venerdì 2 aprile 2010

Una pacata e serena riflessione sul risultato elettorale

“…Se desideriamo un paese migliore dobbiamo essere disposti a dividere esperienze e risorse ed allo stesso tempo a sviluppare la capacità della comunità ad accettare le sfide del futuro. Non possiamo aspettarci che un nuovo governo cambi le cose da solo. Dobbiamo assumerci la responsabilità di apportare i cambiamenti…”.

Questa frase è stata pronunciata da Ela Gandhi, nipote del Mahatma Gandhi, nel 1993 in Sud Africa durante la nona “Desmond Tutu Peace Lecture”.

Il 1993 è lontano ormai 17 anni e la storia sociale e politica di Gandhi ci riportano a quasi 100 anni da oggi, ma niente di più attuale possiamo trovare in queste parole e nella figura e nell’operato del Mahatma.

Ecco perché ho scelto Gandhi e le sue parole sul cambiamento come motivo ispiratore della mia campagna elettorale, perché ritengo, e con me la Rete Interregionale delle Rose Rosse che rappresento, che c’è bisogno di sviluppare un clima di condivisione sociale e civile prima che politica e, contemporaneamente, di costruire una società giusta attraverso programmi comuni.

La vita di Gandhi ci ha insegnato una lezione molto chiara: è facile postulare i principi, ma molto difficile metterli in pratica. Credere in una vita di benessere per tutti, credere nella democrazia, credere nella pace va molto bene, ma il passo finale è mettere in pratica quello che abbiamo imparato o cominciato a credere dentro. Questo obiettivo è quello che finalmente determina la qualità della nostra vita.

Per quanto mi riguarda, durante l’appena trascorsa campagna elettorale da indipendente di sinistra, ritengo di aver totalmente messo in pratica ciò in cui credo e che strenuamente sto portando avanti con la Rete Interregionale delle Rose Rosse: il rispetto delle persone, il rispetto delle regole, il rinnovamento, la legalità, la trasparenza.
Ed il consenso che ho ricevuto, i miei 106 voti, frutto ESCLUSIVO del mio impegno, dell'appoggio e della stima dei miei amici nonchè del sostegno dei membri e simpatizzanti della Rete delle Rose Rosse, rispecchiano in toto il mio impegno ed insieme la difficoltà a mettere in pratica i principi in cui si crede.

Una difficoltà che è stata innanzitutto mia personale, nel dovermi districare in mezzo a tanta gente opportunista e traffichina, che predica bene e razzola male, che applica, in privato, quella cultura dell’inciucio e del clientelismo che, invece, in pubblico, va condannando al alta voce, in mezzo a tanta gente arrivista e che vede e vive la politica con una gestione familiaristica ed autoritaria.

Ma una difficoltà che è stata anche degli elettori, dei cittadini, delle samnitae gentes vittime di quell’incantesimo nel quale pochi bramosi di potere le hanno gettate e incapaci di uscirne attraverso l’arma, potente e democratica, del voto, quelle samnitae gentes che un tempo soggiogavano i propri nemici ed oggi invece si trovano soggiogate dalla brama di denaro e di potere di pochi che non porta alcun beneficio ai molti.

In questa realtà, ecco, quindi, che i 106 voti miei e degli amici della Rete Interregionale delle Rose Rosse, sono un grande, grandissimo risultato!!!

Dietro questi 106 voti ci sono altrettante persone che sono riuscite ad affrancarsi da questo cancro in metastasi che è il malaffare, il clientelismo, la mala politica e la mala società ed hanno mostrato con i fatti il loro cambiamento, a partire dal voto, un voto di opinione, un voto di fiducia e stima, un voto per il cambiamento!!!

Per queste 106 persone votare Elvira Santaniello non è stata una scelta di convenienza, ma una scelta fatta con cognizione di causa, un cambiamento personale innanzitutto rispetto al tragico andazzo generale, un piccolo passo verso la direzione giusta ovvero quella di pensare davvero a quello che si fa prima di farlo.

Questo è un piccolo passo certo, ma tanti piccoli passi, prima o poi, portano al traguardo, e lo fanno in modo naturale, spontaneo, non forzato.
Come diceva Gandhi, ed io con lui, “come le nuvole nel cielo”.

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