Anche Benevento longobarda, forse non tutti lo sanno, ha presentato qualche anno fa la propria candidatura a patrimonio dell'umanità, indicando la Chiesa di S. Sofia come suo monumento principe.

Benevento, infatti, e anche questo forse non tutti lo sanno, rientra in un'Associazione di 8 Comuni (Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio e Gornate Olona, Spoleto, Campello sul Clitunno e Monte Sant’Angelo) che ha presentato la candidatura seriale “I Longobardi in Italia. Centri del potere (568-774 d.C.)candidatura ufficiale 2010 dell’Italia per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO.”
Poco più di un mese fa, a Cividale del Friuli, c'è stato il passaggio di consegne tra il primo Presidente di questa Associazione, Attilio Vuga, ex sindaco proprio di Cividale, e il nuovo Presidente, Raffaele Del Vecchio, vice sindaco di Benevento, il quale, stando allo stringato comunicato stampa presente sul sito del Comune ha dichiarato: "La mia presidenza accompagnerà l'iter conclusivo della candidatura e quanto realizzeremo in questo anno sarà determinante per il raggiungimento dell'obiettivo comune...Lavoreremo alla creazione del brand “Italia Langobardorum”, che verrà veicolato in tutte le sue possibili declinazioni."
Ma cosa è stato fatto finora a Benevento?
A parte il valore incommensurabile della Chiesa di Santa Sofia, ritenuta dall' dall’ICOMOS (International Council on Monuments and Sites, l’organismo internazionale consultivo dell’UNESCO, cui sono affidate le valutazioni tecnico-scientifiche sulle candidature proposte)rispondente ai requisiti conservativi e di autenticità richiesti, cosa è stato fatto per potenziare, migliorare ed aggiornare i progetti di sviluppo culturale e socio-economico dei territori previsti dal Piano di gestione per il sito di Benevento?
Il Vice sindaco Del Vecchio, inoltre, non è nuovo a questo incarico, essendo stato, per tutto il 2009 Vice Presidente dell'Associazione Italia Langobardorum.
Nell'ottobre 2009, infatti, fresco fresco di nomina, dichiarava "La valorizzazione dei beni culturali è una delle più concrete opportunità di crescita per il nostro territorio e vorrei che la convinzione e la passione necessarie per sostenere una candidatura UNESCO si trasferissero con pari forza a tutti i settori dell’Amministrazione comunale e ai nostri concittadini, poiché ad essere candidata non è solo la chiesa di S. Sofia, con il suo pregio artistico e monumentale, ma anche la qualità e la civiltà del contesto urbano in cui essa vive.” (da Il Sannita.it)

Appunto, caro vice sindaco, parliamo della qualità e della civiltà del contesto urbano...cosa è stato fatto?
Benevento continua ad essere una città sicuramente non al top dal punto di vista dei servizi, dell'amministrazione, della legalità, dell'economia, del lavoro e degli investimenti, del rispetto dell'ambiente e della raccolta differenziata, per non parlare poi della democrazia partecipata e di tutti gli aspetti legati al rispetto della parità di genere, che ultimamente hanno monopolizzato la stampa locale... e queste cose non sono io ad affermarlo ma ci sono i dati ISTAT e i risultati di numerose ricerche a confermarlo.
Dunque, come si presenterà Benevento agli ispettori dell'ICOMOS che, entro l'autunno, verranno a fare la loro ispezione di rito?
Basterà soltanto la meraviglia storica, architettonica e artistica della Chiesa di S. Sofia a determinare un giudizio positivo?
E poi, per aumentare il coinvolgimento della gente nella realizzazione dell'iter di avvicinamento ad un esito positivo della candidatura, quali dei punti presenti nel Piano di promozione e sensibilizzazione sono stati già realizzati o sono in fase di realizzazione?
O forse crede davvero che basterà un anno, solo un anno a
- Innalzare il livello di conoscenza del patrimonio archeologico e monumentale a livello locale
- Migliorare la promozione culturale sul sito
- Aumentare la sensibilizzazione dei giovani in età scolare come previsto dal suddetto Piano?
Come l'amministrazione e l'assessorato alla cultura hanno cercato di avvicinare ai Longobardi i bambini e i ragazzi nonchè, e soprattutto direi, il cittadino medio, con una cultura di medio livello, non specializzato in studi storici?
Quali sono stati i percorsi di sensibilizzazione della cittadinanza ad un evento importantissimo qualle una candidatura a patrimonio dell'umanità?
Basteranno le mostre e i convegni, molto spesso assolutamente autoreferenziali e poco attente ad un pubblico non coltissimo, organizzate dal Club Inner Wheel a convincere gli ispettori dell'ICOMOS?
Questi sono interventi che non si possono essere realizzati in quatto e quattr'otto econ superficialità...ne andrebbe della buona riuscita del progetto.
Mi chiedo allora se il vice sindaco Del Vecchio ha magari intenzione di rivolgersi a qualche strega, sul filo della migliore tradizione beneventana, alla ricerca di filtri e incantesimi atti alla bisogna...
Sarebbero sicuramente un valido aiuto!
Nessun commento:
Posta un commento