
Un uomo così, con questa storia, con queste esperienze, a avrebbe potuto tranquillamente accontentarsi del suo posto nella storia moderna di Francia, invece, già vecchio, nel 1996 ha partecipato attivamente alla mobilitazione in difesa di 314 sans papiers asserragliati nella chiesa di Saint Bernard a Parigi, diventandone il portavoce e poi, due mesi e mezzo fa, il 3 settembre 2010, è sceso in strada per manifestare contro le politiche anti immigrazione di Sarkozy e dei suoi ministri Hortefeux e Besson, e in difesa dei rom.
A ciò si deve aggiungere l’impegno costante a favore dei palestinesi di Gaza, con le inevitabili polemiche che ciò ha comportato…Quest' estate il «Bureau National de Vigilance Contre l' Antisémitisme» lo ha denunciato per la sua partecipazione alle campagne di boicottaggio economico di Israele e lo studioso Pierre-André Taguieff lo ha insultato durante una trasmissione radio.

«Sono ebreo per parte di padre e ho combattuto i nazisti, non sono particolarmente sensibile all' accusa di antisemitismo. Rivendico il diritto di indignarmi per le azioni di uno Stato, che sia Israele o qualsiasi altro. Questo non significa essere antisionisti o antisemiti, è una sciocchezza. Due Stati, uno ebraico e l' altro palestinese, devono convivere. Lo spero con tutte le mie forze» ha sempre gridato a gran voce.
«In tanti Stati esistono ancora ingiustizie spaventose, e per questo mi indigno e chiedo ai giovani di indignarsi. Allo stesso tempo, voglio restare ottimista come lo sono stato sempre, per tutta la vita. Molti progressi sono stati fatti, il mondo è un posto migliore: la democrazia è più diffusa, i totalitarismi sconfitti, l' apartheid e il colonialismo finiti. Sperare è lecito» ha dichiarato.
Un uomo così, con questa storia, con queste esperienze, avrebbe potuto tranquillamente, a 93 anni, scrivere un libro di memorie, autocelebrativo quanto basta, ed ottenere un’ egual gloria; invece, ha scelto di rianimare la coscienza dei suoi compatrioti del nuovo millennio condensando il suo sguardo e le sue esperienze in poche, sferzanti pagine. Indicando i temi su cui vale la pena indignarsi per cambiare la società: il crescente divario tra ricchi e poveri, la necessità di ricreare un sistema dell’informazione autenticamente libero, lo scioccante trattamento riservato dalla Francia di Sarkozy agli immigrati, la questione ambientale e quella palestinese, l’impunità derisoria delle leggi e del diritto internazionale di cui gode Israele, la necessità di difendere il sistema del welfare. recuperando quell’indignazione che aveva animato la resistenza francese (da Lettera 43, quotidiano on line indipendente).
E, addirittura, il 31 dicembre scorso ha fatto i suoi auguri di buon anno ai francesi dichiarando “Resistiamo agli auguri del presidente, che non sono più credibili”.
Quest’uomo sta diventando un idolo per le nuove generazioni francesi, e sta diventando un idolo perché, con la sua vita senza eccessi, sempre pacata, seppur straordinaria, il suo messaggio fatto di umanità, ribellione e ottimismo è assolutamente credibile.
Non vedo l’ora di leggere questo libro!
Sono certa che le parole di Hessell, l’invito ad una rinnovata indignazione civile per una «insurrezione pacifica» fatta di valori, possono avere un’importanza cruciale anche per noi italiani!
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