giovedì 31 marzo 2011

Il cabaret di Berlusconi a Lampedusa ha anche risvolti drammatici...

In questo video si vedono due tizi (quello col giubbetto giallo, spalleggiato da quello col maglione verde) che minacciano coloro che vogliono esporre un cartello contro Berlusconi. E alla fine quello col giubbetto giallo dice: "Se non ve ne andate, vi ammazziamo. Se osate aprire quello striscione, vi ammazziamo come cani".
Ora, a parte il linguaggio mafioso dei due, c'è da chiedersi se quelli sullo sfondo sono poliziotti o figuranti che indossano divise della Polizia. La minaccia è detta in maniera molto chiara e a voce alta e ben percepibile. Come mai nessun poliziotto fa il suo dovere? Eppure non è un reato lieve: la minaccia di morte prevede fino ad un anno di galera, e può prevedere anche misure cautelari. Nè nessun magistrato, a quanto pare, ha preso iniziative in questo senso, come sarebbe loro obbligo, visto che si tratta di un reato perseguibile d'ufficio
E c'è un'altra cosa che mi stupisce: l'uso di occhiali da sole in una giornata dove di certo non c'è il sole che abbaglia. Sembra quasi che sia stato fatto per intimidire. Un vecchio trucco, noto ai sistemi di sicurezza di tutto il mondo, sia privati che pubblici. E allora, chi è costui? Un mafioso? Una guardia privata? Oppure...?

mercoledì 30 marzo 2011

Ma sì, com'è buono il latte sannita nei bicchieri di plastica!!!


Ma la vogliamo smettere, signori politici che sorridete in questa foto, di fare i difensori del territorio soltanto a parole?
Mostrate orgogliosi le buste in Tetrapack del latte tutto sannita NOBILE (frutto del lavoro di tanti piccoli allevatori riuniti in un consorzio di produttori di Castelpagano), ma poi il latte lo assaggiate e lo bevete nei bicchieri di plastica!
Invece di dare l'esempio!!!

lunedì 28 marzo 2011

Il piccolo Yaeb Saba, «Dono di Dio» in una terra dove non si nasce più...

Immigrato o emigrante che sia il piccolo Yaeb Saba, «Dono di Dio», nato in mezzo al mare, al largo di una terra dove non si nasce più, è lampedusano a tutti gli effetti!
Questa è l'accoglienza, questa è la memoria dei nostri nonni che partivano con la valigia di cartone: l'abbraccio delle donne di Lampedusa al bambino che hanno soprannominato, Angelo, altro che contributo per farli tornare a casa!!!

Angelo ce l'ha fatta, ma un altro bimbo, in grembo alla madre da tre mesi, ha cessato di vivere prima ancora di nascere...
ecco, allora che si comprende perchè il contributo per farli tornare a casa non serve a niente: pagano il doppio o triplo di quello che gli viene offerto per tornarsene e lo fanno a loro rischio e pericolo, mettendo in discussione la vita loro e dei loro figli, anche quelli che portano in grembo...dunque, a casa loro queste persone non ci vogliono tornare!

Il Presidente Napolitano, il Presidente degli Italiani, ce lo ha ricordato a gran voce: non dimentichiamo che una volta eravamo noi quelli che lasciavano le loro case con la valigia di cartone e partivano, in condizioni disumane, nelle terze e quarte classi dei treni e delle navi...

La civiltà non sta nel gesto di mandarli a casa con le tasche piene, la civiltà sta nella dignità di chi si fa consegnare scopa e sacchetti e pulisce insieme agli spazzini quella che, sino ad allora, era stata definita come "la collina del disonore" (la zona che sovrasta il molo del porto dove da alcuni giorni sono accampati in centinaia e centinaia)...la civiltà è dire a testa alta ai giornalisti che li intervistano "ma secondo voi questa dove siamo arrivati è l'Europa?"...

Quella dove sono arrivate queste persone non è l'Europa ma un Italia piccola piccola che finge di avere un ruolo istituzionale importante all'interno dell'Unione e del G8ma, in realtà, grazie al nostro Presidente del Consiglio e al nostro Governo incompetente e inconcludente su tutti i fronti, si sottopone ad ogni piè sospinto ai risolini ironici di tutti i leader degli altri paesi.

Quella dove sono arrivate queste persone non è l'Europa ma un Italia tenuta sotto scacco dalla Lega, i cui numeri sono indispensabili per tenere su il Governo, e alla quale ormai si concede tutto e il contrario di tutto, anche il fatto di rifiutare la presenza dei profughi nordafricani al Nord ingolfando al massimo Lampedusa e i campi e le tendopoli in Sicilia e Puglia.

Altra cosa sarebbe stata proporre nuove forme di accoglienza per queste persone che, non ce lo dimentichiamo, fuggono dalla dittatura e dalla mancanza di libertà e di diritti, forme di "adozione" temporanea da parte di enti, Istituzioni, Associazioni, in tutta Italia e in attesa di smistare in tutta Europa questo gran numero di profughi e non il rimpatrio forzato che ora, pare, verrà proposto di realizzare!

Per questo motivo, sarebbe molto utile, nonchè significativo, che fossero proprio le istituzioni locali a proporre ed organizzare le adozioni temporanee di questi profughi, come segno non solo di vicinanza ma anche come espressione della volontà di accompagnare verso la libertà queste persone.

E' una proposta che faccio in primis al mio Comune il quale, secondo voci di corridoio, sta valutando l'opportunità di erigere un monumento all'emigrante: a che servono lapidi e monumenti alla memoria, se il passato non costituisce le basi per il presente ed il trampolino di lancio per il futuro???

mercoledì 23 marzo 2011

Un consiglio di Clarissa Pinkola Estes per il cambiamento, quello vero, quello che parte da noi!!!

"Care anime coraggiose: non perdetevi d’animo!
In tutti i tempi oscuri vi è la tendenza a sentirsi sopraffatti da tutto ciò che c’è di sbagliato o fuori posto nel mondo, anche nel nostro piccolo mondo personale. Non focalizzatevi su queste cose. Farlo vi esaurisce soltanto.
E c’è anche la tendenza a logorarsi perseguendo obiettivi al di fuori della nostra portata, qualcosa che non può ancora essere. Non focalizzatevi neppure su questo. Farlo è sciupare il vento senza issare le vele. Non tocca a noi rimettere a posto di punto in bianco il mondo intero, ma possiamo e dobbiamo adoperarci per migliorare quella parte del mondo che è alla nostra portata."

Tratto da "Storie di Donne Selvagge" - ed.Fassinelli- Clarissa Pinkola Estés

MA COME E COSA FARE PER CAMBIARE QUELLA PARTE DEL MONDO CHE E' ALLA NOSTRA PORTATA?

Il consiglio di Clarissa Pinkola Estés è quello di affidarsi alla Donna selvaggia che è in noi...
Siamo pervase dalla nostalgia per l’antica natura selvaggia. Pochi sono gli antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti ma l’ombra della Donna Selvaggia ancora si appiatta dietro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti. Ovunque e sempre, l’ombra che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe”.

E la Donna Selvaggia è una donna che corre coi lupi, una donna in profondo contatto con il suo lato ferino e primitivo a cui si affida nei momenti cruciali della vita...I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell’arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate, tormentate e falsamente accusate di essere voraci ed erratiche, tremendamente aggressive, di valore molto inferiore a quello dei loro detrattori. Sono state il bersaglio di coloro che vorrebbero ripulire non soltanto i territori selvaggi ma anche i luoghi selvaggi della psiche, soffocando l’istintuale al punto da non lasciarne traccia.”

E' riscoprendo questa Donna Selvaggia che è in noi che possiamo smascherare, comprendere ed abbandonare i comportamenti inutili al fine di ricongiungerci col vero centro di noi stesse, con la parte intima di noi stesse, fatta di molteplici sfaccettature e spesso nascosta o dimenticata e agire per cambiare quella parte del mondo che è alla nostra portata!
Che siate introverse o estroverse, donne amanti di donne o di uomini, o di Dio, o tutto insieme, che possediate un cuore semplice o le ambizioni di un’amazzone, che stiate cercando di arrivare in cima o soltanto a domani, che siate mordaci o tetre, regali o impetuose, la Donna Selvaggia vi appartiene. Appartiene a tutte le donne.”

domenica 20 marzo 2011

Nel nome di Ilaria


In occasione del diciassettesimo anniversario dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto in Somalia il 20 marzo 1994, l’associazione che porta il suo nome ha inteso sostenere un coordinamento di iniziative a livello nazionale per ricordare i fatti e ribadire che molte realtà, enti e singoli cittadini non hanno dimenticato e sono ancora in attesa di verità e giustizia. Dal 15 al 23 marzo 2011 l'Italia è unita NEL NOME DI ILARIA.

venerdì 18 marzo 2011

Qualche considerazione sul nucleare in Italia con l'aiuto di Wikileaks

DOVE C'E' L'ITALIA C'E' SEMPRE UNA TANGENTE!
Da Wikileaks arriva la versione americana sull’atomo all’italiana, ovvero gli americani pensano, in virtà di tutta una serie di accadimenti, che dietro il ritorno dell’atomo nell’agenda della politica energetica italiana ci sia l'ombra di un giro di tangenti che coinvolge politici e funzionari.

Ecco il testo di alcuni rapporti segreti inviati alla Casa Bianca:
Sin dal 2005, quando l’ipotesi di un ritorno all’atomo diventa concreta, per la diplomazia Usa l’obiettivo è «garantire che le aziende americane abbiano la giusta chance» riferisce a Washington la responsabile Elizabeth Dibble. Le aziende sono Westinghouse e General Electric, il nemico, almeno agli occhi americani, sono i francesi di Areva, ma anche i russi. Mentre però i temuti rapporti Putin-Berlusconi non producono effetti concreti, i francesi hanno per alleati l’Enel e i funzionari del ministero dello Sviluppo economico, cioè chi prende le decisioni.nel maggio 2009 c’è il primo incontro tra Claudio Scajola e il suo omologo statunitense Steven Chu, a Roma per il G8 dell’energia. Il ministro viene così informato della situazione: «Westinghouse e Ge subiscono la dura competizione dalle imprese concorrenti i cui governi fanno pesantissime pressioni (heavily lobbying) sul governo italiano. Per esempio, l’intensa pressione francese, che potrebbe comprendere anche pagamenti per corrompere funzionari del governo italiano, ha portato all’accordo di febbraio per costruire in Italia quattro reattori Areva per il 2020».

Per recuperare il terreno perduto Scajola viene invitato nell’autunno di quell’anno negli Usa, farà un giro per alcune centrali Westinghouse e incontra di nuovo Chu per firmare un accordo di collaborazione. Scrive l’ambasciatore Thorne:

«Noi abbiamo saputo che Scajola ha un’altra ragione per appoggiare il coinvolgimento delle aziende statunitensi. L’accordo con la Francia ha tagliato fuori dai contratti le società italiane che vogliono contribuire a costruire le centrali. Una di queste, Ansaldo Nucleare, ha sede nella regione di Scajola: la Liguria. E così se Westinghouse ottiene la sua parte, Ansaldo — azienda della terra di Scajola — ne beneficia». Il risultato ottenuto è che le direttive tecnologiche e di sicurezza, approvate da allora in poi, non escludono a priori i brevetti americani , anche se al momento tutta la partita sembra destinata ad un lungo congelamento, se non alla sua chiusura senza vincitori.

Fonte: Giornalettismo.com
QUI il testo originale della email al Ministro Usa

Una bella notizia non fa MAI notizia...purtroppo...tocca a noi farla conoscere a tutti!!!

Questa è una storia tremenda, ma di tale conforto per il cuore, quando si guarda questa foto di John Gebhardt in Afghanistan.
La moglie di John Gebhardt, Mindy, dice che l'intera famiglia di questa bimba è stata sterminata. I ribelli volevano uccidere pure lei, sparandole alla testa...ma fortunatamente hanno sbagliato la mira è la bimba si è salvata. E' stata curata nell'ospedale di John, è in via di guarigione, ma continua a piangere e a lamentarsi.

Le infermiere raccontano che John è l'unico che riesce a calmarla; John ha trascorso le ultime 4 notti tenendola in braccia e hanno dormito su questa sedia. La piccola recupera piano piano.

John è un vero eroe di guerra e rappresenta ciò che l'occidente tenta di fare là.

Questo, amici miei, merita di essere condiviso con il resto del MONDO intero. Forza!!! Non vedremo mai una notizia del genere nei notiziari. Manteniamo la notizia in circolazione. Non capiterà nulla se non lo facciamo, ma il mondo ha bisogno di vedere delle foto come questa e ha bisogno di realizzare che facciamo la differenza... anche se si tratta di una bambina per volta.

venerdì 11 marzo 2011

Donne moderne

Italia sul banco degli imputati a New York:"La condizione delle donne è da terzo mondo!"

Il "Women in the World 2011" è una grande conferenza internazionale sulla condizione femminile nel mondo, con particolare attenzione ai paesi dove le donne sono più oppresse. L'Onu e la Casa Bianca hanno dato il loro patrocinio, ad aprire l'evento domani (cioè oggi) a New York ci saranno Bili Clinton e il sindaco Michael Bloomberg. E` attesa anche la First Lady, Michelle Obama, con un intervento "a sorpresa". Ma di sorpresa ce n'è anche un'altra. Insieme all'Iran, all'Arabia saudita, alla Cambogia, l'Italia figura tra i "casi" da analizzare e discutere. Gli organizzatori di "Women in the World 2011" hanno voluto invitare la vicepresidente del Senato Emma Bonino a spiegare perché in un paese occidentale, membro del G8 e dell'Unione europea, la condizione femminile è così arretrata.
E` un segnale di come viene percepito negli Stati Uniti lo status della donna italiana, l'aver messo questo tema all'ordine del giorno, a fianco a un dibattito moderato da Christiane Amanpour con tre donne di paesi islamici: un'egiziana, un'iraniana e una saudita. «E`vero-osservala Bonino-al summit di New York non ci sarà un dibattito sulla Francia né su altre liberaldemocrazie occidentali. Gli organizzatori hanno voluto occuparsi dell'Italia anche per l'eco che ha avuto nel mondo intero la manifestazione di protesta del 13 febbraio, quel milione di donne in piazza. Un seguito, naturalmente, dell'eco avuta nel mondo intero dalle prodezze del nostro presidente del Consiglio».
Una delle organizzatrici di "Women in the World" è Tina Brown, grande firma del giornalismo americano, fondatrice del blog The DailyBeast e oggi direttrice della nuova edizione di Newsweek. Proprio il celebre settimanale all'esordio della sua nuova formula ha dedicato la copertina alle "150 donne che hanno scosso il mondo". Nel caso dei paesi occidentali si tratta di donne ai posti di comando: in copertina c'è Hillary Clinton. Per i paesi del Terzo mondo invece la scelta di Newsweek è caduta su "donne combattenti" in situazioni di oppressione. La scelta della Bonino rientra piuttosto nella seconda categoria. «Io a New York - anticipa la vicepresidente del Senato - dirò che la protesta del 13 febbraio è stata un'esplosione, frutto di un'accumulazione di fattori. La situazione arretrata della donna in Italia, il familismo ipocrita, viene esasperato dal ricorso costante agli stereotipi e alla volgarità. In America e in tutto l'Occidente c'è sconcerto, tra chi ricorda la grande stagione delle nostre conquiste degli anni Settanta: il divorzio, l'aborto, il nuovo diritto di famiglia: tutto in un decennio. Poi il lungo sonno degli anni Ottanta e Novanta. Che altri hanno riempito, fino all'esplosione di volgarità. Ricacciata in casa, privata delle infrastrutture sociali più elementari, la donna italiana è l'ultima dell'Unione europea sotto tutti i criteri, in tutte le classifiche». Nel lanciare il summit di domani, Newsweek pubblica una foto della manifestazione del 13 febbraio con la didascalia: «L'affluenza ha superato le attese, le italiane sono scese in piazza contro il premier Silvio Berlusconi e la cultura sessista creata dal suo impero mediatico. Dopo mesi di scandali sulle avventure sessuali di Berlusconi, e annidi stallo in una nazione dove il 90% degli uomini non ha mai usato una lavatrice, le italiane dicono Basta».


Fonte La Repubblica - 10 marzo 2011

mercoledì 9 marzo 2011

Le donne che leggono sono pericolose

"Le donne che leggono sono pericolose" è il titolo di un libro, pubblicato nel 2007, da Stephan Bollmann, professore all'Università di Monaco, ed Elke Heidenreich, conduttrice e autrice per la radio e la televisione tedesche.
E’ un’interessante analisi sociologica e storica del rapporto con i libri e la lettura da parte delle donne, il tutto visto attraverso opere d’arte di pittori e fotografi più o meno famosi.
Tra le immagini proposte in Le donne che leggono sono pericolose non ci sono uomini. Ci sono solo donne che leggono. Donne, vecchie e giovani, in giardino, sul divano o a letto, con i volti sognanti o concentrati, nude, in déshabillé o magnificamente vestite, di cui vediamo le braccia, i capelli, il capo chino, ma raramente scorgiamo gli occhi: solo quando hanno appena finito di leggere e alzano per un istante lo sguardo riusciamo a intravederne l’espressione ancora sognante. Da Simone Martini a Rembrandt, Vermeer e Fragonard, da Matisse, Heckel e Hopper fino alla famosa fotografia di Eve Arnold con Marilyn Monroe che legge l'Ulisse: questo libro mette in scena una galleria di figure affascinate e affascinanti. Attraverso dipinti, disegni e fotografie, questo volume racconta la storia appassionante, piena di bellezza, grazia ed espressività, della lettura femminile dal XIII al XXI secolo.

Interessante anche la prefazione storica, in cui viene narrato il percorso evolutivo di questo rapporto, da quando alle donne era vietato leggere, in quanto la lettura era ritenuta deleteria per la salute delle donne(nel 1791 ad es. la lettura era considerata portatrice di catarro, flatulenza, costipazione, “per tutti ma in particolare per il sesso femminile”), a oggi, in cui, per fortuna, è proprio la componente femminile della società a rappresentare la maggior fetta del pubblico editoriale.

Scriveva Heinrich Böll anni addietro (nel suo saggio "Leggere rende ribelli"): i lettori sono gente pericolosa, gente capace di puntare il dito su ogni voce, gente che insiste a pensare con la propria testa e magari finisce a non credere più in nulla.
E proprio per questo motivo, proprio perchè, attraverso la lettura, le donne hanno trovato un modo per emanciparsi, le donne che leggono hanno sempre fatto paura agli uomini.
Non a caso, sui roghi dell’Inquisizione andavano in cenere soprattutto donne e libri!
E oggi, anche se non si bruciano più nè libri nè streghe, le donne che leggono continuano ad essere pericolose perchè, anche se è banale, leggono, pensano, riflettono, e chi riflette si fa un’opinione, echi ha una sua opinione si differenzia e, di conseguenza, è un nemico del “sistema”.

La prefazione dell'edizione italiana di questo libro è di Daria Bignardi:
Un titolo come «Le donne che leggono sono pericolose» sembra portare con sé un sottotitolo invisibile: le donne che leggono sono delle rompiscatole. Già immagino i commenti maschili: «Perché le donne che leggono se ne vantano così tanto? Gli uomini non lo fanno». A dirla tutta non me lo immagino: l’ho sentito dire, veramente, da mio marito.

Le donne che leggono sono pericolose soprattutto per se stesse. Ci sarà un motivo se la storia dell’umanità ha ritardato la lettura alle donne: la natura sapeva che avrebbe complicato loro la vita. Comunque sia, pazienza: leggere è meraviglioso, è forse l’esperienza più emozionante della vita, quella che ti accompagna più a lungo, dall’infanzia alla morte.

Io sono stata una lettrice compulsiva. A quattro anni leggevo. A otto avevo letto praticamente tutti i libri per bambini esistenti e a tredici la maggior parte dei classici russi e francesi. Ma avrei letto anche Dan Brown, se fosse esistito negli Anni Settanta e l’avessi trovato in casa: leggevo tutto. Dall’etichetta dell’acqua minerale a Donna Letizia su Grazia di mia madre, alla Selezione del Reader’s Digest a cui era abbonata mia sorella. Un libro al giorno, cinque giorni la settimana, perché il sabato e la domenica andavamo in campagna. I libri erano per la casa, che stava dentro la città, che stava dentro la nebbia. C’era una grande nebbia a Ferrara ed era una bella scusa per starsene arrotolati sul divano a leggere. Venti libri al mese. Duecentoquaranta libri all’anno. E quando ero malata, cosa che succedeva spesso perché soffrivo di tonsillite, facevo le «orge», come diceva mia madre: uno, due, anche tre libri in un giorno. Prima dei diciotto anni avrò letto tremila libri. ma così: voracemente. Senza un piano, senza un criterio, senza un controllo, bulimicamente. Un vizio. Piacevole, come tutti i vizi, ma meno dannoso di altri.

Le donne che leggono sono pericolose perché non si annoiano mai e qualunque cosa accada hanno sempre una via di fuga: se ne infischiano se le fai troppo soffrire perché loro s’innamorano di un altro libro, di un’altra storia, e ti abbandonano.

Oggi non leggo più come a nove anni: non ho più tempo. Quando va bene leggo un libro la settimana e spesso nemmeno: solo in vacanza faccio le «orge» come quando da bambina avevo la tonsillite. [...]

Le donne che leggono sono pericolose perché nutrono i loro sogni e non c’è nulla di più rivoluzionario di una donna che sogna di cambiare la propria vita: se lo fa, farà la rivoluzione, se non lo fa seminerà il terrore.

NON AMO CHI NON LEGGE
Mia nipote Annalena ha ereditato i gusti di sua madre, mia sorella: adora «quel che non avevo mai letto prima, tutti i romanzi di Fruttero e Lucentini. E poi tutto Philip Roth e soprattutto Giorgio Bassani, che leggo e rileggo in continuazione da quindici anni». «Pensa», dice con orgoglio perché è antifemminista, «neanche una donna tranne Anne Tyler, quella di Quasi un santo. Le altre una noia. Italiane zero, anche se Elena Ferrante ha un suo morboso perché. Mary McCarthy, Il gruppo, figata assoluta, ma è un libro soltanto».

Renata, la mia migliore amica, è il suo opposto: legge quasi solo libri scritti da donne. Soprattutto romanzi spagnoli in lingua originale e romanzi indiani. Più sono lunghi più le piacciono: certi mattoni. E Francesca, che vorrebbe essere una fanciulla dell’Ottocento, fare conversazioni brillanti, cambiarsi d’abito per pranzo e organizzare battute di caccia alla volpe e invece lavora con me in televisione, legge solo in inglese e preferibilmente autrici inglesi: Vita Sackville-West, Virginia Woolf, Jane Austen... poi George Eliot, Edith Wharton, le sorelle Brontë, le prime cose di Antonia Byatt, Sue Townsend e la sua gloriosa serie di Adrian Mole... Non ho mai avuto un’amica che non leggesse: non potrei diventare veramente amica di una donna che non legge. Né amare un uomo che non legge, ça va sans dire...

Una delle cose che più mi piacciono in questo libro è il racconto di dove leggono donne. Io da ragazza leggevo in poltrona come la fanciulla di Fragonard: ora leggo distesa sul divano, come Maria Adelaide di Francia ritratta da Liotard, ma senza cappellino. O ancor meglio come la signora tornata dal ballo di Ramón Casas y Carbo: abbiamo il divano verde salvia uguale, ma il suo è più pulito. Però non so come faccia la signora Vighi a leggere in poltrona con quel vestito da sera rosso, a momenti qualcuno le chiederà di uscire e addio lettura.

COM’È TRISTE MARILYN
Mia suocera Alessandra legge su una sedia come l’Arlésienne di Van Gogh, col libro appoggiato sul tavolo. Renata quando può legge all’aperto e sogna, come la dama ritratta da Vittorio Matteo Corcos sulla panchina, alla quale assomiglia un sacco. Io invece leggo meglio al chiuso. E molto vestita. Non potrei mai leggere nuda come le ragazze di Roussel, Hopper o Vallotton. Meno che mai nuda e in piedi come la fanciulla ritratta da Albert Marquet. In costume da bagno nel bosco poi, come Marilyn Monroe ritratta da Eve Arnold, nemmeno morta.

La foto della Monroe è forse l’unica immagine del libro che mi fa tristezza. Sarà che Marilyn legge l’Ulisse di Joyce, un libro che non ho mai amato, o che lo fa con tale evidente perplessità e incostanza, oppure è il suo abbigliamento improbabile... non posso fare a meno di pensare che se Marilyn avesse letto meno accidentalmente, senza far filtrare le sue letture da nessun Arthur Miller, avrebbe fatto una miglior fine.

A letto, naturalmente, leggere è fantastico, soprattutto se si è malati, con le pile di libri che crollano tra le coperte, le tazze di camomilla, le medicine che profumano di canfora. Si passa dal libro al sonno e dal sonno al libro in un limbo meraviglioso di riposo, pigrizia e solitudine. La solitudine è essenziale per leggere. L’ideale è essere soli nella stanza: meglio ancora se tutti dormano ancora. Essenziali anche tazze e bevande: la mia tazza da tè preferita da lettura è stata per anni una tazza di Fornasetti a forma di gatto: poi qualcuno l’ha rotta e ora la mia preferita è una tazza russa di smalto blu coi bordi dorati. Ma invidio molto quella gialla del dipinto di Charles Burton Barber, Ragazza che legge con carlino. E le invidio anche il cane che le sta in braccio mentre legge e sembra leggere con lei.

Strano che non ci siano gatti in questo libro: solo tre cani, qualche bambino, un paio di uomini, qualche amica.

Libri, bambini, tazze da tè, amiche, vestiti, animali. Rari fidanzati. In questo libro di donne che leggono, c’è tutto il mondo delle donne. Dannate rompiscatole, è vero. E allora?



GALLERIA DI IMMAGINI


Jean-Jacques Henner, La lettrice, 1883

James Jacques Tissot, Silenzio

Franz Ebyl, Fanciulla che legge, 1850

Eve Arnold, Marilyn legge Ulisse, 1954

martedì 8 marzo 2011

«Studiate e siate libere...», lettere di Fawzia Koofi alle sue figlie...ovvero l'8 marzo tutti i giorni...

La storia di una donna coraggiosa di 35 anni, prima ad essere eletta vice presidente del parlamento afgano, una donna che lotta per la causa femminile e i diritti di chi non ha voce. Per lei ogni giorno potrebbe essere l'ultimo. Per questo quando si allontana da casa scrive una lettera alle figlie...

Dalla seconda di copertina del libro "Lettere alle mie figlie" di Fawzia Koofi:
Da noi, le figlie non sono le benvenute. Io, diciannovesima di ventitré fratelli, fui abbandonata da mia madre sotto il sole cocente dell'Afghanistan affinché morissi. Malgrado le numerose bruciature sono sopravvissuta, diventando la sua figlia preferita. Questa è stata la mia prima vittoria. Mio padre, per venticinque anni membro del Parlamento, era un uomo incorruttibile, molto legato alle tradizioni del nostro Paese. Venne ucciso dai mujaheddin. Fu allora che mia madre, analfabeta, decise di mandarmi a scuola: sono stata la prima femmina, in famiglia, a ricevere un'istruzione. Mentre infuriava la guerra civile, sono diventata insegnante di inglese, poi ho studiato medicina. Ho sposato l'uomo che amavo e gli ho dato due meravigliose bambine. Ma l'arrivo dei talebani ha suonato l'ultimo rintocco per la libertà. Mio marito, dopo aver subito lunghe torture in carcere, è morto di tubercolosi e io, imprigionata dal burqa, ho sentito la rabbia crescere in me. Da quel giorno la mia voce si è levata per difendere coloro che soffrono. Oggi che sono parlamentare, so che ogni ingiustizia e sofferenza che posso alleviare compensa in parte ciò che non ho potuto fare prima: salvare la vita di chi è abbandonato da tutti"

Una delle lettere:
"Care Shuhra e Shaharzad, oggi andrò a Faizabad e Darwaz per un incontro politico. Spero di tornare presto e di rivedervi, ma devo dirvi che potrebbe non succedere. Ho ricevuto minacce di morte a causa di questo viaggio; forse stavolta quelle persone riusciranno nel loro intento. Essendo vostra madre, mi addolora moltissimo dirvi questo. Ma, vi prego, sforzatevi di capire che sacrificherei di buon grado la mia vita per un Afghanistan pacifico e un futuro migliore per i bambini di questo Paese”.

Interviste a Fawzia Koofi:
- l'Unità
- la Repubblica
- il fattoquotidiano
- Terra

lunedì 7 marzo 2011

Le donne italiane l'8 marzo lo vivono così...







Il mio contributo per l'8 marzo...la parità di genere va difesa sempre, dovunque non sia rispettata, indipendentemente dalle logiche di partito

Ieri si è svolta anche a Benevento la manifestazione "Rimettiamo al mondo l'Italia" proposta dal Comitato Nazionale "Se non ora quando".
Pur avendo dato un'adesione di massima al Comitato Provinciale "se non ora quando" di Benevento ed avendo collaborato all'organizzazione della manifestazione in Piazza Torre, ho scelto in coscienza di non partecipare perchè non condivido l'uso politico ed elettorale del comitato che si sta portando avanti nascondendo scientemente il palese mancato rispetto della parità di genere nelle istituzioni beneventane perchè adesso, in tempi elettorali, non se ne può parlare. Ritengo, infatti, che se l'Italia non è un paese per donne, se Benevento non è un paese per donne, sia necessario cominciare dal proprio microcosmo per allargarsi poi ad impegni più grandi.
Qui di seguito il testo del mio contributo alla celebrazione dell'8 marzo

Otto marzo, festa delle donne. O meglio giornata internazionale della donna che Rosa Luxemburg, l’aquila del proletariato mondiale, propose in ricordo del tragico incendio in cui perirono 129 operaie
Per un giorno l’attenzione converge sulle donne. Per un giorno le scrivanie delle impiegate si abbelliscono di mimosa e i ristoranti di allegre compagnie…di sole donne. Per un giorno la tv, le pubblicità, la politica si ricordano delle donne, salvo dimenticare il giorno dopo che le stesse donne hanno anche talento, che sono madri, mogli, persone intelligenti, istruite, capaci di reggere i destini della famiglia e della società. Omettono di ricordare, però che quelle stesse donne non hanno bisogno, né vogliono, l’attenzione di un giorno, né gli auguri, né promesse, puntualmente inevase, né contentini che si danno alle bambine per metterle a tacere.
Festa delle donne. Mi chiedo allora che senso ha, dopo cento anni, “celebrare” l’anniversario della festa con questo tam tam stucchevole, che reca piuttosto disagio, che mette in moto la solita macchina del consumismo e dei discorsi sempre uguali, da cui nessuno si esime, traboccanti di retorica.
Cosa si celebra? il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro,il diritto al voto, Conquiste più che normali, Traguardi che spettano di diritto alle donne in una società civile. Certo non si può prescindere dal ricordo di chi ha combattuto in prima persona per queste conquiste di civiltà, tuttavia ora non è più il tempo del mero ricordo. La storia ci dice che in questa figura di donna che la cultura degli ultimi 30 anni ha disegnato per noi non ci ritroviamo…io non sono così diceva Betty Boop, mi disegnano così…ma noi abbiamo la fortuna di non essere un cartoon, siamo di carne ed ossa e non siamo una striscia di matita su un foglio carta.. abbiamo competenze, mezzi e volontà per dare un volto nuovo all’8 marzo facendolo diventare un punto di partenza per il cambiamento del nostro paese!
Più che celebrare,dunque, dovremmo interrogarci, e non solo l’otto marzo ma tutti i giorni, e non solo le donne ma anche gli uomini, su cosa sia possibile fare per migliorare la politica, su come proporsi per ottenere stima e fiducia, su come non perdere dignità, su come rimediare all’ignoranza, su come porgere il proprio contributo per migliorare ogni cellula della società, su come evitare di offrire spettacoli indecorosi, su quale sia il modo migliore di educare a non discriminare, su come vincere la violenza, su come non cedere a stereotipi e condizionamenti che assegnano all’uomo un ruolo dominante, su quale deve essere, in definitiva, il modo migliore di essere persona e non solo donna o uomo
E dopo averle individuate queste modalità, è il momento, adesso e non domani, di fare il possibile per metterle in pratica, è il momento di rischiare, è il momento di non sottostare più agli ordini di scuderia della società, della politica, dei partiti, di non accettare piccole e grandi discriminazioni in nome dell’opportunità personale, sociale o politica.
Solo in questo modo riusciremo a dare un nuovo volto all’8 marzo…solo in questo modo saremo degne di chi ci ha preceduto e contribuiremo veramente a rimettere al mondo l’Italia.
Il treno della storia ferma anche a Benevento, ora sta a noi non perderlo!

sabato 5 marzo 2011

L'8 marzo negli slogan delle donne...l'ultimo? "Se non ora,quando?"

"Parità, libertà, cultura per la donna nella società moderna"... Sembra uno slogan dei giorni nostri e delle recenti manifestazioni che hanno visto scendere in piazza milioni di donne in tutto il Paese lo scorso 13 febbraio. Invece è la "parola d'ordine" del 1962 per celebrare l'8 marzo secondo l'Unione Donne Italiane

"Per l’emancipazione femminile, una svolta nella spesa pubblica, nei consumi, negli investimenti: asili nido e scuola per tutti dai 3 ai 14 anni" è uno slogan del 1971

"Crisi, referendum, disoccupazione femminile: le donne dicono di no. Dalla crisi non si esce senza le donne" è del 1974

"Evviva l’8 marzo e il 9 e il 10, e l’11 e il 12...?" è del 1986

e oggi?

"Rimettiamo al mondo l'Italia! Se non ora, quando?"

A Benevento appuntamento in Piazza Federico Torre (Largo Chiesa di S. Bartolomeo) alle ore 18.

Donne ed uomini manifesteranno la propria volontà di “rimettere al mondo l’Italia” e di cominciare a farlo dando un nuovo valore alla celebrazione della Festa della donna.

Attraverso il contributo artistico di allievi ed allieve della Compagnia Teatrale SOLOT, attraverso testimonianze di lavoratori e lavoratrici, di madri e di padri, di insegnanti e di alunni, di gente comune e di tutti coloro che vorranno intervenire, esprimeremo tutta la nostra volontà di rimettere al mondo l’Italia!

mercoledì 2 marzo 2011

Gli aumenti e il federalismo municipale svuotano i portafogli delle famiglie italiane!

Una stangata superiore alla previsioni, pari a circa 1200 euro a famiglia. E’ quanto prevedono per quest’anno le associazioni dei consumatori, che alla luce dei rincari della benzina, dell’incremento dei pedaggi autostradali e degli effetti che il federalismo municipale avrà sulle imposte locali, hanno rivisto al rialzo le stime di inizio anno, che erano di un aumento compressivo di spesa pari a poco più di 1000euro annue.I dati sull’inflazione comunicati dall’Istat qualche giorno fa stanno confermando le cifre degli aumenti che l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori aveva previsto. Anzi, con gli ultimi aggiornamenti la situazione si è aggravata ulteriormente, visti i dati relativi all’andamento dei prezzi di benzina (+68 euro), autostrade (+25 euro) e, perla tra la perle, federalismo municipale che farà aumentare le addizionali territoriali (+55 euro solo quelle comunali).Questi incrementi, se non saranno corretti per tempo,determineranno una variazione del tasso di inflazione del 3,8% con ricadute ulteriormente negative sul già ridottissimo potere di acquisto delle famiglie, che nell’ultimo triennio è diminuito del 9,6% con ulteriori contrazioni della domanda di mercato e quindi su pesanti effetti negativi su produzione ed occupazione.

Ai fattori economici e geopolitici rischiano di sommarsi poi gli aumenti ingiustificati legati alle speculazioni pure e semplici.

Anche se l’inflazione si fermasse a questo livello per tutto il resto dell’anno ci troveremmo a dicembre di fronte ad un salasso di 915 euro per una famiglia media italiana. Cifra che sale fino a 1.205 euro annui se calcoliamo gli effetti della grave crisi politica libica sul prezzo dei carburanti e sulle bollette. Un effetto che le associazioni dei consumatori calcolano in 300 euro annui di incrementi dei prezzi al distributore. C’è poi l’imponderabile effetto dei meccanismi speculativi che potrebbero innescarsi e aggravare ulteriormente la stangata.
E' assolutamente necessario, quindi, che il Governo dia risposte concrete alle famiglie, soprattutto a quelle a reddito fisso che maggiormente soffrono questa crisi.
Come è altrettanto necessario considerare prioritaria la lotta all’inflazione e di intervenire immediatamente per frenare sul nascere qualunque tentativo di rialzo ingiustificato dei prezzi e salvaguardare i bilanci delle famiglie. In particolare è indispensabile bloccare le tariffe energetiche per tutto il 2011, disporre un taglio delle accise non inferiore a 5 centesimi di euro al litro, e introdurre un meccanismo di sterilizzazione degli aumenti dei prezzi dei carburanti.

Le Associazioni di consumatori, Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione Nazionale Consumatori, riunite nel cosiddetto CASPER, Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, sono già in azione!!!

Stangata di aumenti per le famiglie italiane...

....ma anche Berlusconi, sempre attento al contenuto delle sue tasche, si chiede: "ma il prezzo dei parlamentari è al chilo?"