venerdì 11 marzo 2011

Italia sul banco degli imputati a New York:"La condizione delle donne è da terzo mondo!"

Il "Women in the World 2011" è una grande conferenza internazionale sulla condizione femminile nel mondo, con particolare attenzione ai paesi dove le donne sono più oppresse. L'Onu e la Casa Bianca hanno dato il loro patrocinio, ad aprire l'evento domani (cioè oggi) a New York ci saranno Bili Clinton e il sindaco Michael Bloomberg. E` attesa anche la First Lady, Michelle Obama, con un intervento "a sorpresa". Ma di sorpresa ce n'è anche un'altra. Insieme all'Iran, all'Arabia saudita, alla Cambogia, l'Italia figura tra i "casi" da analizzare e discutere. Gli organizzatori di "Women in the World 2011" hanno voluto invitare la vicepresidente del Senato Emma Bonino a spiegare perché in un paese occidentale, membro del G8 e dell'Unione europea, la condizione femminile è così arretrata.
E` un segnale di come viene percepito negli Stati Uniti lo status della donna italiana, l'aver messo questo tema all'ordine del giorno, a fianco a un dibattito moderato da Christiane Amanpour con tre donne di paesi islamici: un'egiziana, un'iraniana e una saudita. «E`vero-osservala Bonino-al summit di New York non ci sarà un dibattito sulla Francia né su altre liberaldemocrazie occidentali. Gli organizzatori hanno voluto occuparsi dell'Italia anche per l'eco che ha avuto nel mondo intero la manifestazione di protesta del 13 febbraio, quel milione di donne in piazza. Un seguito, naturalmente, dell'eco avuta nel mondo intero dalle prodezze del nostro presidente del Consiglio».
Una delle organizzatrici di "Women in the World" è Tina Brown, grande firma del giornalismo americano, fondatrice del blog The DailyBeast e oggi direttrice della nuova edizione di Newsweek. Proprio il celebre settimanale all'esordio della sua nuova formula ha dedicato la copertina alle "150 donne che hanno scosso il mondo". Nel caso dei paesi occidentali si tratta di donne ai posti di comando: in copertina c'è Hillary Clinton. Per i paesi del Terzo mondo invece la scelta di Newsweek è caduta su "donne combattenti" in situazioni di oppressione. La scelta della Bonino rientra piuttosto nella seconda categoria. «Io a New York - anticipa la vicepresidente del Senato - dirò che la protesta del 13 febbraio è stata un'esplosione, frutto di un'accumulazione di fattori. La situazione arretrata della donna in Italia, il familismo ipocrita, viene esasperato dal ricorso costante agli stereotipi e alla volgarità. In America e in tutto l'Occidente c'è sconcerto, tra chi ricorda la grande stagione delle nostre conquiste degli anni Settanta: il divorzio, l'aborto, il nuovo diritto di famiglia: tutto in un decennio. Poi il lungo sonno degli anni Ottanta e Novanta. Che altri hanno riempito, fino all'esplosione di volgarità. Ricacciata in casa, privata delle infrastrutture sociali più elementari, la donna italiana è l'ultima dell'Unione europea sotto tutti i criteri, in tutte le classifiche». Nel lanciare il summit di domani, Newsweek pubblica una foto della manifestazione del 13 febbraio con la didascalia: «L'affluenza ha superato le attese, le italiane sono scese in piazza contro il premier Silvio Berlusconi e la cultura sessista creata dal suo impero mediatico. Dopo mesi di scandali sulle avventure sessuali di Berlusconi, e annidi stallo in una nazione dove il 90% degli uomini non ha mai usato una lavatrice, le italiane dicono Basta».


Fonte La Repubblica - 10 marzo 2011

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