lunedì 22 febbraio 2010

A proposito della centralità dei cittadini...ovvero quando il cittadino non conta proprio niente!

Lo scorso 8 gennaio 2009, poco più di un anno fa, fu presentato a Palazzo Paolo V, un intervento di edilizia residenziale pubblica da realizzare nel quartiere Capodimonte, che prevedeva 300 alloggi di edilizia popolare nonchè la riqualificazione, secondo i principi della bioarchitettura, di tutta la zona, per potenziare il corretto e sostenibile rapporto tra uomo e ambiente.
Sarebbe dovuta essere una grande opportunita per trecento famiglie beneventane per avere una casa di proprietà, e in 72 avrebbero anche potuto anche accedere ai contributi regionali (dal 15 al 25%) per l'acquisto.
Sarebbe dovuta essere una grande opportunità ma di fatto non lo è stata, dal momento che pochi giorni fa è èstata emessa dalla responsabile del procedimento presso il Comune di Benevento, Rosalba Orlacchio, una nota secondo la quale “in nessun articolo della legge n.16 del 2004 è scritto che lo Iacp può procedere alla realizzazione della pianificazione urbanistica al posto del Comune”.

Il sogno di queste 300 famiglie svanisce come una bolla di sapone.

Eppure, queste trecento famiglie hanno già versato una sommma pari a 5000 euro per la prenotazione degli alloggi, caso peraltro, unico in Italia, dal momento che in nessuna altra regione lo IACP ha mai preteso una tale somma come condizione di partecipazione al pre bando per l'assegnazione dell'immobile.

Oggi, a due anni di distanza (il prebando, infatti, è del 2007) è emerso che il programma si è fermato a 72 alloggi, che potrebbero al più divenire 150, ma non più gli originari 300.

A riguardo, il presidente dell'IACP facente funzioni, Vincenzo Nicolella, ha dichiarato: «Il bando di preselezione per l’edilizia agevolata che ha fatto registrare 300 manifestazioni di interesseè servito a definire la domanda sociale cui raccordare un’offerta con il massimo di risposte possibili. Ma è evidente che nessun programma costruttivo poteva essere realizzabile senza l’assegnazione dei suoli e la sottoscrizione della relativa convenzione tra Comune e Iacp. I nodi da sciogliere erano e restano questi». L’istituto «resta in attesa dell'assegnazione di un suolo su cui insediare la maggiore offerta di alloggi possibili. Bisogna evitare che vengano persi i finanziamenti in una città che ha tanto bisogno di sostenere e qualificare l'offerta abitativa pubblica e privata».

Ecco quindi il nocciolo della questione: il Comune ha emanato un bando senza avere nella sua disponibilità i suoli dove costruire.

I cittadini non meritano di essere illusi in questo modo, anche perchè hanno sborsato una somma non irrisoria.
A quanto pare, si sapeva già da due anni fa che non c'erano suoli su cui costruire. eppure, si è andati avanti con la grande illusione.
Il tutto a danno della collettività e del bene comune.

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