lunedì 5 aprile 2010

Cambiamento è anche liberare la fantasia e i sentimenti

Il cambiamento è soprattutto nei nostri cuori e nelle nostre teste...insegniamo ai bambini, ai nostri figli e ai nostri nipoti, ad essere liberi, liberi nella fantasia, liberi nei sentimenti...

Un grande maestro in questo senso è stato Gianni Rodari





...ci vuole immaginazione per raggiungere il dominio delle cose...

"Le favole dove stanno?
Ce n'è una in ogni cosa:
nel legno del tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.
La favola sta lì dentro
da tanto tempo e non parla.
E' una bella addormentata
e bisogna svegliarla
".

Il risveglio della favola avviene grazie alla sollecitazione della fantasia che non ha più bisogno, per volare e creare, dei re e delle regine, dei draghi e dei castelli incantati, delle fate e dei maghi, o almeno non ha più bisogno soltanto di questo. La favola si sveglia anche di fronte alla realtà più grigia, all'ovvietà quotidiana, al problema sociale e alla vita familiare, e la magia sta nell'osservare tutto con ironia, ricorrendo al gioco, così importante per i bambini, all'infrazione della regola attraverso l'invenzione e l'immaginazione.

Il risveglio della favola avviene grazie alla sollecitazione della fantasia che non ha più bisogno, per volare e creare, dei re e delle regine, dei draghi e dei castelli incantati, delle fate e dei maghi, o almeno non ha più bisogno soltanto di questo. La favola si sveglia anche di fronte alla realtà più grigia, all'ovvietà quotidiana, al problema sociale e alla vita familiare, e la magia sta nell'osservare tutto con ironia, ricorrendo al gioco, così importante per i bambini, all'infrazione della regola attraverso l'invenzione e l'immaginazione.

Una buona tecnica teorizzata da Rodari è quella dell'"ipotesi fantastica": si parte dal quesito cosa succederebbe se e dopo quel "se" si può immaginare tutto ciò che si vuole e la fantasia si sbizzarrisce ipotizzando che un bambino riceva in regalo una penna magica che scrive da sola, che un coccodrillo partecipi come concorrente a Rischiatutto, invitato da Mike Bongiorno, o ancora che l'ascensore di casa nostra precipiti al centro della terra per poi schizzare sulla luna.
Dalla formulazione dell'ipotesi fantastica si passa alla costruzione della favola e alla presentazione dei personaggi bizzarri che la animano: il cow boy solitario che usa il pianoforte come arma, il postino che riesce a sollevare carichi pesantissimi o il pifferaio magico che al posto dei topi incanta le automobili in una città invasa dal traffico, sono i protagonisti delle "Novelle fatte a Macchina" del 1973, in cui Rodari descrive situazioni del vivere quotidiano fatto dei vizi e delle virtù degli uomini, che sfociano sempre in finali imprevedibili e divertenti.

Nelle sue favole il gioco ha un ruolo importantissimo e inizia con le parole, con il linguaggio ed il capovolgimento delle frasi fatte e delle espressioni cristallizzate: si cambiano le regole per creare qualcosa che non annoi, che non impigrisca, che anzi spinga a riflettere e a giocare, imparando sempre in libertà. Parlando della sua "Grammatica della Fantasia" del 1973 Rodari spiega l'importanza della parola, il valore che assume il linguaggio dal punto di vista pedagogico:

"Spero possa essere utile a chi crede nella necessità che l'immaginazione abbia il suo posto nell'educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. "Tutti gli usi della parola a tutti" mi sembra un bel motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siamo artisti, ma perché nessuno sia schiavo".

La nuova favola, dunque, utilizza appieno il linguaggio, ricorre ad un vocabolario ricchissimo fatto di parole di ogni giorno e di termini rari, di stili e registri diversi, contribuendo così alla formazione linguistica del piccolo lettore che usufruisce di una lingua sempre viva e autentica come la realtà che lo circonda. La quotidianità dei contenuti e la genuinità del linguaggio, col procedere del racconto, si trasformano ed esplodono in mille fuochi d'artificio accesi dall'ironia, dallo sconvolgimento dei luoghi comuni, da un duello vero e proprio che inizia tra le parole:

"E' difficile fare
le cose difficili:
parlare al sordo
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi
".

(Da "Parole per giocare", 1979)

Spesso sono solo due parole, il "binomio fantastico", come lo chiama Rodari, a mettere in moto la fantasia, due parole a caso, di quelle usate più comunemente nella vita di tutti i giorni, anche senza alcuna attinenza logica l'una con l'altra: "ladro" e "campanello", ad esempio, formano il binomio da cui lo scrittore parte per costruire una fiaba tenera e divertente. Il protagonista, il povero signor Guglielmo, terrorizzato dalle incursioni dei ladri negli appartamenti, decide di appendere un grosso cartello sulla porta di casa sua: "Si pregano i ladri di suonare il campanello. Essi saranno lasciati entrare liberamente e potranno vedere con i loro occhi che qui non c'è proprio niente da rubare. (Di notte suonare a lungo perché ho il sonno molto duro). Firmato: il signor Guglielmo".
La favola prosegue e termina con il successo dell'iniziativa di Guglielmo che addirittura, quando suonano il campanello dei ladri troppo poveri, "regala loro qualche cosa: un pezzo di sapone, una lametta per fare la barba, un po' di pane e formaggio. I ladri sono sempre gentili con lui e prima di andarsene gli fanno un inchino".

Grazie a Rodari e alla rivoluzione della favola negli anni '70 è nato un nuovo approccio alla letteratura infantile: il bambino non si accinge alla lettura di un libro per puro istinto, lo fa soltanto se spinto dalla curiosità innestata in lui da un agente esterno che sempre ha un collegamento con la sua realtà. Importante in tale contesto il ruolo della famiglia e della scuola, che dovrebbero fungere da iniziatori alla lettura stimolando nei piccoli la curiosità. Acquisendo gradualmente il gusto del libro, il bambino può affinare anche la capacità di utilizzarlo come strumento per conoscere il mondo, per conquistare i suoi significati reali, per crescere.
Ecco, allora, che la favola raccontata da Rodari ha grande significato nel cosmo culturale infantile: il ruolo della fantasia e dell'immaginazione resta sempre fondamentale, ma queste diventano mezzi per l'approccio alla realtà, alle figure, alle parole e ai problemi del mondo di oggi.
La nuova favola educa il bambino a vivere non tra le nuvole, ma con i piedi piantati per terra, gli insegna a districarsi tra le cose del mondo, ad apprezzarne i lati positivi e a disprezzarne quelli negativi, a distinguere tra il bene e il male "qui ed ora", sempre sorridendo però, giocando e dando sfogo alla sua fervida immaginazione.
"

"Un foglio di carta si vantava di essere bianco immacolato. E non sarebbe meglio per lui e per tutti se un Dante Alighieri lo avesse sporcato d'inchiostro, scrivendoci qualche bella terzina, o una bella ragazza scrivendo una lettera d'amore?
La vita, un pochino, sporca, si sa
."

La nuova favola insegna ad utilizzare l'arma del riso, dell'ironia e dell'autoironia e rappresenta un fondamentale canale di contatto tra il bambino e l'adulto; è la finestra, come afferma Rodari, attraverso la quale ci si può infilare per entrare nella realtà (e che divertimento!),invece di imboccare la porta principale.

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