mercoledì 27 aprile 2011

Qualche riflessione sull'omologazione culturale e sociale

La vita oggi è una straordinaria corsa. Per arrivare alla meta occorrono capacità, passione, creatività, merito e non solo furbizia.
Ai giovani vengono, invece, proposte molteplici scorciatoie.
Rispesto a queste poposte più facili da reallizzare è importantissimo che siamon tanti, genitori, amici, concittadinia suggerire metodologie per invertire la rotta in particolare attraverso una educazione al difficile, alla libertà ed all’autonomia.

E’ in gioco il rapporto tra le generazioni ed un futuro migliore per tutti. Troppe famiglie registrano un fallimento nell’educazione dei propri figli che appaiono viziati dal troppo benessere. Bisogna ripartire dalla comunicazione emotiva e dai legami affettivi per affrontare il terremoto attuale nella relazione tra genitori e figli, tra la società e i giovani. La famiglia di oggi è troppo fragile. Occorre una politica organica per la famiglia ed un serio progetto di scuolanon solo per i figli ma anche per i genitori.

Obiettivo comune deve necessariamente essere la crescita del senso di responsabilità dei giovani. Ad essi vengono riconosciute oggi enormi libertà. Si tratta però di una evoluzione che anticipa le tappe della crescita. In altri termini la crescita non corrisponde a maturazione e responsabilità. Aumentano le aspettative nei loro confronti e diminuiscono le opportunità di inserimento stabile nel mondo del lavoro e nella vita pubblica. Da qui una gigantesca solitudine che deriva da una grande sproporzione tra aspettative e quotidianità. Il risultato finale è l’incomunicabilità in un deserto di relazioni superficiali. Il mondo si è ristretto emotivamente e sullo sfondo appaiono sempre più adulti egoisti e lontani dalle giovani generazioni.

Di fronte ai molti ragazzi viziati dobbiamo interrogarci sulle enormi facilitazioni esistenziali che non incoraggiano l’autonomia e la crescita dei figli. Dobbiamo comprendere le cause della incomunicabilità emotiva tra le generazioni. Essendo troppo fragile la comunicazione emotiva in famiglia e nella scuola, dobbiamo avviare veri e propri percorsi formativi per apprendere a comunicare. All’amore latino, di tipo egoistico urge sostituire un serio accompagnamento lungo le vie difficili della vita per aiutare una piccola persona a crescere con i suoi tempi.

Serve una grande iniezione di autorevolezza! Quanto sono patetiche certe figure genitoriali, di presunti educatori, di modelli sociali e politici! Non c’è progetto educativo senza regole e senza l’autorevolezza necessaria a declinarle. Essere adulti implica credibilità, coerenza, buon senso, autorevolezza. Dobbiamo ricreare spazi per un dialogo educativo e dobbiamo farlo subito!!!

Rimane importante l’educazione fra pari ma determinante è dare l’esempio nel rispetto delle regole da parte degli adulti.

Contro l’omologazione culturale e degli stili di vita serve, poi, una forte educazione al pensiero critico, alla libertà reale, al sogno, alla curiosità, all’utopia. Troppo appiattimento educativo può determinare il rischio della sclerotizzazione della personalità dei ragazzi. Dobbiamo, invece, farli uscire dalla normalizzazione del gruppo, ascoltarli, entrare in sintonia, simpatia, empatia con loro.

Di queste cose San Giorgio del Sannio hanno bibisogno come il pane...

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