venerdì 19 marzo 2010

Niente applausi, hanno solo fatto tutti il proprio dovere!

Si è conclusa, finalmente e con esito positivo (anche se ci sarà da controllare che le parti ratifichino l’accordo il 23 marzo prossimo e che da allora in poi lo rispettino) la vicenda della SIRTI.Si è conclusa positivamente con baci e abbracci nonché plausi a tutti gli attori della vicenda, ma io, in verità, non ritengo di avere motivi per applaudire tali attori.
Certo, e ci mancherebbe altro, sono davvero contenta che la situazione si sia sbloccata, essendo stata partecipe direttamente dell’accaduto sin dai primi momenti dell’occupazione del tetto dell’azienda a contrada Pontecorvo e del primo giorno degli operai sul traliccio Telecom e avendo raccolto le ansie e le forti preoccupazioni per il futuro degli operai e delle loro famiglie, ma credo che la cosa si sia risolta solo ed esclusivamente perché le parti in causa hanno deciso, messe con le spalle al muro dalla eco che la situazione stava cominciando ad avere sui media, anche nazionali, di fare FINALMENTE il proprio dovere istituzionale, amministrativo, economico e politico.
Il Sindaco FINALMENTE ha deciso di mettersi a lavorare per il bene della città e dei cittadini che lo hanno eletto, idem il Presidente della Provincia, i parlamentari sanniti dei diversi schieramenti hanno deciso FINALMENTE di lasciare per un attimo da parte i propri interessi personali e di partito e hanno deciso di realizzare compiutamente il mandato che è stato loro conferito dagli elettori ovvero portare a livello nazionale le istanze del territorio da cui provengono, i sindacati hanno FINALMENTE lasciato da parte le diatribe interne e tra compagini diverse ed hanno tutelato i lavoratori, le aziende FINALMENTE hanno deciso di far girare l’economia nell’unico modo possibile ovvero continuando ad investire sui territori.
La cosa su cui riflettere, quindi, non è tanto la positiva conclusione della vicenda, bensì le modalità attraverso le quali si è arrivati a tale conclusione:
ma è ma i possibile che per costringere i politici, gli amministratori pubblici, i sindacati, le aziende a fare il proprio dovere, quello per il quale sono stati eletti e quello che le leggi e le norme prevedono, si debba salire su un traliccio alto 40 metri?
Il bene della città e della comunità, il bene dello Stato, lo sviluppo delle aziende, la tutela dei lavoratori sono cose che si devono ottenere e realizzare facendo ognuno quotidianamente il proprio dovere, nel rispetto delle norme e delle leggi, perché il reale e concreto ripristino della legalità e della moralità in tutti i settori della vita quotidiana è l’unico volano di sviluppo sociale, economico, politico e culturale.”

Nessun commento:

Posta un commento