martedì 13 aprile 2010

La vera storia delle riforme istituzionali

Di fronte alla platea degli industriali Berlusconi non si è limitato a parlare di economia e ha colto l'occasione per rilanciare il tema delle riforme, in particolare nel campo del fisco e della giustizia. sull'assetto istituzionale ha ricordato che la Costituzione attribuisce tutti i poteri al Parlamento mentre il governo non ne ha nessuno: «I padri costituenti - ha detto Berlusconi - hanno definito un assetto istituzionale che dà tutti i poteri alle assemblee parlamentari: l’esecutivo non ha nessun potere nel nostro sistema costituzionale». La riforma costituzionale, ha aggiunto, andrà affrontata con il contributo di tutti ma l'orientamento della maggioranza è per una riforma semipresidenziale sul modello francese con però l'elezione contemporanea del Parlamento e del presidente del consiglio, per evitare eventuali problemi di colori diversi e coabitazioni forzate come avvenuto in diverse legislature in Francia.

Vediamo un pò, per amore di chiarezza, cosa significa Semipresidenzialismo alla Francese.
Secondo Wikipedia:
In una repubblica semipresidenziale, il governo si trova a dipendere dalla fiducia di due organi designati da due differenti consultazioni elettorali, il Presidente della Repubblica e il Parlamento. Il Primo Ministro viene perciò nominato dal Presidente, ma necessita, insieme al resto del suo esecutivo, della fiducia parlamentare.

Questa forma di governo è caratterizzata dai seguenti punti:
- l'elezione del Presidente della Repubblica avviene con voto popolare distinto ed autonomo rispetto a quello del parlamento;
- il potere esecutivo è condiviso con il Primo Ministro che però può essere scelto e revocato dal capo di Stato;
- il primo ministro ed il governo possono essere sfiduciati dal parlamento e revocati dal presidente; quest'ultimo non è ovviamente sfiduciabile
- lo scioglimento del parlamento da parte del Presidente della Repubblica avviene nei limiti costituzionali.

Il termine semipresidenzialismo, coniato nel 1978 dal politologo Maurice Duverger, può trarre in inganno, in quanto tale forma di governo non è semplicisticamente da intendersi come un presidenzialismo attenuato: mettendo da parte i periodi di coabitazione, in questo sistema il Capo dello Stato gode di alcuni poteri che non vengono invece accordati nel modello americano, come il diritto di consultazione popolare referendaria o l'iniziativa legislativa o lo scioglimento delle Camere. Gli obiettivi di questa forma di governo sono la diminuzione della rigidità del sistema presidenziale, senza i problemi legati alla partitocrazia che sovente sorgono quando non si raggiunge una maggioranza forte in un sistema parlamentarista. Questo sistema fa sì che il presidente abbia la possibilità di indirizzare politicamente il governo e di non essere solo un garante al di sopra delle parti.


Ma all'Italia cosa serve con urgenza?
Un Presidente della Repubblica il cui motto sia "ghe pensi tutto mi!" oppure di uscire dalla crisi che è reale e concreta e non psicologica come invece ci vogliono fare credere?

La faccia della sinistra deve necessariamente e assolutamente cambiare per poter tornare a far breccia nei cuori della gente!
E' necessario, anzi indispensabile, che ritorni al centro di un programma unico delle sinistre il concetto del bene comune, del bene dello Stato e non del profitto del singolo, il concetto della legalità, del diritto, della società civile.
E' palese che questo modello socio politico è molto meno appetibile e molto più di difficile da realizzare rispetto alla fantasmagoria del tutto e subito offerta dalla visione sociale ed economica del consumismo, ma il cambiamento vero sta proprio in questo, nell'accettare la sfida della del percorso più duro e tortuoso e nel farlo subito, adesso, altrimenti si rischia che sia davvero troppo tardi.

Qualche tempo fa, parlando, tra il serio ed il faceto, con l'amico Paolo De Cesare, e riferendoci alla bagarre interna del PD tra primarie, capibastone, clientelismi e spartizioni, attaccamento alle poltrone, etc, si diceva che sarebbe stato necessario diventare "TALEBANI dello Statuto"... questa espressione può, anzi, secondo me deve, essere senza dubbio alcuno mutuata in "TALEBANI DELLA LEGALITA', DEL DIRITTO E DELLA SOCIETA' CIVILE".
Io la mia battaglia di civiltà l'ho già iniziata!

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