dimentichi che esiste una cosa come la guerra. Se il governo è inefficiente, appesantito dalla burocrazia ed in preda a delirio fiscale, meglio tutto questo che non il fatto che il popolo abbia da lamentarsi. Pace, Montag. Offri al popolo gare che si possano vincere ricordando le parole di canzoni molto popolari, o il nome delle capitali dei vari Stati dell’Unione o la quantità di grano che lo Iowa ha prodotto l’anno passato. Riempi loro il cranio di dati non combustibili, imbottiscili di fatti al punto che non si potranno neanche più muovere tanto sono pieni, ma sicuri di essere veramente ben informati. Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano. Con ami simili pescheranno la malinconia e la tristezza."


Tutto il libro ruota intorno alla proibizione dei libri.
Il mondo che Bradbury ci presenta è senza libri e pieno di televisione.
Da questa terribile situazione emerge una realtà desolante e tristissima.
È dai libri, infatti, che si possono ascoltare le voci dei più grandi scienziati, studiosi, letterati!!
È un grande messaggio di libertà quello proposto da Bradbury e si oppone a tutte quelle realtà attuali in cui le idee personali sono messe a tacere, poiché esse non sono gradite a chi detiene il potere politico.
Eliminando i libri si rischia di creare un mondo superficiale, dominato da vuoti spettacoli e da martellanti messaggi pubblicitari!
La società di Bradbury ha all'apparenza la felicità come meta più alta in un mondo dove le conoscenze e le idee personali sono pessime. Nessuno ha opinioni o pensieri originali e con l'abolizione dei libri la creatività viene persa completamente.
Il romanzo mostra ciò che la censura è in grado di fare ad una società e perché gli uomini non devono accettare le regole imposte senza interrogarsi sulle implicazioni che queste portano.
Anche il solo cercare di immaginare un mondo senza la letteratura scritta è sconvolgente e triste! Nel mondo di Montag i libri sono sostituiti dalla televisione, poiché leggere o custodire libri è illegale.
Ma la cosa più sconvolgente è quella di Fahrenheit 451 che potrebbe facilmente essere la società in cui viviamo oggi: trascorriamo così tante ore a guardare la televisione che un giorno potrebbe accadere anche a noi di mettere in discussione il valore dei libri e cosa essi portano nelle nostre vite!
Cerchiamo, dunque, di non farci privare delle cose autentiche, di non disabituarci a a stare con noi stessi per riflettere e ragionare e ae a non trasformarci in passivi telespettatori, e non più in autori del nostro destino!

Qualche video tratto dal Film di Francois Truffaut del 1966:

Noi dobbiamo essere tutti uguali (Fahrenheit 451)
Fahrenheit 451 - Uomini-libro
Fahrenheit 451 - Lei è felice?

sabato 2 aprile 2011

Nello sfogliare gli antichi saggi ritrovo i miei pensieri più moderni...

Mi è capitato, per caso, di imbattermi nella pagina Facebook di un amico che riportava tra le sue letture preferite il mito della caverna (VII libro della Repubblica di Platone)…la cosa mi è saltata subito all’occhio perché non è facile trovare tra le letture preferite delle giovani generazioni dei testi classici, per di più filosofici.
Molti, infatti, dai giovani venditori ai manager rampanti, dai giovani politici che vogliono essere innanzitutto convincenti alle persone comuni che vogliono migliorare il proprio linguaggio e i propri livelli di comunicazione, preferiscono spendere fior di quattrini per seguire i seminari del guru dei personal coach Tony Robbins e di altri motivatori e formatori internazionali e magari non hanno mai sentito parlare della “Retorica” di Aristotele, del “Panta Rei” di Eraclito, del “Mito della caverna” di Platone etc…
L’insegnamento e l’attualità di questi antichi pensatori, invece, sono straordinari, tant’è, e lo scriveva anche Solzhenitsyn, che nello sfogliare gli antichi saggi si ritrovano i nostri pensieri più moderni.

Il mito della caverna, ad esempio, è attualissimo perché Platone, per bocca di Socrate, vuole con esso illustrare un problema di cultura, di educazione e di diseducazione, naturalmente.

Lo riassumo brevemente:
Si immaginino dei prigionieri che siano stati incatenati, fin dall’infanzia, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro.
Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che, tra il fuoco ed i prigionieri, corra una strada rialzata. Lungo questa strada sia stato eretto un muricciolo, lungo il quale alcuni uomini portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attrarrebbe l’attenzione dei prigionieri. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si formerebbe nella caverna un’eco che spingerebbe i prigionieri a pensare che questa voce provenga dalle ombre che vedono passare sul muro.
Mentre un personaggio esterno avrebbe un’idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno (si ricordi che sono incatenati fin dall’infanzia), sarebbero portati ad interpretare le ombre “parlanti” come oggetti, animali, piante e persone reali.
Si supponga che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia costretto a rimanere in piedi, con la faccia rivolta verso l’uscita della caverna: in primo luogo, i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del fuoco ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli sembrerebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato; persino se gli fossero mostrati quegli oggetti e gli fosse indicata la fonte di luce, il prigioniero rimarrebbe comunque dubbioso e, soffrendo nel fissare il fuoco, preferirebbe volgersi verso le ombre.
Allo stesso modo, se il malcapitato fosse costretto ad uscire dalla caverna e venisse esposto alla diretta luce del sole, rimarrebbe accecato e non riuscirebbe a vedere alcunché. Il prigioniero si troverebbe sicuramente a disagio e s’irriterebbe per essere stato trascinato a viva forza in quel luogo.
Volendo abituarsi alla nuova situazione, il prigioniero riuscirebbe inizialmente a distinguere soltanto le ombre delle persone e le loro immagini riflesse nell’acqua; solo con il passare del tempo potrebbe sostenere la luce e guardare gli oggetti stessi. Successivamente, egli potrebbe, di notte, volgere lo sguardo al cielo, ammirando i corpi celesti con maggior facilità che di giorno. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso, invece che il suo riflesso nell’acqua, e capirebbe che:«è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e suoi compagni vedevano. »
Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Infatti, dovendo riabituare gli occhi all’ombra, dovrebbe passare del tempo prima che il prigioniero liberato possa vedere distintamente anche nel fondo della caverna; durante questo periodo, molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall’ascesa con “gli occhi rovinati”.
Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente sulla sua opera di convincimento ed, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell’accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte.


Qual riflessione emerge da questo mito?
L’uomo passa gran parte del suo tempo nella caverna buia delle sue opinioni, perdendosi le magnificenze del mondo in cui vive, semplicemente perché “crede” a quello che vede, ma non sa che quello che vede è solo una parte di ciò che esiste.
Lontano dalla realtà e incapace di rapportarsi utilmente al mondo esterno, compie delle scelte limitate dalla sua visione.

Ai nostri occhi, dunque, si palesano 3 diverse dimensioni: una dimensione cognitiva, una dimensione politica, una dimensione culturale e comunicativa

Per quanto riguarda la dimensione cognitiva, il mondo chiaroscurale della doxa, cioè dell'apparenza o del sapere per sentito dire, è il mondo in cui ha inizio la nostra conoscenza: in questo mondo si nasce, e solo a partire da questo mondo si può cominciare a conoscere.
Ma una conoscenza che non mette in questione se stessa, interrogandosi sull'ambiente culturale in cui si forma, è destinata ad rimanere provinciale ed esposta alla manipolazione. Infatti, mentre il compito autocritico del filosofo è qualcosa che può essere svolto solo in prima persona, l'acquisizione delle idee e dei valori condivisi dalla comunità può avvenire anche in maniera inconsapevole e passiva.
Il problema del sapere, quindi, è connesso a quello della sua comunicazione e a quello del potere nella comunicazione.

Per quanto concerne la dimensione politica, poi, vediamo che le modalità di conoscenza determinano anche i caratteri della comunità politica: il mondo della caverna è un mondo chiuso e circoscritto, nel quale ha luogo una manipolazione cognitiva tanto più efficace in quanto poco evidente. E' possibile pensare a una comunità politica all'aria aperta, fuori dalla caverna?
A questa domanda si deve rispondere negativamente: la cultura è il luogo dove si forma la prima conoscenza, dove nascono le società e crescono le persone. Per questo il filosofo deve fare i conti con questo mondo chiaroscurale, del quale è anch'egli è cittadino.

Per quanto riguarda la dimensione culturale e comunicativa, infine, vediamo che educazione e cultura sono le questioni politiche fondamentali. Per capire qual è veramente la vita politica di un popolo, occorre indagare su chi controlla il sapere, su come esso viene comunicato e sulla forma e sul grado della sua distribuzione. Nel mondo della caverna, la conoscenza è prodotta e distribuita in maniera monologica e autoritaria, da persone invisibili ai prigionieri, le quali proiettano sulla parete immagini che danno una impressione di realtà, e che creano una cultura comune. I prigionieri-spettatori sono incatenati e passivi, e vivono immersi in uno spazio pubblico circoscritto nel quale la realtà viene creata dalla persuasione occulta di una minoranza.

Detto questo, amici miei, pensate ancora che il mito della caverna non sia ancora così attuale da poter essere applicabile alla nostra Italia e alle tante comunità in cui ognuno di noi vive?
Nel mio caso, nel caso della mia comunità paese lo è sicuramente!

giovedì 31 marzo 2011

Il cabaret di Berlusconi a Lampedusa ha anche risvolti drammatici...

In questo video si vedono due tizi (quello col giubbetto giallo, spalleggiato da quello col maglione verde) che minacciano coloro che vogliono esporre un cartello contro Berlusconi. E alla fine quello col giubbetto giallo dice: "Se non ve ne andate, vi ammazziamo. Se osate aprire quello striscione, vi ammazziamo come cani".
Ora, a parte il linguaggio mafioso dei due, c'è da chiedersi se quelli sullo sfondo sono poliziotti o figuranti che indossano divise della Polizia. La minaccia è detta in maniera molto chiara e a voce alta e ben percepibile. Come mai nessun poliziotto fa il suo dovere? Eppure non è un reato lieve: la minaccia di morte prevede fino ad un anno di galera, e può prevedere anche misure cautelari. Nè nessun magistrato, a quanto pare, ha preso iniziative in questo senso, come sarebbe loro obbligo, visto che si tratta di un reato perseguibile d'ufficio
E c'è un'altra cosa che mi stupisce: l'uso di occhiali da sole in una giornata dove di certo non c'è il sole che abbaglia. Sembra quasi che sia stato fatto per intimidire. Un vecchio trucco, noto ai sistemi di sicurezza di tutto il mondo, sia privati che pubblici. E allora, chi è costui? Un mafioso? Una guardia privata? Oppure...?

mercoledì 30 marzo 2011

Ma sì, com'è buono il latte sannita nei bicchieri di plastica!!!


Ma la vogliamo smettere, signori politici che sorridete in questa foto, di fare i difensori del territorio soltanto a parole?
Mostrate orgogliosi le buste in Tetrapack del latte tutto sannita NOBILE (frutto del lavoro di tanti piccoli allevatori riuniti in un consorzio di produttori di Castelpagano), ma poi il latte lo assaggiate e lo bevete nei bicchieri di plastica!
Invece di dare l'esempio!!!

lunedì 28 marzo 2011

Il piccolo Yaeb Saba, «Dono di Dio» in una terra dove non si nasce più...

Immigrato o emigrante che sia il piccolo Yaeb Saba, «Dono di Dio», nato in mezzo al mare, al largo di una terra dove non si nasce più, è lampedusano a tutti gli effetti!
Questa è l'accoglienza, questa è la memoria dei nostri nonni che partivano con la valigia di cartone: l'abbraccio delle donne di Lampedusa al bambino che hanno soprannominato, Angelo, altro che contributo per farli tornare a casa!!!

Angelo ce l'ha fatta, ma un altro bimbo, in grembo alla madre da tre mesi, ha cessato di vivere prima ancora di nascere...
ecco, allora che si comprende perchè il contributo per farli tornare a casa non serve a niente: pagano il doppio o triplo di quello che gli viene offerto per tornarsene e lo fanno a loro rischio e pericolo, mettendo in discussione la vita loro e dei loro figli, anche quelli che portano in grembo...dunque, a casa loro queste persone non ci vogliono tornare!

Il Presidente Napolitano, il Presidente degli Italiani, ce lo ha ricordato a gran voce: non dimentichiamo che una volta eravamo noi quelli che lasciavano le loro case con la valigia di cartone e partivano, in condizioni disumane, nelle terze e quarte classi dei treni e delle navi...

La civiltà non sta nel gesto di mandarli a casa con le tasche piene, la civiltà sta nella dignità di chi si fa consegnare scopa e sacchetti e pulisce insieme agli spazzini quella che, sino ad allora, era stata definita come "la collina del disonore" (la zona che sovrasta il molo del porto dove da alcuni giorni sono accampati in centinaia e centinaia)...la civiltà è dire a testa alta ai giornalisti che li intervistano "ma secondo voi questa dove siamo arrivati è l'Europa?"...

Quella dove sono arrivate queste persone non è l'Europa ma un Italia piccola piccola che finge di avere un ruolo istituzionale importante all'interno dell'Unione e del G8ma, in realtà, grazie al nostro Presidente del Consiglio e al nostro Governo incompetente e inconcludente su tutti i fronti, si sottopone ad ogni piè sospinto ai risolini ironici di tutti i leader degli altri paesi.

Quella dove sono arrivate queste persone non è l'Europa ma un Italia tenuta sotto scacco dalla Lega, i cui numeri sono indispensabili per tenere su il Governo, e alla quale ormai si concede tutto e il contrario di tutto, anche il fatto di rifiutare la presenza dei profughi nordafricani al Nord ingolfando al massimo Lampedusa e i campi e le tendopoli in Sicilia e Puglia.

Altra cosa sarebbe stata proporre nuove forme di accoglienza per queste persone che, non ce lo dimentichiamo, fuggono dalla dittatura e dalla mancanza di libertà e di diritti, forme di "adozione" temporanea da parte di enti, Istituzioni, Associazioni, in tutta Italia e in attesa di smistare in tutta Europa questo gran numero di profughi e non il rimpatrio forzato che ora, pare, verrà proposto di realizzare!

Per questo motivo, sarebbe molto utile, nonchè significativo, che fossero proprio le istituzioni locali a proporre ed organizzare le adozioni temporanee di questi profughi, come segno non solo di vicinanza ma anche come espressione della volontà di accompagnare verso la libertà queste persone.

E' una proposta che faccio in primis al mio Comune il quale, secondo voci di corridoio, sta valutando l'opportunità di erigere un monumento all'emigrante: a che servono lapidi e monumenti alla memoria, se il passato non costituisce le basi per il presente ed il trampolino di lancio per il futuro???

mercoledì 23 marzo 2011

Un consiglio di Clarissa Pinkola Estes per il cambiamento, quello vero, quello che parte da noi!!!

"Care anime coraggiose: non perdetevi d’animo!
In tutti i tempi oscuri vi è la tendenza a sentirsi sopraffatti da tutto ciò che c’è di sbagliato o fuori posto nel mondo, anche nel nostro piccolo mondo personale. Non focalizzatevi su queste cose. Farlo vi esaurisce soltanto.
E c’è anche la tendenza a logorarsi perseguendo obiettivi al di fuori della nostra portata, qualcosa che non può ancora essere. Non focalizzatevi neppure su questo. Farlo è sciupare il vento senza issare le vele. Non tocca a noi rimettere a posto di punto in bianco il mondo intero, ma possiamo e dobbiamo adoperarci per migliorare quella parte del mondo che è alla nostra portata."

Tratto da "Storie di Donne Selvagge" - ed.Fassinelli- Clarissa Pinkola Estés

MA COME E COSA FARE PER CAMBIARE QUELLA PARTE DEL MONDO CHE E' ALLA NOSTRA PORTATA?

Il consiglio di Clarissa Pinkola Estés è quello di affidarsi alla Donna selvaggia che è in noi...
Siamo pervase dalla nostalgia per l’antica natura selvaggia. Pochi sono gli antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti ma l’ombra della Donna Selvaggia ancora si appiatta dietro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti. Ovunque e sempre, l’ombra che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe”.

E la Donna Selvaggia è una donna che corre coi lupi, una donna in profondo contatto con il suo lato ferino e primitivo a cui si affida nei momenti cruciali della vita...I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell’arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate, tormentate e falsamente accusate di essere voraci ed erratiche, tremendamente aggressive, di valore molto inferiore a quello dei loro detrattori. Sono state il bersaglio di coloro che vorrebbero ripulire non soltanto i territori selvaggi ma anche i luoghi selvaggi della psiche, soffocando l’istintuale al punto da non lasciarne traccia.”

E' riscoprendo questa Donna Selvaggia che è in noi che possiamo smascherare, comprendere ed abbandonare i comportamenti inutili al fine di ricongiungerci col vero centro di noi stesse, con la parte intima di noi stesse, fatta di molteplici sfaccettature e spesso nascosta o dimenticata e agire per cambiare quella parte del mondo che è alla nostra portata!
Che siate introverse o estroverse, donne amanti di donne o di uomini, o di Dio, o tutto insieme, che possediate un cuore semplice o le ambizioni di un’amazzone, che stiate cercando di arrivare in cima o soltanto a domani, che siate mordaci o tetre, regali o impetuose, la Donna Selvaggia vi appartiene. Appartiene a tutte le donne.”

domenica 20 marzo 2011

Nel nome di Ilaria


In occasione del diciassettesimo anniversario dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto in Somalia il 20 marzo 1994, l’associazione che porta il suo nome ha inteso sostenere un coordinamento di iniziative a livello nazionale per ricordare i fatti e ribadire che molte realtà, enti e singoli cittadini non hanno dimenticato e sono ancora in attesa di verità e giustizia. Dal 15 al 23 marzo 2011 l'Italia è unita NEL NOME DI ILARIA.

venerdì 18 marzo 2011

Qualche considerazione sul nucleare in Italia con l'aiuto di Wikileaks

DOVE C'E' L'ITALIA C'E' SEMPRE UNA TANGENTE!
Da Wikileaks arriva la versione americana sull’atomo all’italiana, ovvero gli americani pensano, in virtà di tutta una serie di accadimenti, che dietro il ritorno dell’atomo nell’agenda della politica energetica italiana ci sia l'ombra di un giro di tangenti che coinvolge politici e funzionari.

Ecco il testo di alcuni rapporti segreti inviati alla Casa Bianca:
Sin dal 2005, quando l’ipotesi di un ritorno all’atomo diventa concreta, per la diplomazia Usa l’obiettivo è «garantire che le aziende americane abbiano la giusta chance» riferisce a Washington la responsabile Elizabeth Dibble. Le aziende sono Westinghouse e General Electric, il nemico, almeno agli occhi americani, sono i francesi di Areva, ma anche i russi. Mentre però i temuti rapporti Putin-Berlusconi non producono effetti concreti, i francesi hanno per alleati l’Enel e i funzionari del ministero dello Sviluppo economico, cioè chi prende le decisioni.nel maggio 2009 c’è il primo incontro tra Claudio Scajola e il suo omologo statunitense Steven Chu, a Roma per il G8 dell’energia. Il ministro viene così informato della situazione: «Westinghouse e Ge subiscono la dura competizione dalle imprese concorrenti i cui governi fanno pesantissime pressioni (heavily lobbying) sul governo italiano. Per esempio, l’intensa pressione francese, che potrebbe comprendere anche pagamenti per corrompere funzionari del governo italiano, ha portato all’accordo di febbraio per costruire in Italia quattro reattori Areva per il 2020».

Per recuperare il terreno perduto Scajola viene invitato nell’autunno di quell’anno negli Usa, farà un giro per alcune centrali Westinghouse e incontra di nuovo Chu per firmare un accordo di collaborazione. Scrive l’ambasciatore Thorne:

«Noi abbiamo saputo che Scajola ha un’altra ragione per appoggiare il coinvolgimento delle aziende statunitensi. L’accordo con la Francia ha tagliato fuori dai contratti le società italiane che vogliono contribuire a costruire le centrali. Una di queste, Ansaldo Nucleare, ha sede nella regione di Scajola: la Liguria. E così se Westinghouse ottiene la sua parte, Ansaldo — azienda della terra di Scajola — ne beneficia». Il risultato ottenuto è che le direttive tecnologiche e di sicurezza, approvate da allora in poi, non escludono a priori i brevetti americani , anche se al momento tutta la partita sembra destinata ad un lungo congelamento, se non alla sua chiusura senza vincitori.

Fonte: Giornalettismo.com
QUI il testo originale della email al Ministro Usa

Una bella notizia non fa MAI notizia...purtroppo...tocca a noi farla conoscere a tutti!!!

Questa è una storia tremenda, ma di tale conforto per il cuore, quando si guarda questa foto di John Gebhardt in Afghanistan.
La moglie di John Gebhardt, Mindy, dice che l'intera famiglia di questa bimba è stata sterminata. I ribelli volevano uccidere pure lei, sparandole alla testa...ma fortunatamente hanno sbagliato la mira è la bimba si è salvata. E' stata curata nell'ospedale di John, è in via di guarigione, ma continua a piangere e a lamentarsi.

Le infermiere raccontano che John è l'unico che riesce a calmarla; John ha trascorso le ultime 4 notti tenendola in braccia e hanno dormito su questa sedia. La piccola recupera piano piano.

John è un vero eroe di guerra e rappresenta ciò che l'occidente tenta di fare là.

Questo, amici miei, merita di essere condiviso con il resto del MONDO intero. Forza!!! Non vedremo mai una notizia del genere nei notiziari. Manteniamo la notizia in circolazione. Non capiterà nulla se non lo facciamo, ma il mondo ha bisogno di vedere delle foto come questa e ha bisogno di realizzare che facciamo la differenza... anche se si tratta di una bambina per volta.

venerdì 11 marzo 2011