Nel 2010 una pensione d'invalidità su quattro, vale a dire il 23%, è stata controllata e revocata dall'Inps (elemento che segna un chiaro progresso rispetto all'attività dello scorso anno (che toccò l'11%). Questo in virtù del dato che le verifiche si sono raffinate, come è stato reso noto dall'Inps stesso: prima l'erogazione della pensione spettava all'Asl, ora l'ultima parola tocca all'ente previdenziale anche perché l'assegno mensile (260,27 euro al mese per tredici mensilità) e l'indennità d'accompagnamento (487,39 euro al mese per dodici mensilità) in molti casi rappresenta un vero e proprio reddito, su cui poteva pesare un giudizio meno severo da parte delle Asl o talora un pernicioso impasto fra prestazione e politica.
Nella speciale classifica delle Regioni oggetto di questi fenomeni di revoca dell'assegno, in testa troviamo la Sardegna (53%), l'Umbria (47%), la Campania (43%), la Sicilia (42%) e la Calabria (35%).
Tra le province il primato della cancellazioni spetta a Sassari (76%), seguita da Cagliari (64%) e Napoli (55%), Perugia (53%) e la nostra Benevento (52%).[fonte NTRTV]
Ammonta a 400 mila euro l'evasione recuperata dalla Direzione Provinciale di Benevento dell'Agenzia delle Entrate nell'ambito dell'operazione "Osiride", promossa nei confronti di alcune tra le maggiori imprese di servizi funebri della provincia.
L'osservazione di questo settore da parte dei funzionari del Fisco ha rilevato una politica dei prezzi applicati del tutto omogenea tra le imprese verificate, a testimonianza di una sorta di accordo di mercato che non consentiva, ad una singola azienda, di discostarsi dal principio di "cartello" dei costi proposti nella provincia beneventana.
La previsione normativa che limita ad un preciso importo la detrazione fiscale per le spese funerarie sostenute, ha indotto, infatti, la totalità delle imprese ad applicare un prezzo pressoché uguale in tutte le circostanze verificate, con una costante sottofatturazione pari al 40% circa dell'effettivo importo ricevuto dai congiunti degli estinti".
Uno dei presupposti delle indagini è stato che, ad ogni decesso, non può che corrispondere un servizio funebre.
E' stato così possibile risalire al numero reale di funerali ed ai numerosi servizi accessori (realizzazione di lapidi, manifesti ed altro) mai fatturati. [fonte Gazzetta di Benevento]
Quale truffa rende di più? Quella dei vivi o quella dei morti?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento