Sono 24, tra autostrade e raccordi autostradali, le tratte in gestione diretta Anas che dal 1 maggio 2011 diventeranno a pagamento e il pedaggio avverra’ attraverso un sistema senza caselli. Complessivamente 1.316,7 chilometri di autostrade tra cui il Grande Raccordo Anulare che circonda la capitale e la A3 Salerno-Reggio Calabria. Tra le tratte autostradali interessate dal bando da 150 milioni di euro dell’Anas c’è anche il Raccordo Autostradale che conduce a Castel Del Lago. In pratica chi utilizza il raccordo autostradale per recarsi a da Benevento a San Giorgio del Sannio (solo per fare un esempio) dovrà pagare.
Si tratterebbe di un sistema di pagamento senza barriere (genericamente chiamato “free flow”) che, stando alle possibili ipotesi, potrebbe essere un sistema come quello del telepass oppure uno con telecamere che rilevino la presenza sulle auto di bollini prepagati sul modello delle autostrade svizzere.
Sull'argomento, che interessa una gran fetta di popolazione beneventana e sangiorgese che si muove più volte al giorno su questo Raccordo, registriamo con favore la dichiarazione di contrarietà con atto formale della Provincia di Benevento durante il Consiglio Provinciale svoltosi ieri 1 ottobre 2010.
Il Consiglio si è espresso a voti unanimi con un Ordine del giorno, fuori dall’elenco degli argomenti originariamente previsto, su proposta dei consiglieri Cosimo Izzo, Claudio Ricci e Mario Marotta.
Nel documento, il Consiglio provinciale, ricordato che il Parlamento ha varato una legge che entro il 30 aprile introdurrà i pedaggi autostradali in relazione ai costi d’investimento, manutenzione straordinaria oltre a quelli relativi alla gestione dell’Anas, ha sottolineato che il Sannio è interessato dal raccordo Castel del Lago – Benevento, infrastruttura essenziale per i collegamenti con l’autostrada Napoli – Bari e verso Roma.
La misura si scontra, sostiene il Consiglio provinciale, con la realtà di fatto che vede il Sannio essere l’unica provincia campana a non essere toccata dalla rete autostradale, tanto è vero che lo stesso raccordo non ha affatto le caratteristiche, così come indicate dal Codice della Strada, di infrastruttura autostradale (sebbene ne abbia il nome). Mancano, infatti, le corsie di emergenza, le recinzioni, i sistemi di assistenza all’utenza: ne consegue, sostiene il Consiglio provinciale, che «non sussistono le condizioni per poter legittimamente imporre il pedaggio a carico dei cittadini utilizzatori del servizio».
Il Consiglio, inoltre, ha rimarcato un altro concetto: la viabilità alternativa, cioè la statale 7 Appia, ad una sola corsia per senso di marcia, «non è assolutamente in grado di reggere un sicuro aumento del traffico veicolare conseguente all’onerosità della percorrenza del tratto di raccordo parallelo alla stessa».
Dalla Rocca dei Rettori, dunque, l’Assemblea consiliare ha voluto esprimere «ferma contrarietà nei confronti di un provvedimento immotivato e privo di reali vantaggi per gli automobilisti, ma che in compenso rappresenta anche un ulteriore colpo all’economia provinciale».
Il Consiglio ha dunque chiesto a voti unanimi alla deputazione regionale e nazionale d’intervenire presso gli organi competenti dell’ANAS affinché la decisione possa essere rivista in quanto:
«1) il raccordo non ha le caratteristiche di tratto autostradale;
2) il pagamento del pedaggio non può avvenire senza l’intervento di adeguamento dello stesso alle caratteristiche di autostrada;
3) la viabilità alternativa è del tutto inadeguata e necessita, prima che il raccordo sia reso a pagamento, di significativi interventi strutturali, anche in ossequio al contenuto dell’ordine del giorno a firma dello stesso senatore Cosimo Izzo al Disegno di legge n. 2323, accolto peraltro dal Governo centrale, in sede di approvazione del provvedimento».
La Rete delle Rose Rosse Campania, considerando che l'introduzione di tale pedaggio su un raccordo che, pur essendo considerato tale dal punto di vista burocratico e legislativo, non ha le caratteristiche tecniche di raccordo autostradale, determinerebbe un grave danno economico ai tanti pendolari e alle tante piccole aziende che utilizzano questa tratta più volte al giorno, e considerando che la Statale 7 Appia non è in grado di supportare un aumento di traffico, essendo essa l'unico percorso alternativo per evitare il pagamento del pedaggio, chiede a tutti gli organi rappresentativi locali di intervenire in maniera bipartisan presso gli organi competenti dell’ANAS affinchè si provveda a riconsiderare l'attuabilità del provvedimento preso
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