giovedì 11 agosto 2011

Se le crisi globale dovesse continuare ad aggravarsi il libro "Vivere senza soldi" sarà più venduto e più letto della Bibbia!!!

I soldi, ormai, non ci servono più solo per vivere...ci servono i soldi perchè i soldi sono un segno di prestigio, ci servono i soldi perchè senza non sei nessuno, ci servono i soldi per corrompere i politici e trovare lavoro, ci servono i soldi per comprare extasy o cocaina con cui sballarci, ci servono i soldi perchè solo così ci sentiamo rispettati...E poi ci sono le banche che esistono in quanto esistono i soldi, le industrie, gli imprenditori, le finanziarie, che comprano e vendono coi soldi, i ministri, i sindacati, le fondazioni, i consorzi, che intanto esistono perchè esistono i soldi...

Insomma, siamo ossessionati dall'idea che che senza soldi non si possa vivere!

Eppure, in Germania, nel 1996, una donna decise di cambiare drasticamente il proprio stile di vita e provare a vedere se fosse possibile vivere senza soldi.
Questa donna, Heidemarie Schwermer, psicologa specializzata in pedagogia, era anche abbastanza ricca, ma decise di vendere tutto ciò che era in suo possesso, distribuì i ricavi tra i figli e volle rimanere senza niente.

Fu così che, nel 1996, Heldemarie fondò con altri amici l’associazione Dortmunt, un centro di baratto dove si organizzano scambi di attività e competenze varie. Ognuno fa ciò che sa fare e riceve dagli altri servizi a cui possono accedere, la preparazione di un pasto, la riparazione di un auto, un taglio di capelli o lezioni per i figli. In tal modo, tutti ottengono quello che necessitano senza sforzo, e facendo ciò che loro piace. Per questo motivo Heldemarie si considera davvero felice, adesso che non possiede niente di materiale ma ha la libertà di disporre della totalità del suo tempo libero. E non è poco. Questa pratica, sottolinea la creatrice, ha l’effetto positivo di aumentare la fiducia in se stessi e l’autostima, permettendo che ciascuno offra ciò che sa fare, ed evitando l’alienazione prodotta da un lavoro che non motiva né con cui non ci si identifica. E’ un sistema basato sulla fiducia reciproca e sulla solidarietà, che rompe il convenzionale “hai quello che vali”.

L'esperienza del centro di baratto è raccontata nel libro “Vivere senza soldi” e dimostra che un’alternativa al nostro sistema economico è possibile, anche se il caso di Heidemarie è rimasto un caso isolato.

Tuttavia, credo che un'occhiata a questo libro sia opportuno darla... non si sa mai, magari ci potrebbe rimanere utile nel caso malaugurato in cui Tremonti e Berlusconi ci levassero pure gli ultimi euro del porcellino salvadanaio!!!

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