giovedì 16 dicembre 2010

Una mattinata di ordinaria follia all’ASL di Via XXIV Maggio

Stamattina mi sono recata alla struttura ASL di via XXIV Maggio a Benevento per un una visita specialistica ed ho potuto verificare sul campo la gran quantità di disservizi che gli utenti sono costretti a subire quotidianamente.

Voglio rendervene partecipi e soprattutto voglio invitare tutti quanti leggeranno questa mia breve nota a non fermarsi alla mera considerazione che “qua le cose vanno tutte storte” bensì a denunciare gli episodi negativi e a sollecitare le autorità competenti per la loro correzione.

In realtà, il disservizio inizia già prima di arrivare a via XXIV Maggio, dal momento che, all’atto della prenotazione telefonica mi era stato detto di recarmi alla struttura ASL di Via Avellino perché lì era sito l’ambulatorio di cui avevo bisogno.
Così ho fatto, dopo una strenua ricerca di un posto dove parcheggiare l’auto, ma alla mia richiesta di informazioni su dove fosse sito l’ambulatorio mi viene detto che il medico che stavo cercando ormai da due anni non prestava più servizio alla struttura di Via Avellino bensì a quella di via XXIV Maggio.

Prima incazzatura con smadonnamenti vari.

Mi reco, allora, alla sede ASL di Via XXIV Maggio e mi accorgo che non c’è più la cassa per il pagamento del ticket bensì un’unica cassa automatica, il cui utilizzo non è il massimo della semplicità, in particolare per gli utenti anziani, che poi sono una parte considerevole dell’utenza totale delle prestazioni ASL.
La fila alla cassa automatica, infatti, è notevole sia perché diverse nonnine non sono capaci di farla funzionare sia perché ogni tanto non dà il resto, causando le ire furibonde delle utenti non solo contro la cassa ma anche contro l’aumento indiscriminato dei ticket sanitari!
Arriva il mio turno e, meraviglia delle meraviglie non si riesce a capire quale sia l’importo che devo digitare sul display della cassa…l’unico aiuto viene da un foglietto attaccato al muro con lo scotch sul quale sono indicati sì gli importi per le diverse prestazioni sanitarie ma per numerose di esse sono presenti anche diverse correzioni fatte a penna, cosa che impedisce di capire innanzitutto quale sia l’informazione giusta (quella scritta a penna o l’altra) e soprattutto se l’informazione offerta sia attendibile oppure no dal momento che non si sa chi abbia fatto quelle correzioni (non ci sono timbri dell’ASL, non ci sono firme degli impiegati competenti, nessun indizio insomma).
Senza che ci sia nessuno nelle vicinanze che mi possa aiutare e nonostante tutti cerchino un fantomatico giovanotto che presta servizio civile e che sembra essere addetto proprio a dare le spiegazioni che mi servono, giovanotto che non si trova da nessuna parte, decido di andare a naso e digito: euro 18.90.
La macchinetta mi dà il resto e anche la ricevuta, meno male!

Salgo al piano di sopra e, questa volta seguendo delle efficaci indicazioni, trovo subito l’ambulatorio che cerco…tra un via vai di signore col camice che si affannano tra il bagno ed il distributore del caffè, consegno la mia impegnativa ed aspetto il mio turno.
Dopo qualche minuto, una signora col camice, che non so chi fosse, medico, infermiere, inserviente, amministrativo, o chissà chi, mi dice che il ticket che ho pagato è inesatto e che devo fare una integrazione di 10 euro…scopro, quindi, e sulla mia pelle, che le correzioni a penna sul tariffario erano legittime!

Scendo al piano terra e vado verso la cassa ma, meraviglia delle meraviglie, vedo una fila enorme e le guardie giurate che stanno ritirando i soldi dalla cassa…
M’imbestialisco!

Ma com’è possibile che in un momento di grande affluenza degli utenti le guardie giurate tengano fuori uso (l’operazione durerà in tutto una ventina di minuti) l’unica cassa disponibile?

Non siamo forse di fronte ad una interruzione di pubblico servizio, dal momento che le prestazioni non vengono erogate se prima non si dimostra di aver pagato il ticket?

Chiedo alle guardie di riaprire immediatamente la cassa ma quelli mi rispondono: “signò, e mica noi facciamo di capa nostra? A noi ci hanno comandato!”.., e pure loro hanno ragione, fanno solo il loro lavoro, probabilmente è chi sta sopra di loro che non si pone proprio il problema del disservizio che può creare una situazione del genere!!!

Comunque, dopo mezz’ora circa, riesco a pagare la mia integrazione, vado a fare la mia visita e scopro, fortunatamente, che non sto poi così tanto male come credevo…meno male…finché c’è la salute!

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